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TEST DRIVEDB11, il meglio di Aston Martin

14.12.18 - 06:00
L’ultimo modello apre un nuovo capitolo di storia, pur restando fedele alle linee classiche ed eleganti: potente e raffinata come mai prima, la nuova coupé incarna l’essenza della marca britannica.
DB11, il meglio di Aston Martin
L’ultimo modello apre un nuovo capitolo di storia, pur restando fedele alle linee classiche ed eleganti: potente e raffinata come mai prima, la nuova coupé incarna l’essenza della marca britannica.

Il forte, forse indissolubile legame tra Aston Martin ed il mito di James Bond continua intatto: anche l’ultimo modello, la DB11, viene inevitabilmente associato al più famoso e suggestivo agente segreto britannico. Forse anche perché entrambi riescono nel sottile compito di evolvere abbracciando l’epoca più moderna con entusiasmo, pur senza abbandonare la tradizione.

Cosa offre in più questa nuova, affascinante coupé sportiva?
La speciale Gran Turismo dimostra già a prima vista tutto questo. Sebbene disegnata partendo dal classico foglio bianco, resta immediatamente riconducibile all’universo stilistico Aston Martin. Merito dei tanti dettagli che generano un equilibrio stilistico inconfondibile: grande griglia frontale, proporzioni classiche con caratteristico cofano motore allungato, forme fluide e diversi dettagli intelligenti. La due porte spicca dunque per personalità ed eleganza, ben lontana da qualsiasi eccesso nonostante le appendici aerodinamiche ben presenti; lo stesso passaggio del flusso d’aria di raffreddamento viene invece indirizzato elegantemente e discretamente attraverso il vano motore ed il fondo della vettura, per ottenere le migliori prestazioni aerodinamiche senza perturbare la “naturale” armonia delle linee. Proprio come un agente segreto vestirebbe l’abito più adeguato in una missione di massima importanza.
L’ambiente interno presenta anche qui un’evoluzione decisa e vistosa rispetto a quello offerto dal modello precedente, la DB9 costruita tra il 2004 e il 2016. Le caratteristiche più sorprendenti si ritrovano in primo piano nella strumentazione, ora completamente digitale, nonché nell’inedito comando di controllo a rotazione, a centro plancia, che pilota la nuova unità di infotainment di origine Mercedes. Anche in questo caso si tratta in realtà di un importante passo avanti, poiché sino ad ora questo ormai fondamentale componente dell’abitacolo e della vita a bordo dell’auto era sempre stato considerato il punto debole delle lussuose auto sportive britanniche. Nonostante le moderne tecnologie, l’abitacolo della DB11 resta pienamente all’altezza della sua fama più tradizionale: la pelle della miglior qualità, con inserti decorativi cuciti con cura certosina, riveste estensivamente l’ambiente contribuendo ad un’accoglienza di classe e livello superiori.

Tra tecnologie e meccanica, sono dunque arrivati elementi Mercedes…
È così: le due Case hanno stretto un accordo di partnership per consentire ad Aston Martin di attingere non soltanto ai sistemi di infotainment tedeschi più avanzati, ma anche ad alcuni elementi tecnici. La DB11, disponibile con due differenti motorizzazioni, offre dunque di base il V8 Mercedes di 4 litri da 510 CV, mentre al vertice conserva l’irrinunciabile 12 cilindri a V pienamente supportato dallo sviluppo interno: nell’ultima versione da 5,2 litri di cubatura, Aston Martin ha impiegato per la prima volta un doppio turbocompressore per ridurre i consumi ed incrementare le prestazioni. Come testimoniano i 608 cavalli a disposizione, combinati ad una ragguardevole coppia di 700 Nm; riserve prestazionali che garantiscono la massima rapidità di azione, con scatto da fermo ai 100 km/h in appena 3,9 secondi e punta massima di 322 km orari. Ma i numeri, per la DB11, in fondo significano poco. La coupé britannica tutto intende incarnare tranne che l’essenza puramente sportiva in caccia dell’ultimo decimo di secondo; è invece la classica Gran Turismo nella sua forma migliore, con la quale si possono comodamente percorrere anche i viaggi più lunghi.
Ruolo che è stato perfettamente interpretato dagli ingegneri Aston Martin di Gaydon. Lo stesso 12 cilindri è chiaramente udibile all’avviamento ed è sempre presente durante la guida, ma mai invadente né eccessivo; i cambi di marcia avvengono attraverso una trasmissione automatica a otto rapporti, fluida e docile come si addice a una GT. Il telaio, poi, appare tanto equilibrato quanto godibile. La vettura assorbe con grande efficacia ogni irregolarità del manto stradale, scivolando dolce e silenziosa lungo la strada nonostante l’anima sportiva: sempre in primo piano, da fuori, attraverso il lungo cofano e i voluminosi passaruota posteriori, ma per il resto questa Aston Martin è pienamente adatta all’impiego quotidiano senza alcun compromesso. Naturalmente, i due sedili posteriori possono essere considerati solo come sedili di emergenza o come pratici supporti per i bagagli aggiuntivi.

Sul piano della guida, quanto è “decisa” la sportività della DB11?
Nonostante il comfort superiore, da una Aston Martin ci si aspettano anche ben altri talenti. Che proviamo a verificare, ad esempio, imboccando la splendida strada del passo dell’Albula, che offre non soltanto panorami mozzafiato ma anche svariate combinazioni di curve. La DB11, con una larghezza di 1,94 metri, non è certo un’auto compatta e con quasi 1,9 tonnellate non è nemmeno leggera: eppure, riesce ad offrire un coinvolgimento di guida intenso lungo i passaggi tortuosi. Dallo stesso volante, gli ammortizzatori delle sospensioni e la trasmissione possono essere configurati su “Sport” o addirittura “Sport+”, indipendentemente dalla modalità “GT”: nella configurazione più sportiva, la coupé inglese diventa nettamente più rigida e dimostra di saper essere anche una vera sportiva. Gli ammortizzatori garantiscono risposte più secche, rapide e puntuali, lo sterzo guadagna in peso e sensibilità ed in questo modo l’auto sembra molto più precisa da condurre. Con le valvole di scarico aperte, il motore reagisce in maniera più diretta ai comandi dell’acceleratore ed i passaggi di marcia sono più rapidi e diretti, sia automaticamente che tramite le palette al volante. Per una migliore distribuzione del peso, il cambio si trova sull’asse posteriore: aspetto particolarmente avvertibile quando si accelera in uscita dai tornanti stretti, dove la trazione posteriore garantisce gran efficacia e sicurezza di trazione. Anche grazie al differenziale a controllo elettronico, che distribuisce al meglio la coppia tre le due ruote. Tutte qualità che farebbero la felicità anche dell’agente segreto in un rapido inseguimento; il quale dovrebbe tuttavia preventivare non meno di 206’800 franchi per la sua auto… “aziendale”.

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