Per svariati motivi, spesso anche molto differenti tra loro, il trapianto di capelli può non dare gli effetti estetici e di recupero della densità sperati. Motivo per il quale, molto spesso, parecchie persone decidono di ripetere quest’operazione a distanza di tempo. Nonostante sia una procedura consigliata da molti chirurghi, rifare troppe volte il trapianto capelli andato male non è una buona strategia, visto che può mettere a dura prova il cuoio capelluto, rendendo impossibile procedere con ulteriori trattamenti anticalvizie.
Perché ripetere troppe volte il trapianto capelli andato male non risolve la calvizie
Quando un paziente decide di sottoporsi a un trapianto dei capelli, spesso si aspetta un recupero significativo della densità della chioma, a pochi mesi dal primo intervento e dalla convalescenza. In molti casi, tuttavia, il ciclo di vita dei follicoli non riprende normalmente, dando la possibilità ad alcune zone glabre, di rimanere visibili sul cuoio capelluto, spingendo il paziente a voler ripetere l’operazione per una densità maggiore. Questa scelta, però, può essere controproducente, visto che non tutti i pazienti sono candidati ideali per trapianti ripetuti e l’operazione aggiuntiva può peggiorare la situazione. Ecco i principali motivi per cui sottoporsi a più autotrapianti potrebbe essere dannoso, tanto dal punto di vista estetico, quanto clinico, di salute dei capelli e del cuoio capelluto.
1. Esaurimento della zona donatrice
Il trapianto di capelli si basa sul prelievo di follicoli piliferi sani dall’area donatrice, dove i capelli sono geneticamente più resistenti agli ormoni che causano la caduta. Tuttavia,
quest’area non è infinita, anzi ha una quantità limitata di follicoli, che ripetuti interventi possono esaurire, rendendo impossibile eseguire ulteriori trapianti. Oltre a questo, prelievi eccessivi di unità follicolari, possono causare diradamento anche nell’area donor, trasformando una zona precedentemente sana in una nuova area di calvizie.
2. Cicatrici e danni al cuoio capelluto
Il trapianto dei capelli, specie se eseguito con tecniche più datate come la FUT (Follicular Unit Transplantation), può lasciare cicatrici evidenti sia nella zona donatrice, che in quella ricevente. Tali cicatrici non solo alterano l’aspetto estetico del cuoio capelluto, ma possono anche rendere difficile l’esecuzione di ulteriori interventi. Anche la tecnica FUE (Follicular Unit Extraction), che è meno invasiva della FUT, può causare microcicatrici permanenti se ripetuta troppe volte, compromettendo l’intero stato del parco follicolare, quindi la ricrescita dei capelli.
3. Risultati estetici innaturali
Ripetere un trapianto di capelli non garantisce automaticamente risultati migliori. Anzi, il rischio è di ottenere un aspetto innaturale. La calvizie androgenetica può progredire, portando alla comparsa di nuove aree glabre sul cuoio capelluto, mentre l’area donor potrebbe essere “deturpata” per sempre, accentuando il danno visivo.
4. Ridotta capacità di guarigione del cuoio capelluto
Un altro rischio associato ad autotrapianti ripetuti è la riduzione della capacità di guarigione del cuoio capelluto. Continuare a sottoporre la cute a interventi chirurgici, può compromettere l’apporto sanguigno necessario per il successo dell’innesto dei nuovi follicoli. In questo modo, i capelli trapiantati potrebbero non attecchire correttamente, vanificando l’intervento.
5. Costi economici e aspetto emotivo
Ripetuti trapianti di capelli rappresentano un impegno economico non indifferente. Inoltre, non è da sottovalutare l’aspetto emotivo e psicologico: troppi interventi che non hanno dato i risultati sperati, possono aumentare l’insoddisfazione e l’insicurezza in sé.
Soluzioni alternative all’autotrapianto: la Medicina Rigenerativa bSBS
Alla luce dei rischi connessi a trapianti di capelli ripetuti, è importante esplorare soluzioni alternative per contrastare efficacemente la calvizie.
Un esempio eccellente in tal senso, è il Protocollo di Medicina Rigenerativa Inclusiva bSBS, sviluppato da HairClinic. Questo trattamento punta a risvegliare i follicoli dormienti e a bloccare la degenerazione di quelli danneggiati, in maniera del tutto naturale e autologa, utilizzando cioè le risorse naturali del corpo del paziente. A differenza del trapianto della chioma, che agisce solo esteticamente, trasferendo follicoli piliferi da una zona all’altra del cuoio capelluto, ma lasciando all’alopecia la libertà di progredire, la Medicina Rigenerativa
cura le cause della calvizie alla radice, debellandola sul lungo periodo.
Rispetto al trapianto di capelli, il Protocollo bSBS è in grado di…