TEST DRIVELand Rover Discovery Sport – Furba come una volpe!

Tutti quelli che la vedono credono che sia una Evoque. Infatti alla prima occasione chiedono se si tratti di una versione a passo lungo o un qualche derivato in chiave familiare di quello che è stato uno dei SUV più desiderati degli ultimi anni. E invece no: non si tratta di una Range Rover Evoque bensì di una Land Rover Discovery Sport. Il quale non ha nulla a che vedere con quel fuoristrada dalle dimensioni imponenti che gli inglesi hanno prodotto a partire dall’89: semplicemente gli inglesi hanno deciso di riunire tutti i modelli in tre famiglie, ognuna con i suoi derivati.  Range Rover, Land Rover Discovery e la futura erede della Land Rover Defender.

Fatta chiarezza sulla nomenclatura vi spiegherò perché questa Discovery Sport è un’automobile furba anzi furbissima. Ma soprattutto furbo è chi la acquista. Prima di tutto la parentela stilistica con la Evoque contribuisce non poco al prestigio della ben più economica erede spirituale della Freelander, con tutti i vantaggi che ne derivano. Bella è bella, ma soprattutto è anche pratica! Ben più pratica di una Evoque, quindi più adeguata ad un uso familiare. Non tanto per la possibilità di avere sette posti in opzione, tanto quanto per la capacità di carico (da 479 a 689 litri, dipendente dalla seconda fila di sedili scorrevole) notevolmente maggiore rispetto alla concorrenza, una migliore abitabilità e una visibilità in fase di manovra degna di questo nome.

Bisogna inoltre aggiungere che da un punto di vista tecnico le due vetture sono praticamente gemelle: stessa piattaforma, stessi motori, stesse trasmissioni. La guidabilità tra le due non differisce particolarmente, se non che la Discovery ha un'impostazione leggermente più turistica. Non è nata per divorare le curve (rollio e beccheggio si sentono) ma scegliendo cerchi in lega con un battistrada generoso (per esempio i 19 pollici) il comportamento diventa affidabile ed intuitivo. Peccato solo per lo sterzo poco consistente, caratteristica comune anche alla Evoque. A farla da padrone sulla Discovery Sport è in ogni caso la comodità, grazie ad un reparto sospensioni con cui potete letteralmente “sorvolare” buche e dossi rallentatori senza percepire alcunché. Dato il suo comportamento piuttosto pacioso, tra i motori disponibili il più indicato è sicuramente il turbodiesel, meglio se nella versione più potente (190 cavalli) così da sopperire al peso non proprio contenuto, fattore che incide sui consumi rilevati: nell’uso quotidiano sono necessari 8 litri di gasolio ogni 100 chilometri. Ma sono le capacità messe in risalto una volta abbandonata la strada a rendere speciali i modelli del produttore inglese, nessuna esclusa. Anche la Discovery SPort è quasi inarrestabile grazie a tre programmi specifici per il fuoristrada. Oltretutto con quale altra concorrente potete affrontare dei guidai di 60 centimetri?

Ebbene: la Discovery Sport è furba anzi furbissima proprio perché non va né meglio né sensibilmente peggio di una Evoque, ma offre più spazio, maggiore praticità, un Infotainment inedito e costa meno. Certo i materiali utilizzati badano più al sodo e le rifiniture non sono così prestigiose come sulla “sorella”, ma il layout dell’abitacolo identico a quest’ultima e il livello qualitativo generale le permette di reggere il confronto con la concorrenza premium tedesca. L’idea di aver attuato una scelta di rinuncia non vi raggiungerà mai. Anzi, semmai la soddisfazione di aver effettuato un acquisto intelligente e razionale.