La casa tedesca inaugura un nuovo acronimo per la sua ultima mini-elettrica
Chiamatela SUM. Opel inventa un nuovo acronimo per la sua Rock-e, auto elettrica da città che secondo la casa tedesca aveva bisogno della definizione di un nuovo segmento di mercato, quello della Sustainable Urban Mobility, ovvero della mobilità urbana sostenibile. Tre lettere che hanno ovviamente soprattutto un valore promozionale per una vettura che vuole rappresentare lo step più basso delle elettriche di nuove generazione. La Rock-e punta a essere un’auto a emissioni zero “entry-level” sul modello della Citroen Ami, altra mini-car elettrica partorita da un’azienda dello stesso gruppo a cui appartiene Opel, ovvero Stellantis.
La Rock-e è davvero un’auto minimale nelle dimensioni (2,41 metri di lunghezza per 1,39 metri di larghezza) e nel bagagliaio, che presenta una capacità di soli 63 litri: ma d’altra parte quella di Opel è un SUM, ovvero una vettura pensata esclusivamente per muoversi in città. In questo senso non sembra essere un problema la batteria da soli 5,5 kWH, che tuttavia assicura un’autonomia di 75 km nel ciclo WLTP, non poco per l’uso per cui la Rock-e si propone. Interessanti i tempi e le modalità di ricarica: per raggiungere il 100% la nuova SUM Opel impiega 3 ore e mezzo se attaccata a una normale presa elettrica domestica, il che rappresenta di certo una buona qualità per la diffusione di questa piccolissima utilitaria. Quanto a prestazioni, il limitatore blocca la Rock-e a 45 km/h di velocità massima.
Essenziale il design, soprattutto quello degli interni, sulla console centrale è presente il supporto per lo smartphone attraverso che può svolgere il ruolo di centro di controllo della vettura attraverso l’app my Opel. La Rock-e arriverà sul mercato all’inizio del 2022.