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INTERVISTA“Da bambino andavo al Ring per veder vincere le Alfa Romeo”

24.09.15 - 21:33
Suo papà amava le BMW, lui le Alfa Romeo. Oggi Harald Wester è a capo di quest’ultimo marchio: la sua visione per il futuro? Chiara e ben definita.
“Da bambino andavo al Ring per veder vincere le Alfa Romeo”
Suo papà amava le BMW, lui le Alfa Romeo. Oggi Harald Wester è a capo di quest’ultimo marchio: la sua visione per il futuro? Chiara e ben definita.

“Da ragazzino abitavo a Bonn, ad appena 1 ora di autostrada dal Nürburgring. Mio papà, grande appassionato e cliente BMW, mi ci portava almeno una volta al mese. Ogni tanto guidavamo, altre volte guardavano le gare delle vetture turismo. Nonostante lui amasse profondamente le bavaresi io tifavo per l’Alfa Romeo, e le volte in cui queste ultime arrivavano per prime al traguardo davanti alle BMW avevo sempre un motivo per esultare. Ecco: è con questa visione che ho voluto far rinascere l’Alfa Romeo.”

A parlare è Harald Wester, il tedesco che da diverso tempo è a capo dei marchi Alfa Romeo e Maserati. Si è parlato tanto dell’Alfa Romeo Giulia. Della sua nascita, delle sue caratteristiche tecniche, della sua importanza per l’ennesimo rilancio de marchio. Tecnica d’eccellenza, valori impressionanti, design da togliere il fiato e tanto ottimismo ormai non bastano più, perché sono state assai numerose le occasioni in cui lungimiranti e scintillanti promesse si sono poi concretizzate in poco più di nulla. Ma è lo stesso Marchionne, incontrato durante l’anteprima mondiale ad Arese, ad aver detto che anche solo una manciata di anni fa FIAT-Chrysler (ora FCA) non aveva le premesse per attuare questo rilancio: non aveva le capacità economiche, non aveva il know-how tecnico, non aveva una rete di distribuzione capace di raggiungere ogni angolo del mondo. Ora tutto questo c’è. E c’è anche la Giulia. E lui, Harald Wester, che abbiamo incontrato al salone di Francoforte, il futuro dell’Alfa Romeo lo conosce meglio di chiunque altro. “Abbiamo cambiato decisamente rotta. Ci siamo riposizionati verso l’alto, infatti la MiTo non avrà nessuna erede. Si parte dalla Giulietta in su e si andrà ad arricchire la gamma con quei modelli che oggi la gente vuole comprare. Saremo un marchio premium senza paura di confrontarci con BMW, con Jaguar, con Audi.”

In pentola, come ci conferma lo stesso Wester, bolle ovviamente un qualche SUV. “Con Maserati ci apprestiamo a presentare la Levante, da cui verrà ricavato un equivalente per Alfa Romeo. In seguito vi si aggiungerà qualcosa di più piccolo, per intenderci delle dimensioni di una Cherokee…” Senza dimenticare che, successivamente, non mancherà nemmeno lo spazio per una berlina di maggiori dimensioni e qualche familiare.

Ma torniamo a parlare della Giulia. Da un lato sono stati sbandierati fantastici tempi lungo la Nordschleife (7 minuti e 39 secondi, vale a dire un secondo più veloce di una Lamborghini Murcielago, distaccando di 3 secondi anche la Porsche Panamera Turbo S e soprattuto la sua principale rivale: la BMW M4), dall’altro un prezzo che è assai concorrenziale: 87’000 franchi. Un gran bel contrasto… “Si, ma non ci stiamo svendendo! Per il prezzo che molti spendono per una berlina d’alta gamma con 4 cilindri turbodiesel equipaggiata con una lista chilometrica di accessori noi offriamo un’automobile speciale e più veloce di una Lamborghini di un decennio fa. Molti concorrenti non ci hanno considerato negli ultimi anni perché ci credevano spacciati, e ora invece sono tutti a bocca aperta. E ancora non hanno potuto verificare come il nostro prodotto sia migliore di qualunque nostro possibile ed immaginabile concorrente.” Questo per quanto concerne la Quadrifoglio, ma i grandi volumi di vendita si registreranno con le motorizzazioni a gasolio che vedremo (forse) al prossimo salone di Ginevra. Le quali, in ogni caso, quanto a prestazioni e consumi saranno in linea con ciò che offrono le rivali.

La debolezza di Alfa Romeo negli ultimi anni è anche stata quella di non avere un piano lungimirante, concreto ed articolato. Che ora apparentemente Wester sembra avere. A cominciare dalle motorizzazioni ibride che presto o tardi equipaggeranno l’intera gamma. Ma non solo: “Il mio vero obiettivo è quello di ritornare ai tempi in cui i tedeschi allungavano gli occhi per guardare come si costruivano automobili a Milano.”

E a proposito delle speculazioni che un tempo ipotizzavano la vendita di Alfa Romeo al gruppo Volkswagen? “Dico solo questo: Ferdinand Pïech è sicuramente uno dei migliori strateghi nel settore automobilistico, oltre che uno dei tecnici più rispettati. Se voleva comprarla avrà sicuramente avuto le sue buone ragioni. E la nuova Giulia è invece una delle nostre buone ragioni per il quale non l’abbiamo venduta.”

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