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ATEDIl talento e la regola delle 10.000 ore

02.10.19 - 10:37
Esiste la ricetta per il successo? L’impegno conta o è solo questione di fortuna? Parliamone con Sergio Ermotti
Il talento e la regola delle 10.000 ore

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Esiste la ricetta per il successo? L’impegno conta o è solo questione di fortuna? Parliamone con Sergio Ermotti

Per avere successo nella vita è più importante il talento o l’impegno e il sudore della fronte?

Una prima risposta a questa domanda la troviamo in uno studio del 1993 intitolato "The role of deliberate practice in the acquisition of expert performance"
Nel suo trattato lo psicologo Anders Ericsson dell'università del Colorado esamina le abitudini di un gruppo di violinisti alla ricerca di una risposta alla domanda: si nasce violinisti o si può diventare?
I fatti erano i seguenti:

    • tutti avevano cominciato a suonare il violino a 5 anni
    • tutti da bambini dedicavano lo stesso tempo all’esercizio
    • a 8 anni di età, il tempo dedicato alla pratica variava
    • a 20 anni, i violinisti più affermati avevano suonato per una media di 10 mila ore ciascuno, mentre quelli meno bravi non superavano le 4 mila ore.

In sintesi con circa 10.000 ore (per altri servirebbero 10 anni) di esercizio qualsiasi persona può diventare un talento in qualsiasi disciplina.

Da qui la sua conclusione applicabile anche ad altri campi: il talento ha un’importanza limitata rispetto alla pratica e solo quest’ultima può garantirci il successo in qualsiasi campo.

Come sempre succede per ogni ipotesi ne esistono altrettante che spiegano l’esatto contrario.
David Z. Hambrick, psicologo americano della Michigan State University nel suo articolo: “Accounting for expert performance: the devil is in the details” afferma che «L’evidenza empirica indica che la pratica deliberata, che certamente è importante, non è così importante come sostenuto da Ericsson e colleghi».
Lo psicologo, studiando le performance di 1.083 giocatori di scacchi e di 628 musicisti, scoprì che il duro lavoro e l’intenso impegno possono arrivare a spiegare solo un terzo delle capacità individuali. 
Esiste, quindi, una scelta corretta fra le due poste in gioco talento o pratica? Una tesi definitiva è in grado di spiegare con certezza se anche le persone che non hanno talento possono avere successo nella vita? Ma soprattutto, che cosa si intende per talento?

Noi di Ated - ICT Ticino abbiamo pensato di contribuire al dibattito creando un format serale dal nome “La notte dei Talenti”, una serie di incontri durante ai quali chiederemo a persone che hanno avuto successo nella vita come hanno fatto e quanto è stato importante per loro avere talento piuttosto che fare pratica.

Il primo incontro avrà come ospite Sergio Ermotti primo ticinese della storia al vertice di UBS e si terrà presso il Cinestar di Lugano il 10 ottobre dalle ore 20.00

Maggiori informazioni e iscrizioni dal sito www.ated.ch

 


Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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