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AvanTIMicroreattori nucleari per sostituire i generatori a diesel

07.01.22 - 08:00
La società americana Radiant sta sviluppando un microreattore nucleare compatto, portatile e a basso costo.
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Microreattori nucleari per sostituire i generatori a diesel
La società americana Radiant sta sviluppando un microreattore nucleare compatto, portatile e a basso costo.

Radiant, una società californiana in cerca di fonti energetiche meno inquinanti, ha ricevuto finanziamenti per sviluppare un microreattore nucleare compatto, portatile e “a basso costo” per sostituire i generatori a diesel. Questo microreattore è in grado di fornire elettricità e calore a comunità remote, aree disastrate e basi militari. Inoltre, potrà consentire la rapida installazione di nuove unità in aree popolate, portando innumerevoli benefici alla popolazione.

La società è stata fondata da ex ingegneri di SpaceX che hanno deciso di portare avanti progetti che inizialmente erano stati pensati per le missioni su Marte, ovvero trovare fonti energetiche potenti e facili da trasportare. Per il momento l’azienda è riuscita a raccogliere 1,2 milioni di dollari dagli investitori per continuare a sviluppare i suoi reattori compatti a basso costo che potrebbero fornire un’alternativa ai combustibili fossili per applicazioni sia commerciali che militari.

Il microreattore, che è ancora nella fase di sviluppo del suo prototipo, è di dimensioni ridotte tanto da poter entrare in un container e risultare facilmente trasportabile in aereo, nave e strada, il che significa che potrebbe portare energia a prezzi accessibili alle comunità senza un facile accesso alle energie rinnovabili. Il reattore portatile è in grado di sviluppare la potenza di 1 megawatt, sufficiente ad alimentare circa 1.000 abitazioni, e può funzionare fino a 8 anni. Inoltre, come refrigerante non userebbe l’acqua ma l’elio. Il microreattore, quindi, è progettato per massimizzare l’accessibilità economica, il rapido spiegamento e l’efficienza.

Nonostante la pretesa versatilità e sicurezza della soluzione, in questa prima fase sono considerate con la massima priorità le comunità remote e le zone disastrate. In effetti, Radiant prospetta diversi scenari di impiego per il suo microreattore. Questi possono andare dall’alimentazione di insediamenti situati in aree sperdute e in quelle colpite da calamità naturali, fino ad arrivare al settore militare. Il mini-reattore, ad esempio, basterebbe per fornire energia per 4-8 anni a un’intera base militare situata in una zona remota, abbattendo le emissioni prodotte dai tradizionali generatori diesel e la necessità di organizzare i trasferimenti di carburante.

Radiant sottolinea che il suo combustibile «non si scioglie e resiste a temperature più elevate rispetto ai tradizionali combustibili nucleari». Inoltre, l’uso dell’elio come refrigerante «riduce notevolmente i rischi di corrosione, ebollizione e contaminazione». L’azienda sostiene anche di aver ricevuto brevetti preliminari su idee che ha sviluppato per il rifornimento dei reattori e la rimozione efficace del calore dal nucleo del reattore. Ovviamente si tratta di un progetto ancora nelle sue fasi iniziali, ma se il microreattore nucleare portatile verrà sviluppato al meglio potrebbe rappresentare una valida alternativa ai più inquinanti generatori alimentati con il diesel.

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