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PROVA SU STRADABMW M550d: La rivoluzione che non c'è

10.12.12 - 07:00
Tanto spazio, prestazioni elevate abbinate a consumi apparentemente bassissimi con in più la praticità della trazione integrale. Poteva essere l’auto definitiva per eccellenza, ma guidandola abbiamo scoperto che…
Davide Saporiti
BMW M550d: La rivoluzione che non c'è
Tanto spazio, prestazioni elevate abbinate a consumi apparentemente bassissimi con in più la praticità della trazione integrale. Poteva essere l’auto definitiva per eccellenza, ma guidandola abbiamo scoperto che…

LE CARTE IN REGOLA - La BMW M550d, almeno sulla carta, sembrerebbe rispondere a tutte le esigenze dell’automobilista amante delle prestazioni con famiglia a carico (o particolari esigenze di spazio) che negli ultimi tempi caratterizzati dal continuo aumento del prezzo dei carburanti si è semplicemente stufato del grande esborso in preziosa benzina a 98 ottani per alimentare la sua familiare sportiva. Mi immagino che una vettura come questa possa per esempio essere scelta da chi possiede una RS6, che grazie allo scatto da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi non deve rinunciare alle ottime prestazioni, garantite dal propulsore Diesel che d’altro canto dichiara un consumo medio di 6,4 L/100 km racchiudendo il tutto nella pratica carrozzeria di una familiare (ma c’è anche berlina) con in più il vantaggio tanto caro alla Svizzera della flessibilità garantita dalla trazione integrale. Questo – come detto – è quello che si potrebbe pensare sulla carta, perché la realtà dei fatti non è esattamente quella che potrebbe sembrare.

UN PREZZO DA CAPOGIRO - Solitamente non è nel nostro stile, ma questa volta dobbiamo proprio iniziare dal prezzo di listino perché, una volta appresso quanto cosa  senza nemmeno un optional, stavamo quasi per avere un attacco di cuore: sono infatti centoventimila i franchi richiesti, cui ne vanno chiaramente aggiunti altri qualora si volesse attingere alla lunga, ricca ed invitante lista di accessori. Ma cosa si ottiene per questa cifra? Di per sé una familiare sportiva a gasolio curata dal rinomato reparto Motorsport di BMW, che per la prima volta propone un propulsore di questo tipo. E che propulsore: sei cilindri in linea, 3 litri di cilindrata, tre turbine (si, avete letto bene: tre) per una potenza di 381 cavalli (con i suoi 127 cavalli/litro è il Diesel con la maggior potenza specifica del mondo) e una coppia di 740 Newtonmetri. Escludendo il V8 da 4,2 litri recentemente introdotto sulla Porsche Cayenne S Diesel (382 cv, 850 Nm) si tratterebbe del Diesel più potente e più forte attualmente in produzione. Il suo funzionamento delle tre turbine è spiegato nel riquadro a calce e nel video in allegato, mentre all’atto pratico si traduce in un’erogazione di potenza semplicemente interminabile dal minimo fino alla zona rossa situata 5’400 giri/min. Una spinta che, però, si rivela meno spettacolare di quanto si fosse annunciato. Pur essendo corposa nei primi quattro rapporti sembra che una volta innestato il quinto tenda perdere parecchia verve, ed in ogni caso sul rettilineo non riesce ad esprimere tutto il potenziale motoristico di cui dispone.

LA MASSA CHE NON CI VORREBBE - Per far “lavorare” in modo corretto questo triturbo e quindi godere dei suoi pregi occorre cimentarsi in un percorso guidato, tenere l’ago del contagiri tra i 2 ed i 4'000 giri al minuto utilizzando il velocissimo cambio automatico ad otto rapporti e gustarsi lo spunto nelle uscite di curva. La trazione integrale in questo caso sembra che riesca quasi sempre a trovare un piccolo rettilineo anche nelle volte più strette, offrendo sempre un’ottima motricità e possibilità di eventuali correzioni con lo sterzo che, pur non essendo particolarmente diretto, risponde sempre con prontezza ai comandi. L’assetto regolabile lavora molto bene ed è anche uno dei componenti che fanno della M550d una gran familiare sportiva riuscendo a mascherare quell’enorme massa di 2'065 chili che si porta appresso, la quale emerge in particolare in frenata e sulle strade con fondo bagnato. Proprio come sulla nobile M5 sono i chili in eccesso il suo più grande flagello. A causa della massa la naturale impostazione leggermente sottosterzante già conosciuta sulla normale Serie 5 si fa ancora più evidente; tuttavia la trazione integrale xDrive fa si che i guidatori più audaci riescano – insistendo con l’acceleratore – a farle trovare l’equilibrio che le serve visto che in tali condizioni gran parte della coppia viene comunque spedita al retrotreno. E questo si sente, anche se dolcemente.

CONSUMI TROPPO ALTI - Nel mondo reale, in cui la M550d si affaccerà e vivrà per la maggior parte del suo tempo, ad esclusione di un assetto leggermente più rigido (niente di estremo, tranquilli…) non v’è proprio nulla che vi faccia anche solo lontanamente intuire di essere alla guida di un’automobile creata dalle abili mani della M Gmbh. Ugualmente silenziosa, ugualmente comoda, ugualmente vellutata. Solo l’abitacolo rifinito con molto gusto da qualche tocco di alcantara e dei sedili sportivi lasciano trapelare che non si tratta di una 520d aziendale. Ed i consumi, grande interrogativo che le ruota attorno, finiscono per assestarsi sui 9 litri di gasolio ogni 100 chilometri percorsi anche se si viaggia sempre in autostrada ad andature più che civili. E qui, per l’appunto, sopraggiunge un grande dilemma.

LA SPESA VALE LA RESA? - Molti appassionati hanno gridato allo scandalo non appena si è saputo di un motore Diesel marchiato “M”, ma questo secondo noi è il minore dei mali. Fino ad oggi guidare qualcosa che poteva vantare questa lettera dell’alfabeto con le classiche tre strisce colorate sul lato sinistro significava essere alla guida di un oggetto unico e di rara perfezione ingegneristica in chiave sportiva. Con la M550d non si prova nulla di tutto questo pur impiegando il meglio della tecnica oggi conosciuta. Forse il vero problema è che le aspettative – pure le nostre – nei confronti di quest’auto erano talmente alte che, alla prova dei fatti, si rimane un po’ delusi, con un vuoto con non viene colmato a dovere. Riassumendo molto sinteticamente il problema è che non si riesce a percepire tutto questo gran salto, questa gran differenza, questa gran rivoluzione, questa gran emozione rispetto ad un’altrettanto valida 535d xDrive con pacchetto sportivo M. E, guarda caso, quando le si posteggiano fianco a fianco si fa quasi fatica trovare le differenze tra l’una e l’altra.

 

SCHEDA TECNICA

ModelloBMW M550d xDrive
VersioneTouring
Motore6 cilindri in linea, turbodiesel a tripla sovralimentazione
Cilindrata2'993 cc
Potenza381 cv @ 4'000 - 4'400 giri/min.
Coppia740 Nm @ 2'000 - 3'000 giri/min.
TrasmissioneCambio automatico a 8 rapporti, trazione integrale
Massa a vuoto2'065 kg
Accelerazione 0-100 km/h4,9 secondi (dichiarato)
Velocità massima250 km/h (dichiarato)
Consumo medio6,4 L/100 km (dichiarato)
Prezzo119'900 CHF
Prezzo esemplare provato149'900 CHF

 

 

COME FUNZIONA IL DIESEL TRITURBO
La domanda più ricorrente quando si parla questo motore riguarda il funzionamento delle sue turbine. Tutte e tre sono ubicate sul lato destro del sei cilindri in linea da tre litri; due di queste sono di piccole dimensioni ma ad alta pressione, mentre una di dimensioni maggiori è a bassa pressione. Già poco sopra al minimo interviene subito una delle due turbine più piccole per far si che le minime sollecitazioni dell’acceleratore ai bassi regimi siano tradotte in un immediata disponibilità di potenza. A partire da 1'500 giri/min. il maggiore flusso di gas di scarico permette di far entrare in azione anche la turbina più grande, che assieme a quella più piccola citata prima riesce a garantire già a questo regime la coppia massima di 740 Newtonmetri il quale rimane costante fino a 3'000 giri/min. Superati i 2'700 giri al minuto, quando il guidatore richiede il massimo della potenza, una valvola ubicata nell’impianto di scarico apre un condotto supplementare (bypass) verso la grande turbina, nel cui percorso è però integrata la seconda turbina di piccole dimensioni . A questo punto succede che la turbina grande riceve una pressione di sovralimentazione ancora maggiore visto che questa proviene ora non più solo da una delle turbine piccole, bensì da entrambe, fornendo così la potenza massima di cui è capace il propulsore.

 

 

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