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APPROFONDIMENTORegolatore di velocità adattivo: luci e ombre

14.01.14 - 11:10
Sono diventati tanti i marchi che propongono il regolatore di velocità che mantiene la distanza dal veicolo che ci precede. Una comodità, ma anche un impedimento alla scorrevolezza del traffico. E la sicurezza? Dipende da chi guida l’auto.
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Regolatore di velocità adattivo: luci e ombre
Sono diventati tanti i marchi che propongono il regolatore di velocità che mantiene la distanza dal veicolo che ci precede. Una comodità, ma anche un impedimento alla scorrevolezza del traffico. E la sicurezza? Dipende da chi guida l’auto.

DI COSA SI TRATTA? - Ne parliamo spesso, ma forse non tutti sanno di che cosa si tratta. Parliamo del regolatore di velocità adattivo, altresì conosciuto come Tempomat adattivo o Adaptive Cruise Control, che non solo mantiene una velocità costante impostata dal conducente senza che questo debba premere l’acceleratore come già accadeva un trentennio fa, ma che ora è in grado di frenare quando ci avviciniamo ad un’automobile più lenta, e nuovamente accelerare quando questa si sposta nuovamente sulla corsia di destra.

COME FUNZIONA: PREGI E DIFETTI - Un dispositivo che ad alcuni piace ed altri no. E anche noi, che ormai abbiamo avuto modo di provare quelli di pressoché tutti i costruttori nell’arco di svariati anni, non riusciamo a decidere se amarlo o odiarlo, perché dipende moltissimo dai contesti e dalle situazioni in cui viene utilizzato. Se per esempio ci ritroviamo su un’autostrada molto trafficata come negli orari di maggiore sovraffollamento, diventa il nostro migliore amico: impostiamo la velocità desiderata (in queste situazioni il limite di velocità è solitamente più elevato della velocità che si può effettivamente raggiungere) e lui accelera e frena autonomamente, basandosi sull’automobile che sta davanti a noi, e mantenendo sempre la - spesso dimenticata - distanza di sicurezza.

D’altro canto quando il traffico diventa minore ma le autostrade non per questo sono deserte, iniziano i primi fastidi. Perché, com’è giusto che sia, dopo un sorpasso andiamo ad occupare la corsia libera più a destra, anche se magari già vediamo un’automobile che poi dovremo nuovamente sorpassare in poco più di trenta secondi: ma l’educazione è educazione (la corsia di sorpasso deve essere utilizzata esclusivamente, come dice il suo stesso nome, per sorpassare), e chissà che da tergo non provenga qualcuno più veloce di noi che ovviamente non è corretto ostacolare. Il limite del sistema è che chiaramente non conosce le nostre intenzioni, e quindi analizza la strada, prevede delle situazioni e agisce di conseguenza con fin troppo anticipo. Mentre ci stiamo avvicinando alla citata auto sulla corsia di destra, per esempio, il dispositivo inizia a rallentare progressivamente la nostra vettura con anticipo troppo largo, ben prima di quando noi metteremmo nuovamente la freccia a sinistra per sorpassarla. Così facendo peggiorano i consumi, perdiamo tempo (e spesso anche la pazienza) e la guida diventa meno confortevole a causa delle continue frenate e accelerazioni. Utilizzandolo la tendenza diventa purtroppo quella di stare quasi costantemente sulla corsia di sorpasso, a patto di non vedere la corsia destra libera per un bel po’, e questo non giova sicuramente alla scorrevolezza del traffico.

L’ESEMPIO DI BMW - L’unica soluzione a questo problema, vado a memoria, l'ha proposta fin da subito BMW, permettendo a chi guida di passare dal regolatore di velocità adattivo a quello tradizionale senza interventi dall’automobile premendo un semplice tasto, cosicché possiamo adattarci al meglio alle situazioni più diverse utilizzando quello più congeniale. Un esempio che dovrebbero seguire tutti i costruttori.

E LA SICUREZZA? - Ma dispositivi come questi hanno influenze positive sulla sicurezza stradale? Potenzialmente più sì che no, nel senso che utilizzandolo viene sempre rispettata la distanza di sicurezza (in autostrada un fattore determinante, più che la velocità, per evitare incidenti) e in caso di brusca frenata da parte del veicolo che sta di fronte a noi il dispositivo interviene per rallentare l’automobile ed evitare un tamponamento, o quantomeno per contenerne le conseguenze. D’altro canto è pur sempre vero che sono in molti gli automobilisti che, delegando all’automobile il controllo sulla distanza dei veicoli che viaggiano di fronte, ne approfittano per lanciarsi in pericolose distrazioni: maneggiare il navigatore, scrivere sms con il telefonino, guardarsi attorno. Come per ogni nuova tecnologia automobilistica, quindi, alla fin dei conti è sempre e comunque il conducente a determinare la propria sicurezza e quella di chi gli sta intorno. Senza se e senza ma.

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