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TEST DRIVEV60 D4 Cross Country, oltre i confini

15.11.19 - 06:00
L’accogliente wagon svedese declinata nell’allestimento crossover si lascia apprezzare per l’isolamento aggiuntivo, senza perdere le conosciute ad apprezzate qualità stradali delle altre versioni.
Volvo
V60 D4 Cross Country, oltre i confini
L’accogliente wagon svedese declinata nell’allestimento crossover si lascia apprezzare per l’isolamento aggiuntivo, senza perdere le conosciute ad apprezzate qualità stradali delle altre versioni.

Dentro e fuori dai sentieri battuti: è quello che da oltre vent’anni propone Volvo nel segmento delle classiche station wagon con la soluzione di allestimento Cross Country, poi seguita da parecchie altre Case come ideale congiungimento tra le auto convenzionali ed il mondo Suv/crossover. Soluzione ottimamente rappresentata, per l’occasione della prova, dalla grande V60 nella polivalente versione turbodiesel D4 AWD da 190 cv, proposta a partire da 63'600 CHF.

Come cambia sopra e sottopelle la variante Cross Country?
Elegante ed in certo modo imponente, seppur con gran garbo, la V60 CC presenta in effetti ingombri piuttosto decisi, seppur distanziati dall’ammiraglia 90: la lunghezza raggiunge pur sempre i 4,79 metri su questo allestimento, combinata ad una larghezza di 1,89 m. C’è infatti qualche centimetro in più in entrambe le dimensioni rispetto alle varianti puramente stradali, aggiunto dai fascioni paracolpi specifici e dai passaruota allargati con le protezioni aggiuntive. A colpo d’occhio, anche questo allestimento conserva però la consueta ed apprezzata finezza di linee e di superfici levigate, cara alla Casa ed ulteriormente sviluppata con la nuova generazione di modelli. Specifico per la Cross Country è inoltre lo sviluppo di un assetto rialzato da terra, e non di poco: 75 mm in più rispetto allo standard del modello, per una “luce” utile che in questo caso arriva fino a 210 mm, consentendo di affrontare con agio ben superiore i terreni accidentati. Grandi anche le ruote standard, da 19”. A muovere la D4 provvede il consueto quattro cilindri turbodiesel di due litri, accreditato di una buona potenza (190 cv) e di una coppia altrettanto ben sviluppata, con picco di 400 Nm costante tra 1750 e 2500 giri; la trasmissione è automatica a otto rapporti, mentre la trazione integrale AWD è accompagnata dalla specifica modalità di marcia per i fondi naturali, attivabile a bassa andatura insieme agli altri programmi standard tra cui anche quello sportivo. Un po’ elevato il peso: sulla bilancia l’auto arriva a 1927 kg.

E la guidabilità? Che carattere di marcia mostra la vettura?
Al volante, l’elegante Cross Country conserva il carattere della versione standard, aggiungendovi tuttavia alcune peculiarità. In primo luogo per la posizione di guida, un po’ più rialzata quel tanto che basta da risultare più panoramica, allargando al visuale sullo spazio tutt’attorno; poi, per la risposta più dolce e lievemente ammorbidita delle sospensioni rialzate, che tolgono qualcosina alla rapidità nei cambi di direzione – poca cosa, per la verità – offrendo però al contempo una maggior dolcezza d’insieme, combinata ad un rimarchevole senso di isolamento. Che sarebbe davvero perfetto se non fosse per dei lievi, seppur avvertibili tremolii percepibili nel passare sulle asperità in modalità Comfort; questi spariscono adottando la taratura sportiva, che tuttavia a sua volta toglie l’effetto “cuscino” riportando l’auto ad un comportamento più diretto. In ogni caso apprezzabile tra le curve in successione per il maggior controllo del corpo vettura, anche nell’ottica del comfort dei passeggeri più sensibili alla guida in montagna. In generale la V60 CC si conferma in ogni caso un’eccellente viaggiatrice, combinando relax ed accoglienza di livello superiore con la rimarchevole silenziosità di bordo. La guida è docile, particolarmente equilibrata e precisa: basta sempre poco sterzo per seguire traiettorie e cambiare direzione, anche grazie ai movimenti ben ridotti e controllati della carrozzeria. Spicca anche la maneggevolezza, superiore alle aspettative per il favorevole raggio di sterzata, che si fa apprezzare in modo particolare in manovra e nello stretto. Erogazione elastica ma anche vivace per il D4 Volvo, appena un velo meno rotondo rispetto alle più raffinate unità di pari caratteristiche, ma in ogni caso apprezzabile per spinta e prontezza; sufficiente ad ogni modo ad impartire all’auto uno scatto deciso, con passaggio 0-100 km/h in appena 8,2 secondi con punta massima di 210 km orari. E un consumo effettivo più che accettabile, con 7,5 l/100 km registrati nel corso del test su percorsi variegati. Come sulle altre auto del segmento, un ampio ruolo a bordo è assicurato agli assistenti attivi alla guida, e nel caso di Volvo il regolatore di velocità adattivo con controllo dinamico della sterzata (Pilot Assist) offre un funzionamento particolarmente raffinato, affidabile ed a punto, seppur limitato ad andature fino a 130 km orari.

Ambiente ricercato, come da tradizione.
A bordo della vettura si ritrova la consueta, pregiata atmosfera di ricercatezza ed accoglienza, anche per merito dei numerosi componenti aggiuntivi di allestimento presenti sull’auto di test. Alle poltrone anteriori particolarmente ampie e confortevoli si combina un divano largo e ottimamente distanziato dalla fila anteriore, con il corredo di una climatizzazione capillare anche in questa zona dell’auto. Ampio e ben sfruttabile il vano di carico, con valida cubatura (529/1441 litri) suddivisibile tramite divisorio ribaltabile e vano supplementare sotto il ripiano principale, seppur ben poco regolare nella profondità. A centro plancia spicca come sempre il grande schermo verticale a sfioramento, che centralizza tutti i comandi e i servizi multimediali includendo gli stessi controlli della climatizzazione: in questo modo, però, le relative regolazioni risultano un po’ meno dirette ed intuitive, oltre a richiedere qualche passaggio in più rispetto ai comandi convenzionali.

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