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APPROFONDIMENTOI consumi dichiarati? Dal 2017 saranno più reali

09.06.15 - 12:18
L’EU valuta l’abbandono dell’attuale (e illusorio) metodo di rilevamento dei consumi a favore di un “ciclo” più concreto. I consumi dichiarati saliranno del 20% ma saranno molto più vicini ai valori r
I consumi dichiarati? Dal 2017 saranno più reali
L’EU valuta l’abbandono dell’attuale (e illusorio) metodo di rilevamento dei consumi a favore di un “ciclo” più concreto. I consumi dichiarati saliranno del 20% ma saranno molto più vicini ai valori r

L’attuale ciclo di rilevamento per i consumi risponde al nome di New European Driving Cycle, in breve NEDC. Come tutti sappiamo i valori espressi da questi rilevamenti non corrispondono a quello che l’automobile consuma nel mondo reale. Il motivo? Il metodo con cui i consumi vengono rilevati sono lontani dalla realtà e facilmente “aggirabili” dai costruttori.

L’Unione Europea sta valutando l’introduzione di un ciclo di rilevamento dei consumi molto più vicino a quello della realtà: il Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedures (WLTP). Secondo gli esperti questo nuovo metodo di rilevamento farà aumentare i consumi dichiarati del 20% portando i valori più vicini a quelli riscontrabili dagli stessi consumatori, fornendo quindi indicazioni più veritiere in fase d’acquisto. Ipotesi confermata pure dal TÜV Süd a seguito dei primi rilevamenti comparativi che hanno confermato l’aumento del 20%. Gli stessi hanno altresì messo in evidenza che altri modelli (meno avvantaggiati nell’attuale ciclo perché dotati di meno dispositivi in grado di “aggirarlo”) potranno addirittura segnare un calo a tutto vantaggio della concretezza e dell’uguaglianza.

LA DIFFERENZA TRA I DUE METODI – Per dirla in termini educati l’attuale metodo di rilevamento dei consumi fa letteralmente acqua da tutte le parti. Prima di tutto perché le emissioni di Co2, da cui poi viene calcolato il corrispettivo consumo di benzina, vengono misurate con la vettura su di un banco prova a rulli. La vettura utilizzata per le omologazioni può anche essere un veicolo prototipale, non proprio vicino da quello che sarà il modello di serie. I lubrificanti utilizzati nel motore sono specifici per il rilevamento e non corrispondono a quelli poi impiegati dai consumatori. L’aria condizionata non è accesa e talvolta nemmeno installata nel veicolo. La batteria è completamente carica di modo che l’alternatore non si attivi durante i test, tanto da essere il più delle volte addirittura scollegato. Con il nuovo ciclo WLTP tutti questi “trucchetti” non potranno più esistere. Tanto per cominciare, gli pneumatici: anziché strette coperture a basso attrito, peraltro gonfiate con pressioni elevatissime, si dovranno impiegare i secondi pneumatici più larghi (in ordine decrescente) disponibili per quella motorizzazione. Sigillare gli spazi tra le lamiere e i componenti rilevanti per l’aerodinamica con nastro adesivo non sarà più possibile. Se il NEDC prevedeva che l’automobile fosse ferma per il 23,6% del tempo (a tutto vantaggio di chi era dotato di stop/start), il nuovo WLTP riduce queste fasi al 13,4%. Altresì la durata del test sale da 19,7 a 30 minuti mentre i chilometri percorsi passano dagli attuali 10,9 ai futuri 23,3: di riflesso la velocità media aumenta da 33,3 km/h a 46,5 km/h, anche perché la velocità massima raggiunta non sarà più di 120 chilometri orari bensì di 131,3. A questo va aggiunto la variazione dei tempi d’accelerazione: se prima si impiegavano 26 secondi per accelerare da 0 a 60 km/h (siamo seri: chi ha mai impiegato così tanto?) con il nuovo metodo la stessa velocità verrà raggiunta in 10,4 secondi. Se prima le automobili dovevano cambiare rapporto allo stesso momento, questo ora sarà variabile e adattato alla tipologia di motore e di cambio così non svantaggiare (o avvantaggiare) nessuno rispetto ad altri. Oltre alla temperatura che da 30 gradi centigradi scende a 23, i valori rilevati non verranno più corretti verso il basso togliendo il 4% bensì mantenuti tali.

CHE NE SARÀ DELLE LEGGI SUL CO2? – I costruttori automobilisti hanno ricevuto il severo e assai difficile obiettivo di raggiungere, entro il 2020, un media di emissioni di CO2 pari a 95 grammi al chilometro. Questo limite è però calcolato sul classico NEDC e, con l’eventuale passaggio al WLTP, non potrà ovviamente essere raggiunto visto l’aumento medio del 20% delle emissioni rilevate. I costruttori automobilistici si sono già messi all’opera e tra le varie soluzioni si prospetta un periodo di transizione in cui verranno mantenuti entrambi i metodi di rilevamento, mantenendo quindi invariato l’obiettivo imposto per il 2020.

PIÙ SINCERI, COME NEGLI USA – Nonostante ciò anche alcuni costruttori sono entusiasti dell’adozione del WLTP in quanto rappresenterebbe un notevole passo avanti nella trasparenza nei confronti del consumatore. Processo che negli Stati Uniti d’America è già avvenuto da qualche tempo visti i risarcimenti milionari che gli acquirenti americani hanno chiesto (e ottenuto) da alcune case costruttrici. Così la Mini Cooper S che nei concessionari europei viene pubblicizzata con consumi di 5,8 L/100 km al di la dell’atlantico viene venduta ai clienti con un più onesto 8,4 L/100 km. Speriamo che presto lo stesso avvenga anche alle nostre latitudini.

 

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