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ATED ICT TICINOAmazon e la lotta alla contraffazione

27.10.21 - 08:05
Amazon ha svelato i numeri sul primo anno della Counterfeit Crimes Unit.
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Amazon e la lotta alla contraffazione

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Amazon ha svelato i numeri sul primo anno della Counterfeit Crimes Unit.
Un’unità interna dedicata ai reati di contraffazione il cui team è composto da ex pubblici ministeri, ex agenti dell’FBI, investigatori con esperienza e data analyst.

Il tema della contraffazione nelle vendite online è un problema annoso e di grandi dimensioni. Al punto che l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha stimato che i prodotti contraffatti e piratati rappresentino il 2,5% del commercio mondiale. Si tratta di una percentuale equivalente a 425 miliardi di svizzeri all’anno (circa 400 miliardi di euro), ovvero all’incirca il prodotto interno lordo del Belgio.

Fra le organizzazioni che da qualche tempo si sono dedicate seriamente alla lotta contro la contraffazione si segnala Amazon, che in una recente nota ha reso noto i numeri dell’unità interna dedicata da un anno proprio ai reati in questione. L’azienda ha, infatti, dichiarato di essere «consapevole dell’importanza di proteggere i consumatori, i marchi e il nostro store dai prodotti contraffatti e lavoriamo duramente per farlo. Solo nel 2020 abbiamo investito più di 640 milioni di franchi svizzeri (600 milioni di euro) nel mondo, e abbiamo dedicato oltre 10.000 dipendenti esclusivamente alle attività di contrasto di frodi, contraffazione e abusi. Facendo affidamento su una combinazione di capacità avanzate di machine learning ed esperti investigatori, abbiamo creato solidi meccanismi di controllo proattivo per proteggere il nostro store dai malintenzionati e dai prodotti illegali. Abbiamo inoltre sviluppato strumenti potenti per la protezione dei marchi, i più avanzati nel settore – fra cui il cosiddetto “Brand Registry”, Project Zero e Transparency – per lavorare insieme ai brand e garantire che nel nostro store siano in vendita solo prodotti autentici. Date le risorse significative che Amazon ha investito nelle tecnologie anticontraffazione e nell’instaurazione di partnership con i brand, siamo riusciti a offrire ai consumatori un’esperienza di acquisto affidabile. Infatti, meno dello 0,01% dei prodotti venduti su Amazon lo scorso anno ha generato una lamentela da parte dell’acquirente per motivi di contraffazione. Pur essendo fieri dei progressi che abbiamo fatto, sappiamo che i contraffattori non smetteranno di tentare di raggirare i consumatori, e che dovremo continuare a investire e innovare per stare sempre un passo davanti ai contraffattori fino a quando non avremo azzerato le contraffazioni».

In particolare, l’unità dedicata da Amazon ai reati di contraffazione (CCU, dall’inglese Counterfeit Crimes Unit), si pone l’obiettivo di contribuire a rendere i contraffattori responsabili dei reati che commettono di fronte alla magistratura e alle forze dell’ordine. Questo team globale - composto da ex pubblici ministeri, ex agenti dell’FBI, investigatori con esperienza e data analyst - prende di mira criminali di tutto il mondo e supporta gli sforzi compiuti dalle forze dell’ordine per fare in modo che chi cerca di mettere in vendita prodotti contraffatti su Amazon ne risponda di fronte alla legge. La CCU ha ottenuto buoni risultati nel suo primo anno, e ha forgiato relazioni di mutuo beneficio con le forze dell'ordine, dimostrando che i nostri sforzi di contrasto alla contraffazione sono più efficaci se lavoriamo insieme.

Questi alcuni dei numeri messi a segno dall’unità interna dalla sua creazione:

    • La CCU ha fornito prove e segnalato oltre 250 contraffattori, che sono stati sottoposti successivamente a indagini penali nell’Unione Europea, nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Cina;
    • ha intentato cause civili nei confronti di 64 contraffattori;
    • ha fermato contraffattori di tutto il mondo e ne ha disarticolato le reti di distribuzione, attraverso azioni legali civili, azioni di contrasto congiunte e sequestri in tutto il mondo, anche contro fornitori, operatori logistici, influencer dei social media, operatori che rilasciano fatture false, ladri di identità e creatori di siti web falsi;
    • ha stretto collaborazioni con un ampio ventaglio di brand, tra i quali Valentino, Salvatore Ferragamo e GoPro, per perseguire i contraffattori.

«Purtroppo, la contraffazione rimane un problema persistente nel settore retail in tutto il mondo -continua Amazon nella sua nota. Pertanto, sebbene la presenza di prodotti contraffatti su Amazon sia statisticamente bassa, questo è un problema persistente nell’intero settore retail e in tutto il mondo. I contraffattori privano i titolari dei marchi del valore della loro proprietà intellettuale e praticano una concorrenza sleale nei confronti di imprenditori onesti. A volte, inoltre, la contraffazione è il presupposto per finanziare attività più efferate come il traffico di stupefacenti, lo sfruttamento di minori e il terrorismo. Malgrado i contraffattori svolgano un’attività considerata illegale nella maggior parte dei Paesi, per troppo tempo non hanno dovuto rispondere dei loro reati. Malgrado questi successi, è sempre più evidente che dobbiamo cambiare profondamente le modalità di collaborazione fra settore pubblico e privato per fermare i contraffattori. Dobbiamo proteggere meglio le nostre frontiere dai prodotti contraffatti, far chiudere i contraffattori accertati nel settore della vendita al dettaglio e dotare le forze dell’ordine di più risorse affinché inseguano e perseguano gli individui che praticano il traffico di prodotti falsi.

Sulla base delle lezioni che apprese, lavorando insieme alle forze dell’ordine per combattere contro questi malfattori, Amazon raccomanda di adottare alcune misure come:

    1. Condividere informazioni sull’attività di contraffazione, per contribuire a bloccare i prodotti contraffatti alle frontiere
    2. Condividere le informazioni sui contraffattori bloccati, per aiutare il settore a fermarne un maggior numero in tempi più veloci
    3. Incrementare le risorse a disposizione delle forze dell’ordine, per perseguire i contraffattori

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Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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