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APPROFONDIMENTOUn giorno le automobili guideranno da sole?

06.10.14 - 23:20
Gli studi e le ricerche sull’argomento sono tanti. Alcuni sono già pronti, altri preferiscono prima optare per le vie intermedie. Quale il futuro della guida autonoma? Ecco il punto della situazione.
Un giorno le automobili guideranno da sole?
Gli studi e le ricerche sull’argomento sono tanti. Alcuni sono già pronti, altri preferiscono prima optare per le vie intermedie. Quale il futuro della guida autonoma? Ecco il punto della situazione.

Negli ultimi anni si è fatto un gran parlare della cosiddetta guida autonoma, argomento che si fa sempre più insistente nel panorama automobilistico mondiale. Diversi sono i costruttori che con costanza sviluppano la guida completamente autonoma, vale a dire entrare al mattino nella propria automobile e farsi letteralmente trasportare in ufficio senza fare alcunché. Un’automobile con autista, con l’unica differenza che l’autista è virtuale. Una tecnologia che già funziona come ha dimostrato Google che con le sue Prius prive di conducente, le quali hanno già percorso oltre 1 milione di chilometri lungo le strade californiane senza alcun incidente. Questo per molti costruttori, tra cui spicca la svedese Volvo, è l’obiettivo finale. Di idea leggermente diversa il gruppo Volkswagen che, invece, ritiene sia giusto relegare all’automobile tutte quelle attività che non siano piacevoli, per esempio cercare un posteggio: usciamo dall’automobile a destinazione o vicino ad un autosilo e lei cercherà da sola il suo angolino, presentandosi di nuovo nel punto in cui l’abbiamo lasciata quando vogliamo ripartire. La guida semi autonomia invece, tra regolatori di velocità che mantengono la distanza di sicurezza dall’automobile che ci precede, correttivi sul volante per farci stare in carreggiata e “assistenti” nella percorrenza degli incolonnamenti urbani sono una realtà già presente tra molti costruttori premium. Tedeschi in primis.

Progetti interessanti e anche facilmente realizzabili quelli elencati in apertura, per i quali però in molti paesi mancano ancora le basi legali. Una tecnologia che invece sembra piuttosto vicina all’introduzione è la cosiddetta “guida predittiva”. Vale a dire che su una strada di montagna il navigatore, in base alla informazioni in suo possesso tra cui ampiezza della curva, pendenza e larghezza della strada, sarà in grado di comunicare a motore e cambio (automatico) determinate azioni da fare: tenere un rapporto basso in discesa per favorire il freno motore, cambiare dalla terza alla quarta se la curva diventa più ampia, scalare rapporto se ci si avvicina ad un tornante e via dicendo. Il tutto interpretato in chiave e ecologica o sportiva, a dipendenza dei gusti. In questo caso il precursore della disciplina è BMW. Una visione nemmeno utopica dato che sono già molte le automobili in cui rilasciando l’acceleratore – quindi prevedendo di fermarci o comunque di rallentare – mettono il cambio in “neutro” facendoci veleggiare, oppure quelle in cui il cambio automatico, a seguito di una leggera ma costante pressione sul freno, scalano rapporto aumentando l’effetto del freno motore. O ancora citiamo Audi i cui fari adattivi non solo variano il loro fascio luminoso in base allo sterzo e alla velocità, ma anche in base al tipo di strada (città, fuori località o autostrada) sul quale l’auto sta muovendo le sue ruote. Questa informazione i fari adattivi la ricevono dal navigatore.

Tutto, insomma, non è nemmeno così difficile da realizzare. Resta sempre l’eterna domanda che alla fine è determinante per qualsiasi casa automobilistica: i nostri clienti vogliono davvero acquistarlo? Finché si tratta di una funzione che aumenta la sicurezza o fa risparmiare qualche goccia di carburante senza distoglierci il compito di guidare, sono in molti a darne il benvenuto. Decisamente diverse sono invece le opinioni quando questi sistemi iniziano a dialogare con le infrastrutture stradali della città, con pedali che iniziano a vibrare e assillanti informazioni che appaiono sull’head-up display in cui avvisano che il semaforo ubicato a mezzo chilometro da noi diventerà rosso. A volte un bel corso di guida ecologica e di guida preventiva possono essere molto più efficaci di tantissimi sensori e dispositivi. Perché l’ultima parola sull’automobile, in fine dei conti, ce l’avremo sempre ancora noi. O almeno questo è ciò che si spera.

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