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SALONE DI FRANCOFORTE - INTERVISTAMercedes e Renault-Nissan, cooperazione (im)possibile?

13.09.13 - 10:47
In quale modo possono collaborare marchi così diversi tra loro? Lo abbiamo chiesto ai rispettivi boss, Carlos Ghosn e Dieter Zetsche. I quali ci hanno svelato che...
Stephane Foulon
Mercedes e Renault-Nissan, cooperazione (im)possibile?
In quale modo possono collaborare marchi così diversi tra loro? Lo abbiamo chiesto ai rispettivi boss, Carlos Ghosn e Dieter Zetsche. I quali ci hanno svelato che...

Seduti davanti a noi due tra gli uomini più importanti dell’industria automobilistica mondiale. A sinistra Dieter Zetsche, gran capo del gruppo Daimler e quindi di Mercedes-Benz, a destra Carlos Ghosn, amministratore delegato dell’Alliance Renault-Nissan, che oltre a questi due marchi include pure Dacia, Inifniti e la recentemente risorta Datsun. Tra i due gruppi è stata siglata, il 7 aprile del 2010, una collaborazione strategica di fronte a cui molti hanno sorto il naso. Com’è possibile che marchi automobilisti così diversi possano trovare dei settori o dei progetti su cui collaborare? Risponde Carlos Ghosn.

“Nel 1999, quando Renault e Nissan diventarono partner strategici, c’erano forse ancora più scettici che non tre anni fa nella collaborazione tra Daimler e l'Alliance franco-giapponese. Quella era infatti una collaborazione molto più difficile perché tutto sommato si operava su fasce di mercato più o meno simili, ma in 14 anni non abbiamo mai introdotto sul mercato due auto che fossero uguali, questo perché siamo riusciti a rispettare le identità dei due marchi. Una volta fatto questo tra Renault e Nissan, farlo con Mercedes-Benz è quasi un gioco da ragazzi. Quando inizi a collaborare con un’azienda diversa dalla tua inizialmente la tendenza è quella di guardare alle sue debolezze anziché alle sue forze: la giusta cosa da fare è chiedersi: quali sono le forze di Daimler da cui possiamo imparare qualcosa? E viceversa… ” Zetsche poi aggiunge: “Tutte le nostre discussioni sono razionali. La cosa più importante è essere aperti e sinceri, valutare speranze e opportunità, discutere di quello che si ha e non si ha, stabilire cosa vogliamo fare autonomamente e cosa invece possiamo fare assieme. Ci stiamo conoscendo sempre di più e la nostra collaborazione sta diventando sempre più stretta, tanto che da tre progetti comuni ora ne contiamo addirittura dieci.”

Uno dei frutti di questa collaborazione strategica la troviamo già sul mercato da qualche tempo, ovvero il motore d’entrata per la nuova Classe A: un 1,5 litri a gasolio che seppur con 90 componenti specifici è per sempre di origine Renault. Ora stiamo però entrando nella fase dei grandi progetti. Sebbene già li conosciamo, lasciamo parlare i loro “papà”.

Quella che vedremo per prima è l’erede della Twingo da cui poi nascerà anche la futura Smart. Si tratta di una piattaforma comune a trazione posteriore, a due posti esclusivamente per la Smart e a quattro posti per Smart e Twingo. Sia per la Twingo che per la Smart stiamo anche lavorando ad un tre cilindri turbo e, naturalmente, alla propulsione elettrica. Si tratta di modelli molto diversi tra loro che vedremo nella seconda metà del 2014. Attualmente siamo in fase avanzata dello sviluppo e tutto procede secondo la tabella di marcia, tanto che la Twingo la potrete vedere già a Ginevra il prossimo anno. Per capire come sarà vi basta passare allo stand Renault qui a Francoforte: troverete un prototipo molto simile al modello di serie…”

Meglio di così non avrebbe potuto spiegarlo nessuno. Nel pentolone dei due gruppi bollono anche dei nuovi motori 4 cilindri sia benzina che Diesel, così come lo sviluppo di trasmissioni sia automatiche che manuali. Fin qui tutto bene, ma pensando ai due marchi più lussuosi – ovvero Mercedes e Infiniti – non si corre il rischio di farsi troppa concorrenza? O meglio: non rischia di diventare una collaborazione a solo vantaggio di Infiniti?

“Infiniti e Mercedes non si fanno troppa concorrenza perché guardano a mercati diversi”, debutta Ghosn, il quale ci fa un esempio. “Abbiamo appena finito di costruire una fabbrica nel Tennessee (USA) nella quale verranno assemblati i motori quattro cilindri a benzina di Mercedes destinati da un lato alla fabbrica statunitense della Classe C nell’Alabama, dall'altro verranno poi impiegati per futuri prodotti Infiniti. Questo permette a a Infiniti di disporre di propulsori sviluppati a regola d’arte da uno dei marchi più prestigiosi del mondo e quindi di risparmiarsi i costi legati ad uno sviluppo autonomo. Allo stesso tempo Mercedes può, sfruttando le economie di scala dovute al maggior numero di propulsori prodotti perché in parte “venduti” a Infiniti, ridurre anch’essa notevolmente i costi di sviluppo. Tra poco per esempio arriverà sul mercato la Infiniti Q50, il primo in assoluto del marchio ad disporre di cambi e propulsori di origine Daimler."

Durante questo salone si è parlato molto più concretamente del solito di auto elettriche. Renault e Nissan sono notoriamente stati due marchi che hanno voluto essere i primi a volerla portare alle masse, cosa che con la Nissan Leaf o con Renault ZOE e Twizy sta funzionando discretamente. D’altro canto state però state anche guardando con interesse all’idrogeno...

“È vero, volevamo essere i primi a vendere in massa l’auto elettrica e adesso abbiamo sei modelli sul mercato. A proposito dell’interesse concreto dimostrato al salone devo dire che siamo contenti (sul serio!) se BMW, Tesla o un altro marchio introduce sul mercato un’auto elettrica e dice anch’esso di voler diventare produttore di massa, questo perché ci stimola ulteriormente a proseguire in quella direzione e allo stesso tempo fa si che le istituzioni siano sempre più stimolate a creare le infrastrutture necessarie. Quella dell’idrogeno è invece una strada che abbiamo deciso di percorrere anche assieme alla Ford, con cui è iniziata una sinergia ad inizio anno. L’obiettivo è quello di sviluppare un propulsore a celle combustibili di idrogeno in comune, dividendo quindi gli elevati costi di progettazione che una tecnologia come questa comporta. Visto che abbiamo iniziato solo da pochi mesi è presto per fare bilanci: il lavoro procede, e dove ci porterà questa strada lo vedremo in futuro.”

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