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23.09.20 - 08:36
La blockchain regolamentata soppianterà la blockchain pubblica, quella privata e la ibrida?
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Come sta evolvendo la tecnologia blockchain

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La blockchain regolamentata soppianterà la blockchain pubblica, quella privata e la ibrida?

DI MARINA BOTTINELLI
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Ambassador di Visionary Day e moderatrice del Live Talk “LA BLOCKCHAIN PUÒ RESISTERE AL QUANTUM COMPUTER?

Esistono diverse blockchain pubbliche, private ed ibride i cui meccanismi di consenso sono stati concepiti in svariati modi allo scopo di rendere le piattaforme sempre più sicure e scalabili, ma fino ad oggi, malgrado siano passati più di 10 anni dalla nascita di Bitcoin, non credo si possa dire che la blockchain sia diffusa ed utilizzabile dalla maggior parte della popolazione.
Ho spesso assistito a grandi discussioni su cosa è una DLT e una blockchain, perché la blockchain privata non è una blockchain, perché sia indispensabile adottare una blockchain pubblica per poi magari scoprire che ad un certo livello viene inserito il consenso Proof of Authority e così via.
Allo stato in cui ci troviamo, la blockchain in tutte le sue declinazioni, non ha ancora risolto molti problemi e non ha reso la vita delle persone più semplice né a livello di business né a livello personale.
Credo che dopo aver molto sperimentato e compreso che una blockchain pubblica, permissionless, non è totalmente adeguata alla struttura della nostra società, sia giunto il momento di creare un nuovo sistema di consenso che incorpori i vantaggi della blockchain permissionless e anche di quella permissioned, in modo che l’intera società ne possa trarre beneficio.

Perché le blockchain decentralizzate non hanno il successo sperato
Essendo apparsa per la prima volta come la grande rivelazione dietro il “libro mastro distribuito” di Bitcoin, la blockchain decentralizzata si è sviluppata in una tecnologia “standalone” utilizzata da varie reti di seconda generazione.
Il grande vantaggio della blockchain decentralizzata è che permette di eliminare un’enorme quantità di burocrazia inutile, tipica di molte economie e mercati. Gli smart contract possono essere utilizzati in applicazioni decentralizzate, o dApp, per automatizzare i processi che gli intermediari farebbero pagare o che le istituzioni controllerebbero.
Non è quindi difficile capire come questa tecnologia possa contribuire ad una notevole riduzione dei costi e al generale miglioramento dell’efficienza. Tuttavia, dove i promotori della decentralizzazione hanno sbagliato, a mio avviso, è nel sostenere l’importanza dell’anonimato sopra ogni altra cosa. Sebbene assolutamente comprensibile, credo questo sia un errore fondamentale perché non riflette la natura umana o le strutture sociali esistenti. La gente, di regola, vuole sapere con chi ha a che fare così da potersi fidare ed avere la certezza di operare onestamente.
Naturalmente, esistono delle blockchain permissioned che sono state concepite in considerazione del fatto che le reti decentralizzate e anonime non sarebbero state ben accolte in certi settori e giurisdizioni.
Il problema che vedo in questo caso, è che le più famose blockchain permissioned, sono state realizzate dalle grandi aziende e si basano su sistemi ai quali hanno fatto affidamento per molti anni, non sfruttando in questo modo tutte le moderne tecnologie oggi disponibili.
Sulla base di questi fatti, credo sarebbe utile un nuovo sistema di consenso che soddisfi le esigenze della nostra attuale società.

Una blockchain permissioned e regolamentata dal governo
Un modo per capire perché potrebbe essere interessante una blockchain permissioned, decentralizzata e come questa funziona, è quello di metterla in relazione alle valute digitali emesse dalle banche centrali (Central Bank Digital Currencies — CBDC).
Queste nuove valute digitali sono state prese in considerazione dai governi di tutto il mondo e la People’s Bank of China è probabilmente la più avanzata nella sua realizzazione. Anche alcune banche centrali di importanti nazioni occidentali se ne stanno occupando, come ad esempio la Federal Reserve negli Stati Uniti, la Banca d’Inghilterra e la Banca di Francia, che ne stanno studiando la fattibilità.
Per implementare un sistema di questo tipo, sarebbe necessaria un’infrastruttura completamente regolamentata basata su blockchain, la quale non potrebbe basarsi su una blockchain esistente perché risulterebbe difficile ottenere il risultato sperato.
Il primo sistema blockchain che va in questa direzione è L3COS. Il suo CEO, Zurab Ashvil di New York, mi ha spiegato che si tratta di una blockchain con un meccanismo di consenso a triplo strato (Delegated Proof of Stake (DPoS), Proof of Government (PoGVT), and Proof of Storage (PoST)) regolato da super nodi sotto il controllo di stati sovrani. L’obiettivo è quello di arrivare a 195 super nodi, uno per ciascuno dei 195 stati sovrani. Già oggi pare che L3COS possa eseguire più di 1.5Mio di transazioni al secondo. Pertanto, il sistema non solo consente lo scambio sicuro di informazioni tra i governi attraverso il consenso Proof of Government, ma può anche alimentare la CBDC di uno Stato sovrano che è alla base della sua economia digitale regolamentata.

Applicazioni decentralizzate su una blockchain regolamentata
All’interno di queste economie digitali regolamentate, al secondo livello troviamo le società e le organizzazioni che possono fungere da pilastri dell’economia poiché, i super nodi governativi, potrebbero conferire loro la delega ad operare attraverso un meccanismo di consenso definito Delegated Proof of Stake. Nel caso di una CBDC, ciò potrebbe significare trasmettere una delega alle banche commerciali a gestire il sistema bancario del paese, naturalmente in conformità alla normativa e a determinate regole e condizioni.
In un contesto più ampio tuttavia, tutte le organizzazioni sarebbero in grado di creare smart contract su applicazioni decentralizzate e regolamentate che forniscano servizi veloci ed efficienti ai singoli individui. In questo modo, tutto, dalla supply chain di un’azienda, ai pagamenti, ai servizi legali, contabili e HR, potrebbe essere digitalizzato al fine di venir utilizzato in un’economia regolamentata, con KYC, AML e tutti gli altri processi di conformità, completamente automatizzati.

Economie digitali regolamentate progettate per la società
Al terzo livello del sistema di consenso troviamo gli individui che possono interagire con i governi, con le società e tra di loro in modo totalmente decentralizzato. Una CBDC può essere utilizzata per le transazioni, consentendo agli individui di scambiare valore con altre entità attraverso smart contract.
I benefici sono disponibili in automatico. Ad esempio, la tassazione può essere pagata senza la tenuta della contabilità manuale, mentre assicurazioni, crediti e altri prodotti finanziari possono essere acquistati con un click in qualsiasi momento. I viaggi attraverso i diversi paesi diventano veloci, facili ed eventuali problemi legati per esempio all’annullamento dei voli, risolti in automatico grazie agli smart contract.
La cosa più importante però, è che la gente si senta autorizzata a far sentire la propria voce grazie a processi democratici efficienti e trasparenti offerti da questa tecnologia, che rendono superflui le proteste, le rivolte e gli sconvolgimenti sociali. La loro sicurezza e protezione è inoltre migliorata grazie al meccanismo di consenso Proof-of-Storage, che fa sì che non sia più necessario condividere i dati, come anche dalla struttura chiusa del sistema operativo che rende impossibile l’hacking.
Credo che quest’ultimo passaggio richieda maggiore chiarezza, ho chiesto quindi lumi a Zurab Ashvil che afferma: “Prima di tutto è necessario registrarsi presso il governo per accedere al sistema. Quando la registrazione avviene, subentra un meccanismo di consenso che convalida l’utente. Questo processo impedisce l’uso non autorizzato del sistema. Il sistema prevede al suo centro l’utilizzo della tecnologia blockchain che è per definizione estremamente sicuro, ma siamo andati ben oltre predisponendo 3 livelli di consenso, perciò, matematicamente parlando, garantiamo la sicurezza blockchain al cubo. Inoltre, abbiamo anche implementato una tecnologia di sicurezza quantistica che offre il massimo livello di sicurezza possibile. Tutto questo ci rende orgogliosi di affermare che il nostro sistema è matematicamente inattaccabile.”

La blockchain permissioned, decentralizzata e regolamentata è quindi il futuro?
Non so rispondere a questa domanda, ma da persona che segue questo mondo ormai da qualche anno, intravedo una tecnologia che a mio avviso si trova ora ad un bivio importante. Da quando è nato Bitcoin, poi Ethereum e tutte le altre blockchain, fino ad oggi abbiamo assistito ad una storia di grandi promesse e potenzialità, ma anche di insuccessi o successi parziali.
Al centro di questa storia c’è stata la frattura nella comunità che ha contrapposto il sistema distribuito e l’anonimato, alle importanti blockchain permissioned proposte dalle grandi multinazionali.
Credo che la linea di demarcazione tra la blockchain permissionless e la blockchain permissioned debba essere spezzata se si vuole sfruttare al massimo i vantaggi di questa tecnologia che non godranno della loro massima efficacia fino a quando non ci sarà un sistema di regolamentazione globale…anche se ciò è in contrasto con quanto auspicato da Satoshi Nakamoto.

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Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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