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TEST DRIVEFord Focus ST SW, sapore mordente

02.12.19 - 06:00
L’allestimento sportivo allestito dalla divisione Performance combina il turbodiesel potenziato da 190 cv all’assetto specifico con sterzo più diretto, per una guida dall’evidente dinamismo.
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Ford Focus ST SW, sapore mordente
L’allestimento sportivo allestito dalla divisione Performance combina il turbodiesel potenziato da 190 cv all’assetto specifico con sterzo più diretto, per una guida dall’evidente dinamismo.

Un’identità sportiva non si nega a nessuno o quasi. E' precisamente in quest’ottica che Ford ha sviluppato la linea ST, pensata per aggiungere una bella fetta di dinamismo supplementare ed estesa a più motorizzazioni e formati di carrozzeria. Come nel caso della Focus Station Wagon così equipaggiata, nella variante turbodiesel 2.0 EcoBlue a due ruote motrici (44’200 CHF), contraddistinta da un carattere piuttosto deciso, senza rinunciare a praticità ed ampia autonomia.

Che contenuti offre in più la ST rispetto alle versioni “normali”?
Il design appare caratterizzato, ma si discosta solo moderatamente dal look standard del modello, preferendo confinare ai dettagli l’impressione di maggior “tono” d’insieme: cambiano la mascherina anteriore (a nido d’ape) ed altri elementi minori, fascioni paracolpi e minigonne sono più pronunciati mentre in coda, sopra al lunotto, figura uno spoiler maggiorato. Si aggiungono inoltre l’assetto ribassato di 10 mm e le ruote standard da 19 pollici. Più accentuata la gamma di interventi tecnici, a cominciare dallo stesso turbodiesel di due litri che vanta una potenza più pronunciata rispetto ai 150 cv standard: sulla ST è stato portato a 190 cv a 3500 giri, con coppia massima che tocca il picco di 400 Nm tra 2000 e 3000 giri, offrendo però già 360 Nm a 1500 giri e permettendo alla wagon tedesca di sfoggiare prestazioni di tutto rispetto, con scatto da fermo ai 100 km orari in 7,7 secondi e punta massima di 220 km/h. Anche per questo, oltre all’assetto rivisto, sono della partita ulteriori interventi tecnici alle sospensioni posteriori, adattate nel posizionamento degli ammortizzatori per conservare più precisione in funzione delle variazioni di carico; così come lo sterzo reso più diretto e con differente geometria di attacco anteriore e l’impianto frenante potenziato, che prevede dischi anteriori da 330 mm di diametro.

Che tipo di guida ci si deve dunque attendere?
Al volante, la sportività della Focus Wagon ST è tangibile sin dai primi chilometri, anche se tocca alla frenata lasciare una sensazione di incompiutezza, data la tendenza ad allungare un po’ la risposta, pur applicando una certa forza sul pedale. L’assetto in modalità di marcia standard è invece immediatamente rigido, pur consentendo un assorbimento sufficiente; la modalità sportiva accresce ulteriormente tale caratteristica e si rende efficace solo a patto di avere a disposizione un manto stradale liscio e perfettamente a punto, pena qualche saltellamento eccessivo che disturba ritmo e qualità dell’esperienza. Il comando di sterzo è diretto e incisivo, dal “peso” piuttosto evidente ma non eccessivo per aggiungere un po’ di sensibilità aggiuntiva; anche qui, con la regolazione più spinta è richiesta ulteriore forza e nel misto, sulla distanza, il comando può rivelarsi un velo affaticante. Il due litri turbodiesel spicca per il vigore tangibile tanto ai bassi quanto nell’allungo intermedio – la gamma di utilizzo ideale è piuttosto ristretta – spingendo con gran brio la Focus Wagon (seppur al prezzo della sonorità sportiva artificiale imposta dall’elettronica di bordo); le variazioni di andatura sono evidenti ad ogni pressione del gas e permettono di “giocare” con gusto di curva in curva, complici i movimenti ridotti del corpo vettura, l’inserimento rapido dell’avantreno e l’evidente tenuta laterale. Con retrotreno stabile ma vivo, che contribuisce a trasmettere al conducente il livello di impegno della vettura. E consumi sotto controllo, con medie d’uso reali attorno ai 7 l/100 km. Apprezzabile il cambio manuale, con leva dalla corsa ridotta e innesti secchi e decisi, non leggerissimi ma piuttosto rapidi; la motricità nello stretto è integrata dal controllo di trazione con frenata sulla ruota con minor aderenza, efficace.

Nell’abitacolo ci sono differenze importanti?
Ben caratterizzata la posizione di guida, grazie alle ampie regolazioni che permettono di ritagliarsi la postura preferita e con l’evidente contributo dei sedili avvolgenti Recaro, suggestivi da vedere e ancor più da “indossare” grazie al notevole contenimento laterale e alla rigidità del sostegno, piacevole e mai stancante; il contatto con la meccanica è ben più diretto ed amplifica la sensazione di sintonia col mezzo. Il resto dell’ambiente conserva i toni razionali e piuttosto ben curati delle altre Focus, includendo il consueto sistema di connettività Sync 3 con schermo centrale a sfioramento da 8” completo di interfacce complete e funzionalità hotspot wifi. L’accoglienza posteriore non è perturbata dalla presenza dei più voluminosi sedili sportivi e lascia una buona libertà di movimento ai passeggeri; in questa zona c’è solo un’unica presa di corrente 12V, in compenso lo schienale include la botola di passaggio per i carichi di notevole lunghezza. Che si aggiunge ad un bagagliaio completo di doppio fondo e dalla notevole cubatura complessiva (608/1653 litri).

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