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Trapianto di capelli DHI: come avviene, svantaggi e possibili complicazioni

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Trapianto di capelli DHI: come avviene, svantaggi e possibili complicazioni

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Il trapianto DHI sta emergendo sempre più tra le tecniche chirurgiche di recupero della chioma persa a causa della calvizie, visti i suoi interessanti benefici, che sondano la via della minima invasività e dolore, del più rapido recupero, della precisione d’innesto e, di conseguenza, dei risultati molto più armonici e naturali. Tuttavia, anche questa tecnica non è priva di svantaggi ed effetti collaterali, che è necessario conoscere per non restare vittime di brutte sorprese durante o dopo la procedura. Trapianto DHI: cos’è, svantaggi, effetti collaterali e perché non è adatto a tutti.

Cos’è il trapianto DHI e come avviene

Il trapianto DHI, acronimo dell’inglese Direct Hair Implantation, è una tecnica innovativa di impianto dei capelli, che consente di inserire direttamente i follicoli piliferi sani nel cuoio
capelluto. A differenza della tecnica FUE (Follicular Unit Extraction), dalla quale deriva, il metodo DHI utilizza un micro-strumento chiamato Choi Implanter, per gestire l’estrazione dei follicoli da area donatrice e il loro impianto in area ricevente, in un unico passaggio, senza che vi sia la necessità, da parte del chirurgo, di creare incisioni e canali d’inserimento preliminari.

Come si svolge l’operazione

Come ogni altra tipologia di trapianto di capelli, anche il metodo DHI inizia con una consultazione pre-operatoria con il proprio chirurgo di riferimento, utile non solo a individuare la tipologia di calvizie di cui si soffre, e il suo stadio, ma anche altre problematiche che potrebbero interessare capelli, cuoio capelluto e organismo in generale, tanto da impattare o impedire del tutto il successo d’intervento. In questa fase, si discutono anche le aspettative del paziente e si sviluppa un pianto d’intervento ad personam.

Una volta conclusa questa parte, si procede con la rasatura dell’area donor, mentre non è necessario intervenire sulla zona ricevente.

Infine, l’applicazione di un anestetico locale, che consentirà, nelle fasi immediatamente successive, di estrarre i follicoli piliferi sani, selezionarli, e impiantarli immediatamente nelle aree affette da calvizie, in maniera del tutto indolore.

La vera rivoluzione di questo metodo sta, come già anticipato, nell’utilizzo di un Choi Implanter, che garantisce di impiantare i follicoli piliferi seguendo perfettamente la direzione e l’angolazione naturale dei capelli già esistenti, per un risultato del tutto naturale a patto che il paziente segua alla lettera le indicazioni di convalescenza post-operatorie.

E i risultati? Gli effetti positivi di un trapianto DHI correttamente eseguito, inizieranno a essere visibili dopo alcune settimane dall’intervento, compatibilmente con il fenomeno di shock loss. Per risultati completi è necessario, invece, attendere tra i 6 e i 18 mesi, tempo richiesto per il normale ciclo di vita e crescita dei capelli.

Tra i vantaggi del metodo DHI abbiamo quindi:

    • Precisione elevata, specialmente su calvizie localizzate.
    • Minima invasività.
    • Recupero più rapido e minore rischio di cicatrici.
    • Migliore sopravvivenza dei follicoli trattati, in quanto, essendo impiantati direttamente, diminuisce il loro tempo trascorso fuori dal cuoio capelluto.
    • È perfetto anche per donne e uomini che non vogliono rasare l’area ricevente.

Trapianto DHI non è per tutti: svantaggi e possibili complicazioni

Seppure mininvasivo, il trapianto capelli eseguito con tecnica DHI è comunque un intervento chirurgico, non privo di rischi e potenziali complicazioni. Ecco alcuni degli svantaggi
e degli effetti collaterali, che i pazienti potrebbero incontrare e dovrebbero considerare, prima di procedere con la scelta di questo tipo di intervento.

1. Costo elevato
Il trapianto DHI è generalmente più costoso di FUT e FUE a causa dell’utilizzo di tecnologie avanzate e della maggiore precisione richiesta al chirurgo. Oltre a ciò, l’impianto manuale di ogni singolo follicolo richiede più tempo (dalle 6 alle 8 ore), così contribuendo a un’ulteriore lievitazione di tariffa.

2. Rischio di infezioni
Nonostante i pazienti ricevano antibiotici per prevenire infezioni, esiste comunque un rischio che queste possano verificarsi, sia nell’area di estrazione, che in quella di impianto. È quindi importante seguire alla lettera le istruzioni post-operatorie del medico, per minimizzare queste situazioni.

3. Cicatrizzazione non ottimale e leggero sanguinamento
Sebbene il trapianto DHI sia poco invasivo, alcuni pazienti potrebbero trovarsi alle prese con lievi cicatrici o sanguinamento delle aree trattate. Possono apparire anche dolore intorpidimento e gonfiore (edema) del cuoio capelluto che, in genere, regrediscono da soli dopo alcuni giorni dall’intervento.

4. Shock da innesto
I follicoli oggetto di innesto, potrebbero subire uno “shock” dopo l’intervento o un’infiammazione seria, così andando incontro alla caduta temporanea dei capelli appena trapiantati. Si tratta del cosiddetto fenomeno dello “shock loss”, che ha natura reversibile. Alla guarigione, i capelli ricrescono seguendo il loro ciclo naturale.

5. Risultato non sempre naturale
Il successo del trapianto DHI dipende in gran parte dall’abilità del chirurgo. Se non eseguito correttamente, i risultati potrebbero essere irregolari, considerato anche che non tutti i follicoli potrebbero attecchire. Alcuni pazienti potrebbero, quindi, necessitare di ulteriori trattamenti per ottenere un ripristino della chioma ottimale.

Detto ciò, prima di procedere all’intervento, si consiglia di consultare sempre un professionista esperto in dermatologia, tricologia e caduta dei capelli, per valutare se il trapianto DHI sia realmente la tecnica più adatta a risolvere la propria calvizie.

Il Protocollo bSBS di HairClinic come alternativa al trapianto DHI

Oltre al trapianto di capelli DHI, un'altra soluzione innovativa per contrastare la perdita dei capelli è rappresentata dalla Medicina Rigenerativa, che sfrutta le potenzialità delle cellule staminali e dei fattori di crescita per stimolare la rigenerazione del cuoio capelluto e dei follicoli piliferi. Un esempio di protocollo avanzato in questo campo è il protocollo bSBS di HairClinic, che combina diverse tecniche di rigenerazione cellulare per ottenere risultati naturali e duraturi. Il protocollo si sviluppa in tre fasi: la ricostruzione del cuoio capelluto
danneggiato, la stimolazione della microcircolazione per favorire la nutrizione dei follicoli e, infine, l'attivazione dei follicoli dormienti grazie all'impiego di fattori di crescita derivati dal plasma arricchito. Questi passaggi mirano a potenziare la salute del capello e a favorire la crescita di nuovi follicoli, con un risultato visibile già dopo alcune settimane. A differenza del trapianto chirurgico, la Medicina Rigenerativa è non invasiva e offre un recupero più rapido, ma, come il DHI, necessita della consulenza di esperti per determinare la strategia più adatta in base alle condizioni individuali del paziente. Seppur meno invasivo, il protocollo bSBS può rappresentare una valida alternativa per chi cerca una soluzione più naturale alla calvizie o per chi non è ancora pronto per un intervento chirurgico.


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