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ATED“L'intelligenza artificiale è già qui, non c'è tempo da perdere”

27.02.19 - 09:00
Judith Eberl e JuPantaRhei puntano a sensibilizzare le persone e ad aiutare le organizzazioni “to think out of the box”, capire che le cose cambiano, che domani non si lavorerà più come oggi
“L'intelligenza artificiale è già qui, non c'è tempo da perdere”

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Judith Eberl e JuPantaRhei puntano a sensibilizzare le persone e ad aiutare le organizzazioni “to think out of the box”, capire che le cose cambiano, che domani non si lavorerà più come oggi

Judith Eberl, nata in Germania, cresciuta a Roma dove ha frequentato la scuola tedesca, una laurea in economia culturale all'università di Passau, sin dai suoi esordi professionali in Lufthansa nel 1999 ha sempre avuto le idee chiare: lavorare nell'ambito dello sviluppo delle risorse umane. „In particolare in Lufthansa ho avuto modo di vedere le potenzialità dell'ambito educativo associato alla dimensione internazionale e declinato in forma di evento“.

E così è stato, nella sua avvincente carriera professionale Judith Eberl ha ricoperto ruoli strategici come responsabile formazione e sviluppo per organizzazioni multinazionali spaziando dall'ambito assicurativo a quello finanziario e del retail in Europa e nella regione dell'Asia Pacifica. Ma procediamo per passi e vediamo cosa l'ha portata in Ticino.

Una volta terminati gli studi a Passau, Judith Eberl è tornata in Italia dove ha lavorato prima per il Gruppo Generali, poi per Esselunga e infine per BSI approdando a Lugano. “Mi sono sempre occupata di formazione e sviluppo. La mia esperienza professionale più importante è stata nel Gruppo Generali dove ero responsabile per l’educazione internazionale che si focalizzava sulle attività di sviluppo per top e senior Manager a livello di Gruppo. Organizzavamo dei programmi di leadership strategica, executive forums e learning journeys per i vertici del Gruppo a livello mondiale. Ero sempre in viaggio”.

Una parentesi professionale importante è stata sicuramente quella asiatica, per Generali ha lavorato due anni e mezzo tra Pechino e Hong Kong „Mi è piaciuta molto Pechino, nelle persone ho riscontrato un'incredibile curiosità e voglia di apprendere. Un atteggiamento opposto a quello europeo dove solitamente le persone, quando gli proponi qualcosa di nuovo, ti guardano con scetticismo, sicure di sapere già tutto e non dover imparare niente. Due culture, due mentalità totalmente differenti“.

Dopo Generali arriva l'esperienza in Esselunga, è lo stesso Bernardo Caprotti a selezionare Judith Eberl „avevo 35 anni, ero tedesca, portavo con me un'esperienza internazionale e mi sono ritrovata a gestire un gruppo di 30 persone in un ambiente di lavoro concentrato sul locale in un contesto prevalentemente maschile. Mi sono sempre chiesta perché Caprotti mi avesse scelta. A posteriori devo riconoscere la sua lungimiranza imprenditoriale, la sua fiducia e il suo supporto nel mio ruolo di responsabile selezione, formazione e sviluppo che mi hanno permesso di introdurre progetti innovativi.

Nel 2013 grazie a BSI Judith Eberl arriva a Lugano. La sua esperienza dura cinque anni, poi la decisione di mettersi in proprio e diventare Managing Director di JuPantaRhei GmbH, nome naturalmente non casuale. „PantaRhei sta ad indicare che tutto evolve. Eraclito diceva che l'uomo non metterà lo stesso piede nel fiume due volte, perché non sarà lo stesso uomo e non sarà lo stesso fiume perché tutto cambia. Ju, invece, sta per Judith che sostiene le persone nel continuo cambiamento“.

La voglia di mettersi in proprio deriva dal voler mettere al servizio di altre persone e aziende le conoscenze e le esperienze acquisite nel tempo ma soprattutto nel voler fare la differenza in una società che presto si troverà ad affrontare importanti sfide e cambiamenti.

Un tema che a Judith Eberl sta particolarmente a cuore è quello della digitalizzazione. In particolare dell'intelligenza artificiale legato al processo di innovazione delle aziende, non solo dal punto di vista dei processi e delle infrastrutture, ma soprattutto dal punto di vista culturale. E, ci tiene a sottolineare, a differenza di quanti molti credano, “l'intelligenza artificiale è già qui, non c'è tempo da perdere”.

Mi racconta il progetto di un'azienda in Africa che ha sviluppato un AI tool in grado di imparare dagli esperti all'opera nelle organizzazioni e capace di superare l'expertise dell'essere umano. L'esperto virtuale è in grado di apprendere processi decisionali dagli esperti e di replicarli al posto loro. Gli utenti possono interfacciarsi con esperti virtuali attraverso input vocali o da tastiera.

“Si tratta di un'applicazione che si sta già vendendo e sta già avendo molto successo. Questo ci dice che tante cose già ci sono, solo che noi non lo sappiamo. C'è un knowledge gap importante da colmare”. In quest'ottica rientrano anche le riflessioni sulle professioni del futuro, quali sono le competenze lavorative che le persone dovranno avere perché altre cose scompariranno. “In ambito AI sappiamo già che alcuni lavori saranno più impattati di altri, ad esempio l'ambito della medicina e quello legale. Nel secondo caso l'AI viene già utilizzata per tutto quello che è la gestione dei dati storici. Nella raccolta e analisi dei dati la macchina sarà sempre migliore dell'uomo che invece farà prevalere la sua parte emotiva ed empatica. Il punto è iniziare a chiedersi ora cosa fare domani per non essere impreparati quando le cose cambieranno rapidamente“.

Riflettendo sulle competenze necessarie nel prossimo futuro, Judith Eberl dice „dovremo essere molto bravi a leggere i dati (sense-making), ad applicare il ‘design thinking’ e a fare collegamenti tra ambiti diversi (trans-disciplinarity). Cambieranno i contenuti del nostro sapere, avremo bisogno di skills completamente diverse. Faccio un esempio pratico: oggi per la traduzione dei testi ci sono siti formidabili e gratuiti come Deepl. L'altro giorno avevo bisogno di tradurre dall'inglese all'italiano un contratto legale di 18 pagine. Ho fatto copia e incolla, tempo 38 secondi e il testo era tradotto. Altri 20 minuti di rilettura da parte mia ed era perfetto. Ecco, qualsiasi giovane che oggi pensa di voler fare il traduttore dovrebbe tenerne conto“.

Dunque Judith Eberl e JuPantaRhei puntano a sensibilizzare le persone e ad aiutare le organizzazioni “to think out of the box”, capire che le cose cambiano, che domani non si lavorerà più come oggi.

Un primo passo per raggiungere questo obiettivo è l'Executive Forum 2019 dedicato al tema “Artificial Intelligence & Business Evolution”. Si tratta di una serie di incontri esclusivi rivolti a top executives e senior manager di ruoli e settori industriali diversi.

Attraverso sessioni di conversazione strategica e di dialogo tra colleghi di ambiti diversi, leader ed esperti globali, i partecipanti hanno la possibilità di praticare esperimentare una cultura strategica di leadership migliorando la loro reattività e sviluppando una maggiore flessibilità nei confronti del cambiamento.

La prima tappa sarà a Lugano il 7 e 8 marzo , seguiranno Zurigo il 23 e 24 maggio e Milano il 19 e 20 settembre.

Per informazioni: jupantarhei@gmail.com
Per scoprire le tante attività e competenze di Judith Eberl: www.jupantarhei.com


Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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