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ATED«Non pensate alla carriera. Cogliete le occasioni»

29.03.19 - 08:48
Riflessioni e consigli di Mauro dell’Ambrogio ospite alla quarta Visionary Night organizzata dalla nostra associazione con il Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI
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Riflessioni e consigli di Mauro dell’Ambrogio ospite alla quarta Visionary Night organizzata dalla nostra associazione con il Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI

Non per sminuire i contenuti, ma, alla fine, ciò che più a lungo resterà nella memoria di questa quarta Visionary Night, 27 marzo 2019, sono le risate. Spontanee, calde, impreviste soprattutto, dentro a una serata in cui a fare da protagonista era un uomo conosciuto per le sue fotografie posate dove a stento si scorge l’abbozzo di un sorriso. «Sarà che non sono fotogenico», ha risposto alla provocazione che prestissimo gli è stata posta. Sguardo assorto, che subito si è sciolto.

Mauro Dell’Ambrogio: giudice, comandante della polizia, segretario del Dipartimento cantonale dell’educazione, direttore della Supsi così come di cliniche, capo progetto per la creazione dell’Usi, sindaco di Giubiasco, Segretario di Stato per la formazione e, oggi, pensionato - forse. «A Berna girava una battuta. Si diceva che l’unica cosa che non ho fatto è il vescovo». Risata generale, in contemporanea senza distinzione da più punti della sala. Che ha partecipato per davvero a quello che, forse per la prima volta, è riuscito ad essere un dialogo alla pari con un interlocutore che alla pari non è, ma non si è sottratto al gioco, con autoironia, freschezza.

A disposizione di un pubblico che si è aperto facilmente con l’aiuto di Whatsapp: idea geniale, come sanno essere quelle banali, che ha permesso alla gente venuta al CineStar di superare l’imbarazzo del microfono e di rivolgere quesiti, dubbi, considerazioni senza necessariamente metterci la faccia. Risultato: i messaggi digitati col telefonino hanno un po’ rubato la scena ad Alessandro Trivilini, sul palco al fianco di Mauro dell’Ambrogio per un’intervista che, l’aveva detto dal principio, mirava a fare emergere soprattutto il lato personale di un personaggio pubblico altrimenti noto. E così è stato, grazie al contributo di sketch e intermezzi da parte di un paio di loschi figuri che per primissimi hanno preso la parola, facendo il loro ingresso dal fondo per mostrare subito che ci sarebbe stato anche da divertirsi. Denny Rauseo e Ale Bertoglio, «il lato oscuro» dell’evento: neri ma solo per via dell’abito, in realtà uomini giocosi che hanno fatto da portavoce alla gente comune, rallegrando due ore e mezza volate via senza che mai pesassero.

Non che si siano tralasciati temi seri. Lo era in fondo anche la finta Alexa, voce nel buio zittita dopo qualche minuto di chiacchiere fittizie e rievocata poi qua e là, ad alludere alle derive della digitalizzazione; ma autorevoli in particolare sono state le riflessioni dell’avvocato Dell’Ambrogio. Abile nel presentarsi con leggerezza come un essere pensante, che non si ferma davanti alle ideologie, le regole che non sono più al passo con i tempi, le utopie da cui nascono degenerazioni e a una società troppo al servizio dell’individuo, quando talora dovrebbe esser viceversa.

Scetticismo è la parola che ha usato più spesso, per definirsi: e prendere le distanze da manifestazioni dove sembra che «la verità stia da una parte sola», da adesioni acritiche agli slogan, corporativismi o resistenze sindacali che finiscono per soffocare evoluzione e innovazione.

«I più grandi disastri dell’umanità sono stati causati dalle buone intenzioni». Bando ai luoghi comuni. Così, «per salvare il mondo forse dovremo tornare al nucleare accantonato sull’onda delle emozioni dopo il disastro di Fukushima»; «i Paesi con il maggior numero di robot sono quelli con il tasso di disoccupazione più basso» e «i figli, se non sono tra il 20% dei più bravi della classe, mandateli a lavorare. Io ne ho 7, 5 hanno fatto l’apprendistato e ne vado fiero. Per studiare c’è sempre tempo dopo». Come non credere a lui, che ha imparato per bene l’inglese a 55 anni. «Quando sono andato a Berna ho scoperto che era il mio punto debole. Mi sono applicato qualche mese e ce l’ho fatta. Dico questo: si può fare».

Lode alla creatività, così come al coraggio di scegliere un apprendistato; alla cultura generale come alla fatica nei campi a fare il fieno; ai capi capaci di confronto con i subalterni e di modificare una visione; a chi investe alla cieca nelle cose a lungo raggio, nel sapere e in ciò che sul momento sembra inutile, invece di perseguire ritorni immediati e piccini. «Prima o poi il momento di profittarne verrà».

Il tutto senza impettirsi. «Non conosco tutto, a volte galleggio in superficie. Ho fatto molte cose, sono stato anche molto fortunato. Quando cominciavo a non indignarmi più, capivo che era venuto il momento di cambiare. Non ho fatto carriera, ho fatto cambiamenti, quando veniva l’occasione.

Ho avuto anche parecchie delusioni. A far male non è la sfortuna, ma l’errore», ha detto riportando il mito della sua persona al livello dell’uomo della strada, concedendosi alle curiosità più improbabili e distanti dal suo modo d’essere. Vedi il calcio: «Lo conosco poco», ha ammesso, ma non si è negato al quesito giunto in tempo reale su Whatsapp. «Se fosse un giocatore di calcio, quale ruolo avrebbe?». «Direi l’allenatore». Altra risata, l’ennesima di una notte che si chiude con il saluto e l’omaggio delle istituzioni intervenute in prima fila e a quel punto un’ultima battuta: «ora sappiamo che lavoro farà prossimamente Mauro Dell’Ambrogio, che proprio non riesce a stare con le mani in mano».

«Un’altra serata preparata con grande cura da Alessandro Trivilini che ha saputo  valorizzare e portare alla luce aspetti inediti e diversi di Mauro Dell’Ambrogio. Trivilini grazie alla sua grande abilità, ci regala ad ogni Visionary Night la possibilità di scoprire aspetti inediti dei personaggi che intervista».

Il prossimo appuntamento con la Visionary Night è per venerdì 12 aprile 2019 che ospiterà Massimo Guarini.

Per la prima volta in Svizzera, un viaggio intervista con una tra le figure più raffinate del panorama videoludico internazionale. Ripercorreremo con lui le tappe della sua rinomata carriera e scopriremo cosa ci riserverà il futuro di questo importante settore dell'intrattenimento digitale.

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Articolo di Sara Bracchetti


Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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