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ATEDSe le maschere sanitarie si stampano in 3D

14.04.20 - 08:47
Un’iniziativa del FabLab della SUPSI sostenuta da www.solidarietadigitaleated.ch per aiutare gli operatori sanitari
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Se le maschere sanitarie si stampano in 3D

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Un’iniziativa del FabLab della SUPSI sostenuta da www.solidarietadigitaleated.ch per aiutare gli operatori sanitari

Da alcuni giorni al FabLab del Dipartimento ambiente costruzioni e design, il laboratorio di fabbricazione digitale e open innovation della SUPSI, si stampano in 3D maschere protettive per il settore sanitario in collaborazione con un gruppo di volontari ticinesi. Si tratta di
un’iniziativa che come ated-ICT Ticino ospitiamo e promuoviamo sulla piattaforma www.solidarietadigitaleated.ch e che si collega all’attività di donazione di tablet e computer per ospedali e case di riposo per anziani, che ha avuto un grande successo. Grazie alla generosità di privati e aziende ticinesi, infatti, sono stati raccolti circa 60 tablet e 40 laptop donati a oltre 20 case anziani. Mentre agli ospedali di Lugano e Locarno sono arrivati circa un centinaio di iPad sanificati e ricondizionati.

Ma tornando al programma avviato dal FabLab, va osservato che non è l’unico laboratorio che ha aderito all’iniziativa: centinaia di volontari, maker, privati e università in Svizzera e nel mondo stanno, infatti, collaborando per dare una mano a superare l’emergenza COVID-19, fornendo competenze e tecnologie di cui al momento c’è forte richiesta e necessità. E per capire come funziona in modo concreto questa iniziativa virtuosa, in cui ancora una volta la tecnologia è di supporto e sostegno per quanti negli ospedali si trovano a fronteggiare la lotta quotidiana contro la pandemia, abbiamo intervistato Serena Cangiano, Ricercatrice del Laboratorio cultura visiva della SUPSI e responsabile del FabLab.

Ci può spiegare in primo luogo da dove provengono le maschere in 3D?
«Alcune aziende specializzate in stampa 3D e un gruppo di volontari in Ticino attivi nei laboratori di fabbricazione digitale hanno avviato la ricerca e lo sviluppo di maschere protettive, le cosiddette “facial shields”, che possono essere stampate in 3D e realizzate con materiali semplici. Diverse versioni sono ora disponibili gratuitamente in rete in tutti i formati possibili di stampa. E quindi come FabLab della SUPSI abbiamo risposto alla chiamata di alcune comunità online, poiché disponiamo di macchine e attrezzature pensate per questo tipo di produzione digitale, che viene distribuita in modo collaborativo e open source. Siamo, infatti, connessi con altri laboratori e iniziative anche tramite chat e forum. E abbiamo cercato di coordinarci tra di noi per accertarci soprattutto sulla sicurezza del design e sul materiale. Sulle piattaforme digitali di scambio di file, come Wikifactory e Careables, sono nati moltissimi gruppi di persone che si sono organizzate per produrre localmente materiale sanitario e anche altre soluzioni più complesse, come i respiratori per la terapia intensiva a basso costo».

Quali sono ad oggi le università che si stanno maggiormente adoperando per realizzare questo tipo di maschere ad uso sanitario?
«Dal MIT di Boston all’ETH di Zurigo, sono molte le università che stanno offrendo le loro competenze per dare risposte immediate attraverso metodi open source e transdisciplinari. Sul modello della cooperazione globale, con Marco Lurati del FabLab DACD insieme alla volontaria Leyla Tawfik, abbiamo prodotto 30 maschere in due giorni, che sono state consegnate ad una casa per anziani di Agno, il cui personale ci aveva dichiarato una urgente necessità. E tramite la rete dei volontari si sta attualmente verificando quali strutture abbiano bisogno di queste forniture, perché il nostro Laboratorio è in dialogo continuo con enti e associazioni per meglio rispondere alle necessità più acute. Per ulteriori informazioni si può accedere alla seguente pagina: https://fabmanager.supsi.ch/#!/projects/stampa-3d-di-maschere-protettive-iniziativa-in-ticino

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CHI È ated – ICT Ticino
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CP 1261 – 6502 Bellinzona 
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Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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