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ATEDIl successo di una rivista vintage per paper lovers (e non solo)

05.11.18 - 16:01
Il successo di una rivista vintage per paper lovers (e non solo)

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Metti un viaggio di lavoro ad Amburgo, seconda città più popolosa della Germania, moderna, ricca, bagnata dal fiume Elba. Metti un giro in libreria per scoprire le ultime novità letterarie ma anche per curiosare tra i tanti e bellissimi bigliettini, le cartoline e le foto vintage da regalare accompagnate da un pensiero scritto a mano. Le cartolerie tedesche sono da sempre luoghi romantici e fornitissimi. È poco tecnologico mi rendo conto, ma quanto vi sto per dire lo è ancora meno anche se, alla fine, come per magia alla tecnologia ci riporterà. Torniamo in libreria: guardando tra mille riviste e in particolare quelle di tecnologia, lifestyle e ambiente, mi cade l'occhio su una copertina bellissima di carta spessa dai colori e dal tema vintage con un titolo da urlo: flow. Non posso non comprarla e correre subito a sedermi in un caffè per sfogliarla. Scopro che è una rivista al femminile, le fondatrici sono due donne olandesi, Irene Smit e Astrid von der Hulst, che hanno avviato l'edizione una decina di anni fa. Nel frattempo flow esce in tre versioni linguistiche: olandese, inglese e tedesco e si trova nelle edicole di versi paesi europei compresa la Svizzera ma anche in Australia, Brasile e Giappone. E, naturalmente, si può ricevere tramite abbonamento. Io ho in mano l'edizione tedesca fatta tra l'altro proprio ad Amburgo, e vedo che a partire dalla caporedattrice, alla grafica, alle giornaliste, fino alle fotografe è un team di sole donne. Forse giusto tra i collaboratori spunta qualche nome maschile ma non troppi.

Femminile è anche il target, donne dai 30 ai 55 anni. I titoli di questo numero mi piacciono molto, alcuni esempi: il primo articolo di approfondimento riflette sull'importanza di ritagliarsi dei momenti per sé stessi, la necessità di stare da soli, di prendersi il tempo per fare ciò che ci piace. Poi ci sono storie di donne che hanno avuto il coraggio di seguire la loro passione o il loro istinti: c'è Célia Estevens che vive a Porto con il suo gatto Jota e realizza a mano dei bellissimi tappeti secondo il motto di sua nonna „Se vuoi avere qualcosa di bello devi fartelo da sola”, oppure Katharia Wechsler, dapprima studi in scienze sociali poi la scoperta della sua vera vocazione, lavorare nel vigneto di famiglia a Westhofen, in Germania. Seguono una lunga intervista racconto alla famosa giornalista e autrice Lisa Ortgies che non tralascia alcuni dettagli personali come il racconto della sua maternità e di cosa ha significato per lei „quando è nata mia figlia ho pensato: tutto è possibile e così sono passata sopra a molte cose, ad esempio i miei sentimenti ma anche i miei limiti“.

Sono sincera, flow non si può spiegare soltanto a parole, per coglierne la bellezza estetica, grafica e sostanziale bisogna tenerlo in mano e sfogliarlo. Va detto che è un progetto nato in piena crisi economica e della stampa ed è nato come un progetto, evidentemente in controtendenza, per „paper lovers“ - „amanti della carta“. Ma non è solo cartaceo naturalmente, si trova anche online, c'è persino un'app dedicata e alcuni contenuti, pochi per la verità, gratuiti.

Ad esempio questo articolo sul progetto della giornalista Mariska Vermeulen che sin dal titolo fa al caso nostro, Women of Europe . Di cosa si tratta? Mariska Vermeulen ha deciso di incontrare sette donne per ogni capitale europea e chiedere loro come vivono, cosa fanno, come si trovano con l'intento di condividere le storie di ognuna sul suo sito. Tra le storie che l'hanno maggiormente colpita c'è quella di una giovanissima ragazza quindicenne polacca che soffre di depressione e ha creato una piattaforma per ragazzi come lei che soffrono dello stesso male e vogliono condividere le loro esperienze. Si chiama Amelie, vive a Varsavia e la sua storia la trovate qui.

Di questo sito ci ricorderemo e torneremo sicuramente a parlarne così come di donnee tecnologia. Intanto lasciatevi ispirare e date un'occhiata a flow!


Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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