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CANTONEHemargroup: dall’idea, al prototipo, al prodotto

09.03.20 - 07:49
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Hemargroup: dall’idea, al prototipo, al prodotto

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Hemargroup si occupa in Ticino da oltre 40 anni dell’ideazione, sviluppo e industrializzazione di prodotti elettronici, dal prototipo alla grande serie

Si chiama Hemargroup ed è una realtà svizzera attiva nell’ingegnerizzazione e produzione di componenti e dispositivi elettronici totalmente swiss made. Negli ultimi anni, oltre alla classica produzione di apparecchi industriali e consumer, si confronta spesso anche con l’innovazione molto spinta in ambito IoT, ovvero l’internet delle cose, e sensoristica applicata, dove i dispositivi smart, cioè intelligenti e connessi, hanno un ruolo molto importante. Hemargroup si rivolge ad un ampio spettro di imprese, sia verso quelle con progetti interni di sviluppo o con prodotti già pronti per il mercato, sia verso le startup appena create o in cerca di affermazione sul mercato.

Abbiamo incontrato Andrea Moroni Stampa (Chief Technology Officer) e Saverio Russo (Chief Communication Officer) di Hemargroup per capire e farci spiegare in modo semplice quali sono i loro punti di forza e come possono essere di aiuto per le aziende tradizionali e per gli imprenditori con idee molto innovative.

Si parla molto di IoT e di dispositivi intelligenti e connessi. Hemargroup su quali prodotti si focalizza in modo particolare? In quali settori avete realizzato delle soluzioni uniche e innovative?
Hemargroup non commercializza prodotti propri, ma è al servizio del cliente ad ogni livello della product design journey in ambito elettronico. Sia nel mondo industriale, consumer o IoT ci confrontiamo continuamente con uno spettro molto ampio di idee e soluzioni, perché non esiste un vero e proprio campo preciso e univoco di specializzazione. Ad esempio, potremmo partire dal menzionare una soluzione in campo AgTech (agricoltura tecnologica) che si chiama xFarm. Si tratta di una startup fondata nel 2017, che si è posta l’obiettivo di facilitare la digitalizzazione delle aziende agricole. La loro piattaforma innovativa semplifica la raccolta e l'analisi dei dati, riduce la burocrazia, migliora l'efficienza e la sostenibilità dei campi e consente la tracciabilità dei prodotti agricoli. Per loro abbiamo sviluppato e prodotto dei sensori che si inseriscono nei campi e raccolgono informazioni fondamentali per monitorare automaticamente e nelle diverse fasi di crescita l’andamento delle coltivazioni. In questo modo la tecnologia e l’innovazione entrano in uno dei settori più conservativi che esistono, appunto in agricoltura, che fino al 2018 registrava un bassissimo tasso di digitalizzazione: intorno al 4%.

Ma stiamo aiutando anche altre startup ticinesi e anzi abbiamo contribuito al Boldbrain startup challenge nell’edizione 2019 con l'Hemargroup Award, un nostro percorso di tutoring che ha premiato due realtà in modo particolare. Si tratta di Mano, una soluzione innovativa per la stiratura “self-made”, la quale ci ha piacevolmente sorpreso per la scalabilità del prodotto e l'idea di portare innovazione dirompente in un campo perlopiù rimasto invariato negli ultimi 120 anni.

La seconda invece è Lavatazzine, un interessante prodotto per la pulizia automatica delle tazzine per il caffè, che siamo abituati ad utilizzare nei nostri uffici. Quello che ci ha colpito è stato il potenziale verde dell'idea, una soluzione davvero interessante per mitigare il consumo di materie plastiche (in particolare eliminando le tazzine da caffè non riutilizzabili), ma anche il potenziale di miglioramento di un’esperienza quotidiana come bere il caffè.

Dare concretezza a un’idea pensata da un’azienda tradizionale o alla visione di uno startupper. Ci può raccontare la differenza nel supportare un’impresa storica del nostro territorio e un prodotto ideato per una realtà appena nata?
In linea di massima ci troviamo a lavorare con 3 tipologie di realtà, tra loro anche molto diverse e disomogenee. Una prima situazione è quella dell’imprenditore che ha aperto la sua startup da pochissimo tempo, ma che ha un’idea molto promettente da sviluppare. Come seconda tipologia ci sono le startup già sul mercato, che magari hanno avuto anche un round importante di finanziamento, come è il caso di xFarm, che ha recentemente raccolto 3.5 milioni di euro in fondi per il suo sviluppo. Infine, come terzo caso abbiamo un’azienda anche storica, con un prodotto già consolidato sul mercato, ma che per espandersi necessita di aggiornarlo, di renderlo più connesso e 2.0, o anche solo di ridurre i costi per la sua realizzazione. Per tutte queste tipologie di aziende e imprenditori siamo in grado di affiancarci in modo molto efficiente, aiutandole dove necessitano. Per esempio, nel caso dell’imprenditore con l’idea da lanciare, ci occupiamo anche del tema relativo alla protezione del brevetto, fino alla realizzazione del prototipo o alla logistica per la commercializzazione. Mentre per l’azienda tradizionale il nostro intervento talvolta deve smontare e scardinare le resistenze al cambiamento. Quindi serve trovare con il dialogo il valore aggiunto dato dalle novità e come quest’ultime rappresentino spesso siano la chiave di volta per una sana evoluzione dei prodotti già in catalogo.

Secondo la vostra esperienza in quali ambiti le soluzioni IoT cambieranno sensibilmente le nostre vite di tutti i giorni?
Diciamo che diventa difficile trovare un campo in cui l’IoT non sarà protagonista nel giro di pochi anni o addirittura mesi! D’altra parte, alcune indagini dicono che entro il 2025 avremo oltre 75 miliardi di dispositivi intelligenti e connessi (Fonte: Statista). Certamente, possiamo immaginare che il campo medico, quello farmaceutico e del benessere avranno un grande beneficio dall’affermarsi di prodotti intelligenti da indossare (definiti smart wearable). E poi in ambito industriale primario, come è quello dell’agricoltura, possiamo facilmente capire che ci sono delle potenzialità enormi per aiutare i coltivatori a contrastare gli effetti del cambiamento climatico con un set di innovazioni connesse, per prevedere tempi e modi nelle fasi di semina, irrigazione e raccolta. Anche nel settore della cosiddetta industria 4.0 si aprono nuovi paradigmi, ad esempio nella gestione degli ordini e nella loro tracciabilità. Si possono creare moduli di macchinari che arrivano a realizzare produzioni personalizzate anche singole (come una scarpa di un colore specifico per ogni singolo cliente), con una gestione della qualità e della continuità di produzione impensabili solo poco tempo fa.

CHI È ated – ICT Ticino

ated - ICT Ticino è un’associazione indipendente, fondata e attiva nel Canton Ticino dal 1971, aperta a tutte le persone, aziende e organizzazioni interessate alle tecnologie e alla trasformazione digitale. 

Dal suo esordio, ated - ICT Ticino ha organizzato oltre 1.000 manifestazioni e promosso innumerevoli conferenze, giornate di studio, visite e viaggi tematici, workshop e corsi. ated - ICT Ticino collabora con le principali istituzioni pubbliche e private, enti e aziende di riferimento, nonché altre associazioni vicine al settore tecnologico e all'innovazione. Grazie alla costante crescita qualitativa dell'attività svolta sul territorio, ated – ICT Ticino è riconosciuta come un'associazione di riferimento nell'ambito economico, politico ed istituzionale del cantone, in grado di favorire il dibattito tra aziende e professionisti e capace di coinvolgere le giovani generazioni, grazie ai percorsi promossi dal programma ated4kids.

 


Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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