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KENYALe monete del futuro: ovvero nuove forme di scambio per nuovi sistemi economici

03.01.20 - 18:33
Grazie alla tecnologia, l'emergere di valute completamente nuove che aprono l'accesso all'imprenditorialità e alla mobilità verso l'alto è già realtà in alcune economie in via di sviluppo
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Le monete del futuro: ovvero nuove forme di scambio per nuovi sistemi economici
Grazie alla tecnologia, l'emergere di valute completamente nuove che aprono l'accesso all'imprenditorialità e alla mobilità verso l'alto è già realtà in alcune economie in via di sviluppo

Oltre 2 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso al credito o non hanno un conto corrente bancario. Il problema è principalmente infrastrutturale in quanto, soprattutto nei paesi più poveri, i costi per costruire e mantenere aperte delle filiali bancarie eccedono il valore che queste possono generare. Tale fattore contribuisce enormemente alla persistenza di uno stato di povertà cronico nelle fasce più basse della popolazione dei cosiddetti paesi in via di sviluppo.
Oggi, grazie alle nuove tecnologie questa situazione sta per fortuna cambiando. In primo luogo, si può considerare ad esempio il fatto che la maggior parte delle persone che non ha una storia creditizia e non riesce ad accedere a un conto bancario, allo stesso tempo dispone di un telefono cellulare. Il più grande mercato mondiale di telefonia mobile, infatti, è costituito da persone “unbanked”, ovvero senza alcun posto dove conservare il proprio denaro. Ciò ha permesso di affrontare, in diverse zone del globo, una delle più grandi questioni economiche a livello internazionale: la microfinanza.
Già nel 2002, al Summit Mondiale per lo Sviluppo Sostenibile, il dirigente di Vodafone Nick Hughes cercò di convincere le grandi multinazionali ad aiutare le nazioni più povere stanziando del denaro per la ricerca di idee definite ad alto rischio e ad alta ricompensa. La proposta fu accolta da un funzionario del Department for International Development del Regno Unito, presente al Summit. Il
Dipartimento, a tal proposito, aveva iniziato già da diverso tempo a prestare attenzione all’uso che veniva fatto in alcune parti del mondo dei telefoni cellulari.
In effetti, soprattutto in alcune zone dell’Africa, le persone utilizzavano i minuti del traffico del proprio cellulare come se fosse una vera e propria moneta, scambiandoli con beni e servizi che normalmente richiederebbero del contante. Il funzionario in questione, scrutando in questo del potenziale e, soprattutto, avendo un milione di dollari da investire, fece a Hughes una proposta altrettanto inusuale, ovvero sostenne che il Dipartimento britannico era pronto a sovvenzionare un progetto pilota se Vodafone avesse accettato di co-finanziarlo.
Dal momento che prendere in prestito del denaro è uno dei maggiori problemi che devono affrontare le persone unbanked, la loro idea iniziale di progetto pilota si focalizzava appunto sulla microfinanza. Utilizzare un determinato microcredito per comprare una mucca, una macchina da cucire o una motocicletta, vale a dire i costi di avvio per una piccola impresa, rappresenta spesso l’inizio della fine del ciclo della povertà per migliaia di persone. Dando quindi a queste la possibilità di prelevare e rimborsare il loro prestito tramite i minuti del telefono cellulare, il Dipartimento prevedeva di poter avviare l'imprenditoria nei paesi che ne avevano maggiormente bisogno.

Il risultato di questa collaborazione è stato la nascita del servizio M-Pesa, avviato in Kenya nel 2007, attraverso il quale gli utenti della rete mobile possono trasferire denaro tra loro. Il termine deriva appunto dall’unione delle parole “Mobile” e “Pesa”, che in swahili significa denaro. In assenza di filiali bancarie e di postazioni ATM, M-Pesa si fonda su un antica tecnologia, ovvero le persone. In questo senso, tramite M-Pesa i singoli agenti possono vendere il tempo di trasmissione del cellulare nei mercati locali, negoziando minuti per soldi e viceversa. I clienti caricano il tempo di trasmissione sulla propria carta SIM, quindi sul loro cellulare, trasformando i minuti in denaro, che a sua volta può essere inviato ad altre persone tramite messaggio di testo.
Il microcredito da così avvio ad un processo che le rimesse poi trasformano in forza. Poter traferire soldi senza commissioni bancarie, infatti, consente ai lavoratori delle città di inviare denaro ai parenti nelle campagne, con un risparmio per entrambe le parti del 12% dei costi addebitati da compagnie come ad esempio Western Union. Per capire l’importanza di questo innovativo processo basti pensare che otto mesi dopo l’avvio del servizio, un milione di kenioti stava usando M-Pesa. Oggi, viene utilizzato da quasi l’intera nazione. Inoltre, secondo una ricerca condotta dal MIT, M-Pesa ha aiutato il 2% della popolazione del Kenya, cioè circa 200 mila persone, ad uscire da una situazione di povertà estrema.
E questo non è accaduto solo in Kenya. M-Pesa, infatti, oggi fornisce servizi bancari ad oltre 30 milioni di persone in 10 differenti nazioni. In Afghanistan è utilizzato per pagare l’esercito, in India le pensioni, e in alcuni paesi è diventato un mezzo usato dai governi per arginare il problema della corruzione endemica. E non è solo M-Pesa ad offrire tali servizi. In Bangladesh, ad esempio, BKash è utilizzato da oltre 23 milioni di utenti, mentre in Cina Alipay da quasi 1 miliardo. Più di 500 milioni di utenti, inoltre, adopera “Ant Forest”, che consente di guadagnare punti che possono poi essere riscattati per far si che vengano piantati veri alberi nel mondo reale.
Grazie alla tecnologia, dunque, il sistema economico mondiale si sta rivoluzionando. Le banche, che in questo sistema occupano uno spazio rilevante, stanno vedendo ridimensionato il loro ruolo.
Un esempio formidabile di tale processo di trasformazione viene fornito dalla blockchain. Con la blockchain, infatti, poiché la fiducia è integrata nel sistema, il sistema non è più necessario. Si prenda il caso di uno scambio azionario, dove vi sono un compratore, un venditore, una serie di banche che detengono i loro soldi, la stessa borsa, le stanze di compensazione, ecc. In sostanza, circa una decina di intermediari. Bene, la blockchain rimuove ognuno di questi, tranne il venditore e il compratore. Il risultato è che, oggi, ogni grande banca si sta riversando nella blockchain, così come i migliaia di imprenditori che utilizzano la blockchain per disgregare queste stesse banche.
In definitiva, queste rivoluzionarie valute e forme di scambio che emergono grazie alle nuove tecnologie stanno dando il via a un sistema di rete e di relazioni in grado di rompere le gerarchie.
La blockchain eliminerà pian piano gli intermediari finanziari, detentori della fiducia nelle transazioni, poiché sarà la rete stessa a verificare le transazioni che una volta richiedevano gerarchie bancarie. I nostri soldi saranno rimpiazzati da bits e bytes, andando dai minuti del cellulare alle criptomonete. Queste nuove valute, allora, non solo contribuiranno a far uscire dalla povertà i paesi in via di sviluppo, ma potrebbero anche stravolgere le economie delle nazioni sviluppate.

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