Quando si soffre di perdita di capelli, una delle prime e più gettonate domande a riguardo, è: “quali sono le cure per l’alopecia?”. Per conoscere una risposta, soprattutto quella più adatta e utile alla reale condizione del paziente, è necessario identificare la specifica tipologia di alopecia di cui soffre, in quanto, della stessa malattia, esistono molte facce e classificazioni. In primis quella tra alopecia cicatriziale e alopecia non cicatriziale. Cosa significano i due termini? Quali sono le differenze? Soprattutto, sono trattabili e come.
Alopecia cicatriziale e alopecia non cicatriziale, le differenze
Partendo dal presupposto che solo una visita specialistica dal proprio dermatologo o tricologo di fiducia, può dire con esattezza di quale tipologia di alopecia si
soffre, la differenza principale tra alopecia cicatriziale e non cicatriziale riguarda la possibilità di recuperare i follicoli piliferi danneggiati.
Nell’alopecia cicatriziale, infatti, il danno è permanente e irreversibile: i follicoli sono distrutti da un processo infiammatorio (in genere dovuto a infezioni, malattie autoimmuni infiammazioni croniche) e sostituiti da tessuto cicatriziale, che impedisce la ricrescita dei capelli, restituendo un cuoio capelluto liscio e lucido, coperto da cicatrici in sede follicolare.
Al contrario, nell’alopecia non cicatriziale, i follicoli, seppur danneggiati da fattori come genetica, stress, carenze nutrizionali, squilibri ormonali e uso di farmaci, restano attivi e la perdita di capelli è temporanea e reversibile. Il cuoio capelluto resta generalmente intatto e privo di cicatrici, così che i capelli possano tornare
liberamente a crescere, una volta eliminata la causa scatenante.
Calvizie cicatriziale e non cicatriziale: le tipologie più diffuse
Si parla quindi di alopecia non cicatriziale quando la patologia può essere curata, permettendo ai pazienti che ne soffrono, di tornare a una ricrescita naturale della chioma. È il caso dell’alopecia androgenetica, del telogen effluvium, dell’alopecia areata, dell’alopecia da trazione e da tricotillomania, da radiazioni e da farmaci, dell’alopecia post-gravidica o di quella conseguente a malattie infettive. Portano invece a un’alopecia cicatriziale: il Lichen planopilaris, il Lupus eritematoso sistemico, la Follicolite decalvante e la perdita di capelli dovuta a lesioni chirurgiche, che hanno traumatizzato il cuoio capelluto formando cicatrici.
Perché è importante sapere di quale calvizie si soffre?
Perché le opzioni di trattamento sono diverse per le due tipologie.
Come curare l’alopecia cicatriziale
L’alopecia cicatriziale, purtroppo, è una condizione irreversibile. Tuttavia, un intervento tempestivo può aiutare a rallentare la progressione dell’infiammazione che la scatena, quindi della formazione di cicatrici e del danneggiamento dei follicoli. Nei casi in cui la malattia è ancora lieve e agli esordi, può essere utile intervenire con farmaci antinfiammatori prescritti dal medico, come antibiotici e corticosteroidi topici o immunoterapia. Per le situazioni più avanzate, il trapianto di capelli è un’opzione da considerare, ma solo se l’area donatrice presenta ancora follicoli attivi ed è abbastanza estesa da consentire le operazioni di estrazione e di innesto.
Questa procedura può migliorare l’aspetto del cuoio capelluto e fornire una copertura duratura, ma non è quindi sempre praticabile in presenza di cicatrici estese.
Come curare l’alopecia non cicatriziale
Parlando invece di alopecia non cicatriziale, le sue differenti forme possono essere trattate con un approccio multidisciplinare, che combina uno stile di vita sano, l’uso di farmaci e integratori anticalvizie ed anche di alcune tecniche moderne della Medicina Rigenerativa Capelli. Ecco un breve elenco di rimedi.