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La sonda DART ha colpito e deviato l’asteroide Dimorphos

AvanTILa sonda DART ha colpito e deviato l’asteroide Dimorphos

10.10.22 - 08:00
La NASA ha lanciato una sonda contro un asteroide per testare la capacità di deviare corpi celesti diretti sulla Terra.
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La sonda DART ha colpito e deviato l’asteroide Dimorphos
La NASA ha lanciato una sonda contro un asteroide per testare la capacità di deviare corpi celesti diretti sulla Terra.

Alle 01:14 ora italiana di martedì 27 settembre la NASA ha fatto schiantare con successo la sonda DART (Double Asteroid Redirection Test) contro l’asteroide Dimorphos, portando a termine la fase più importante della prima missione di difesa planetaria della storia. L’impatto, avvenuto alla velocità di 23.600 chilometri orari (6,7 chilometri al secondo), è stato infatti progettato per verificare la possibilità di deviare un asteroide diretto verso la Terra.

Dimorphos è un piccolo oggetto celeste con un diametro di 170 metri che fa parte di un peculiare sistema a doppio asteroide. Come una minuscola luna, ruota in orbita attorno a un corpo celeste più grande chiamato Dydimos. Entrambi gli asteroidi non rappresentano una minaccia per il nostro pianeta, trovandosi a 14 milioni di chilometri di distanza dalla Terra. Tuttavia, l’Agenzia spaziale americana ha ritenuto Dimorphos perfetto per lo scopo della missione che era di determinare l’efficacia di un impatto cinetico.

La sonda DART ha effettuato la sua ultima manovra il 25 settembre ed era riuscita a mettere nel mirino il proprio bersaglio grazie a sofisticati sistemi di navigazione automatica intelligente. Nelle sue ultime 4 ore di vita, cioè la cosiddetta “fase terminale”, la sonda non ha più ricevuto comandi dalla Terra e ha fatto tutto da sé. L’impatto è stato ripreso dall’unico strumento a bordo, la fotocamera DRACO (Didymos Reconnaissance and Asteroid Camera for Optical Navigation), che ha trasmesso in live streaming sul canale Youtube della NASA.

Lo schianto è stato ripreso anche dal mini-satellite italiano LICIACube. Realizzato dagli ingegneri della Argotec di Torino in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), LiciaCube è la prima missione tutta italiana attiva nello spazio profondo. Tra l’11 e il 12 settembre il cubesat dalle dimensioni di una scatola di scarpe si era separato correttamente da DART per continuare il proprio viaggio in autonomia e mettersi in posizione di sicurezza per l’osservazione della collisione. Grazie alle due fotocamere LUKE e LEIA in dotazione, il mini-satellite ha catturato le immagini dell’evento e per un po’ continuerà a orbitare attorno a Dimorphos e Dydimos per analizzare anche il cratere rilasciato da DART e la morfologia dell’asteroide.

Dalla NASA hanno spiegato che la sonda DART non avrebbe frantumato l’asteroide Dimorphos, ma che l’impatto dovrebbe essere sufficiente per modificare la sua orbita. Lo spostamento orbitale previsto dell’1% potrebbe non sembrare molto, ma in realtà equivarrebbe a un cambiamento significativo nel corso degli anni. La NASA potrà ora calcolare le alterazioni orbitali di Dimorphos e verificare così la capacità di deviare questi oggetti.

La missione segna l’inizio di una nuova stagione di operazioni dedicate alla difesa planetaria. Dopo DART, nel 2024 l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) prevede di lanciare Hera, la missione che dovrà esaminare e misurare il cratere lasciato dall’impatto di DART e raccogliere dati su composizione e massa dell’asteroide. Con DART e LiciaCube, Hera fa parte della collaborazione internazionale Aida (Asteroid Impact and Deflection Assessment), nella quale confluiranno i dati raccolti nelle tre missioni.

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