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Una stampante 3D per realizzare strutture sulla Luna

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14.12.22 - 08:00
La NASA ha finanziato con 57 milioni di dollari un progetto per usare la stampa 3D per costruire abitazioni sulla Luna
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Una stampante 3D per realizzare strutture sulla Luna
La NASA ha finanziato con 57 milioni di dollari un progetto per usare la stampa 3D per costruire abitazioni sulla Luna

ICON, società leader nella costruzione di abitazioni stampate in 3D con sede ad Austin, in Texas, ha ufficialmente ricevuto dalla NASA un finanziamento di 57,2 milioni di dollari per sviluppare un sistema che permetta di costruire abitazioni stabili sulla Luna sfruttando le risorse locali. Si tratta della terza fase del Progetto Olympus, cofinanziato anche dal Dipartimento della Difesa Statunitense per arrivare a sviluppare un sistema multiuso che possa essere trasportato nello spazio e permetta alla NASA si stabilire una presenza duratura sulla Luna.
«Per cambiare il paradigma dell’esplorazione spaziale da ‘andata e ritorno’ a ‘lì per restare’, avremo bisogno di sistemi robusti, resilienti e ampiamente capaci in grado di utilizzare le risorse locali della Luna e di altri corpi planetari. Siamo lieti che la nostra ricerca e ingegneria fino ad oggi abbia dimostrato che tali sistemi sono davvero possibili e non vediamo l’ora di trasformare questa possibilità in realtà. Il risultato finale di questo contratto sarà la prima costruzione dell’umanità su un altro mondo, e questo sarà un risultato davvero speciale», ha affermato Jason Ballard, co-fondatore e CEO di ICON.
In effetti, realizzare qualsiasi cosa nello spazio è estremamente costoso perché bisogna portare i materiali e gli strumenti dalla Terra. Caricare razzi con mattoni e cemento e farli volare sulla Luna non solo sarebbe proibitivo in termini di costi, ma potrebbe benissimo essere uno spreco di tempo e risorse in quanto questi materiali da costruzione potrebbero non reggere sulla superficie lunare allo stesso modo in cui lo fanno sulla Terra. «Ma una volta che hai un sistema in grado di costruire quasi tutto, piste di atterraggio, strade, habitat, utilizzando materiale locale, probabilmente sei 2 o 3 ordini di grandezza più economico per costruire una presenza lunare permanente di quanto lo saresti in qualsiasi altro modo in cui possiamo pensare», ha dichiarato Ballard.
Gli ingegneri di ICON hanno quindi in programma di studiare la regolite lunare per determinare come potrebbe comportarsi se usata come materiale da costruzione e inserita in un processo di stampa 3D. Il processo di costruzione si baserebbe sulla posa di uno strato iniziale di polvere lunare e rocce, poi si andrebbe ad utilizzare un laser appositamente costruito per sciogliere la regolite in modo che rimanga permanentemente incollata insieme. Una volta solidificato il primo strato, ne andrebbe aggiunto un altro e così via. Insomma, non molto diverso da come funzionano le stampanti 3D sulla Terra.
La stampante che ICON sta sviluppando per l’uso sulla Luna si chiama appunto Olympus e assomiglia a un gigantesco ragno meccanico con una gru attaccata. Il dispositivo atterrerebbe sulla superficie lunare tramite un lander commerciale e si dirigerebbe verso il cantiere per iniziare a lavorare la regolite per la costruzione. Dato che questa, come il suolo sulla Terra, può variare notevolmente nella composizione a seconda delle zone, ICON dovrà testare il funzionamento di Olympus con materiali diversi per assicurarsi che lo strumento sia utilizzabile su varie parti della Luna. Il contratto con la NASA dura fino al 2028 e include una dimostrazione sulla superficie lunare nel 2026.

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