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SPECIALENel mezzo del deserto con la Toyota Hilux

18.08.16 - 00:40
Quando una Toyota Hilux, a dipendenza di dove ti trovi, può diventare come una Golf. L’auto per tutti, con cui fare tutto.
Nel mezzo del deserto con la Toyota Hilux
Quando una Toyota Hilux, a dipendenza di dove ti trovi, può diventare come una Golf. L’auto per tutti, con cui fare tutto.

Di prove estreme ne abbiamo fatte tante, ma mai con una regolarità e insistenza come con le fuoristrada di Toyota. Prima con la Land Cruiser ci siamo diretti ai confini del mondo (in Islanda) mettendola alla prova a ridosso della stagione invernale, ora al secondo round ci siamo trovati in mezzo al nulla (in Namibia) con la nuova Hilux. Ma come mai proprio in Namibia? Innanzitutto perché qui la Hilux è ciò che per noi è la Golf: l’auto più venduta in assoluto, con oltre il 20% della quota di mercato. Quota di mercato che la Hilux ha anche Svizzera, ma “solo” tra i Pick-Up. Infatti da queste parti se ne incontrano talmente tante che la produzione per il continente africano e per l’Europa avviene proprio in Sudafrica.

Dopo appena pochi chilometri di viaggio mi trovo ad un bivio con l’indicazione per “Steinhausen” mentre alla radio parla una speaker tedesca che a orecchio proviene dall’Assia. Segni della colonizzazione tedesca avvenuta in tempi passati, tanto che ancora oggi l’1% della popolazione (nonché 1/3 dei bianchi) parla ancora la lingua di Goethe. Nonostante ciò di civilizzato ed europeo sul nostro percorso abbiamo trovato ben poco: le strade asfaltate non hanno che rappresentato il 10% del nostro tempo di viaggio, cosicché la rotta verso la località omonima di un quartiere di Zugo ha ben presto lasciato spazio a ghiaia, impervie mulattiere sulle pendici montuose e dune sabbiose. Ad accompagnarci in questo viaggio come detto alcune Toyota Hilux, fresche fresche di produzione, nella sua ottava generazione. Un Pick-Up che oltre a conservare le sue innate qualità e particolarità quale veicolo da lavoro compie un notevole salto generazionale integrando contenuti tecnici che la rendono ora appetibile anche a chi desidera impiegarlo quale vettura dall’uso quotidiano.

A velocità autostradali da codice colpisce per la silenziosità, e percorrendo sui 100 all’ora le prime strade ghiaiose sorprende il comfort che riesce a garantire su superfici non proprio levigate. Presa la distanza con chi ci precede per non guidare “alla cieca” nella nube di polvere che solleva di fronte a noi, procediamo per ore scanditi solo dalla quantità di sassi che gli altri utenti della “strada” che avanzano in senso inverso ci proiettano sul parabrezza. Sulle lunghe distanze, pur con i limiti di un Pick-Up, il nuovo Hilux non è un cattivo compagno di viaggio. Nell’allestimento più ricco vi sono interni in pelle, un moderno sistema multimediale simile ad un tablet e pure qualche dispositivo di sicurezza attivo. Certo: nonostante l’aspetto accattivante della strumentazione e della plancia i materiali “di base” restano sempre quelli di un veicolo commerciale, ma il processo di imborghesimento è riuscito e ben visibile anche all’esterno, in cui il frontale riprende lo stile che Toyota ha conferito ai suoi veicoli più stradali.

Finalmente all’orizzonte, dopo un bel po’ di distese ghiaiose piuttosto monotone, si profila un insieme di montagne sulla quale potersi avventurare. E allora selezioniamo la trazione integrale, innestiamo i rapporti ridotti quando necessario e la Hilux dimostra di non aver smarrito la sua natura. Ma di questo non ne dubitavamo. Il percorso si snoda su mulattiere, scalini rocciosi e fossi: nonostante qualche graffio che la vegetazione ai lati cerca di infierirle, lei arriva in cima, orgogliosa e instancabile. Abbiamo trascorso così diversi giorni: su e giù per le montagne più impervie della Namibia, attraversando luoghi senza nome e senza storia, lontani da qualsiasi segno di civiltà o addirittura vegetazione, accompagnati per così dire solo da antilopi, zebre e altri animali selvatici che altrimenti vedresti solo in un documentario alla TV. Attraversando poi il deserto più vecchio dell’Africa per un ultima sfida (guidare tra le dune), il tempo è stato dalla nostra parte per alcune riflessioni. Per esempio sul fatto che Toyota sia pienamente riuscita nel suo scopo di rendere l’Hilux non più un semplice mezzo di lavoro, ma anche un veicolo fruibile quotidianamente. Merito di un telaio a longheroni a traverse completamente nuovo e con una rigidità torsionale maggiore del 20%, di un asse posteriore con molle a balestra e ammortizzatori sviluppato per armonizzare l’articolazione degli assi di un veicolo fuoristrada con il comfort e la stabilità di guida di un SUV, di un motore turbodiesel (2,4 litri, 150 cavalli, 400 Nm) molto gradevole e silenzioso. Un veicolo quindi che oltre a poter rimorchiare fino a 3,5 tonnellate di carico frenato non crea drammi se dovete affrontare un viaggio autostradale di un paio di centinaia di chilometri.

Tre sono le varianti disponibili: cabina singola, extra cab (singola più vano posteriore, con apertura delle portiere controvento) e cabina doppia a cinque posti. Tutte le versioni dell’Hilux a trazione posteriore propongono un cambio manuale a 6 rapporti mentre tutte le versioni a trazione integrale con cabina doppia possono essere equipaggiate con un cambio automatico, sempre a sei rapporti. Così configurata accelera da 0 a 100 km/h in 12,8 secondi, tocca una velocità massima di 170 km/h ed ha omologato un consumo 7,2 litri per 100 chilometri. I prezzi per il mercato svizzero partono da 25’100 franchi.

 

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