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DENTRO L'ECONOMIATroppe regolamentazioni soffocano le imprese

16.10.19 - 06:00
Secondo il Presidente Cc-Ti, Glauco Martinetti, le aziende dovranno affrontare nuove sfide nel prossimo futuro. Ecco le sue riflessioni nella nostra intervista
Troppe regolamentazioni soffocano le imprese
Secondo il Presidente Cc-Ti, Glauco Martinetti, le aziende dovranno affrontare nuove sfide nel prossimo futuro. Ecco le sue riflessioni nella nostra intervista

Siamo alla 102esima Assemblea della Camera di commercio e dell’industria, tanta storia alle spalle, ma guardando al futuro quali nuove sfide attendono la Cc-Ti?
«L’acronimo VUCA (volatility, uncertainty, complexity and ambiguity) riassume bene la situazione attuale: volatile, incerta, complessa, ambigua – risponde Glauco Martinetti, Presidente della Cc-Ti –. Lo spazio in cui la Camera opera non si sottrae a questa regola: imprenditori basati in Ticino ma con relazioni internazionali. Seguire questa dinamica ed essere però di supporto a tutte le aziende sono le sfide che ci attendono».

Da sei mesi in Ticino è iniziata una nuova legislatura, cosa si aspetta il mondo economico dal Governo e dal nuovo Parlamento?
«A nostro giudizio la politica ha esagerato in regolamentazioni arrivando ad asfissiare la volontà imprenditoriale. Chiederei quindi al legislativo di limitare fortemente la creazione di nuove leggi e all’esecutivo di sfoltire i ranghi, laddove non ci sono chiare necessità».

Da tempo le aziende segnalano notevoli problemi nel reperire personale qualificato. Difficoltà accentuate spesso dagli ostacoli nel concedere permessi di lavoro e di dimora. Tutto ciò non rischia di frenare lo sviluppo delle imprese?
«La nostra indagine congiunturale presso le aziende ticinesi rileva costantemente queste difficoltà di reclutamento e qualche difficoltà di troppo nelle procedure. Le stesse aziende si dimostrano però flessibili e riescono spesso a relativizzare l’impatto negativo di queste mancate assunzioni. Personalmente credo che abbiamo un certo potenziale negli «expat» ticinesi oltre Gottardo».

Finalmente le finanze cantonali sono state risanate. Dopo anni in cui il confronto politico è sempre rimasto pressoché inchiodato sulle questioni contabili, pensa che si riprenderà a fare davvero politica?
«È sempre difficile fare di ogni erba un fascio, ma non credo che torneremo facilmente verso una politica costruttiva. Vedo posizioni molto rigide, dogmatiche, poca volontà nel fare passi avanti. Credo che abbiamo sprecato molte occasioni di fare una “buona politica”. Inoltre, non abbiamo esempi virtuosi vicino a noi da prendere come modello».

Nonostante i 30 milioni per investimenti nella scuola e nella socialità, da sinistra si minaccia il referendum contro il nuovo pacchetto di sgravi fiscali. Come spiega questo continuo irrigidimento della sinistra sul fisco, al punto di sconfessare ancora il consigliere di Stato socialista?
«È evidentemente un grande problema. Abbiamo una società mondiale che sempre più sovente crea ricchezza senza impiegare il fattore lavoro. Questo sembra legittimare la sinistra nella sua lotta continua. Quindi l’imprenditore che crea ricchezza con il lavoro si sente fortemente attaccato e ingiustamente non capito. L’errore della sinistra ticinese è non capire che da noi l’imprenditore è il vero creatore di ricchezza e va protetto, non attaccato».

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