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TEST DRIVECarrera T, dedicata agli sportivi “puristi”

12.11.18 - 08:23
La 911 “Touring” punta alla guida essenziale con l’allestimento minimalista unito ad assetto ribassato, cambio manuale a sette marce e differenziale autobloccante. Il boxer 3.0 eroga 370 cv.
Carrera T, dedicata agli sportivi “puristi”
La 911 “Touring” punta alla guida essenziale con l’allestimento minimalista unito ad assetto ribassato, cambio manuale a sette marce e differenziale autobloccante. Il boxer 3.0 eroga 370 cv.

Tra tante sportive di grandi prestazioni ma dal sapore piuttosto internazionale e leggermente annacquato, la versione T (“Touring”) della 911 Carrera (in listino a 140'600 CHF) ha l’indubbio merito di andare in radicale controtendenza: si tratta di una versione speciale, un po’ di nicchia, se volete, tra gli stessi clienti di questo storico modello; in compenso, ricambia le attenzioni con un carattere “puro” di grande intensità, che ha il merito di tornare alle radici essenziali della guida ispirata. Ecco come.

Dove cambia la classica coupé di Stoccarda a motore boxer?
L’attenzione della costruzione è tutta giocata sulla semplicità e sull’essenzialità: a bordo è previsto solo quello che serve per esaltare la guida dinamica, il resto è stato tolto o è in opzione. Nell’abitacolo si rinuncia ad esempio agli strapuntini posteriori, sostituiti dalla sola moquette che peraltro libera maggior spazio per i bagagli, oltre che allo stesso sistema di comunicazione integrato (PCM); entrambi sono in ogni caso ottenibili senza sovrapprezzo. I cristalli laterali sono inoltre più sottili per ridurne il peso – si risparmiano 20 kg su una Carrera standard, per una massa contenuta in 1425 kg – oltre che per meglio trasmettere maggiormente rombosità del motore: non più un limite al comfort bensì un elemento integrante dell’esperienza di guida. Il design di carrozzeria e interni beneficia di attenzioni speciali, che caratterizzano la versione senza incidere sulla massa, mentre la meccanica presenta adeguati “aggiustamenti” pensati in funzione dell’intensità delle emozioni. Dunque assetto ribassato di 20 mm standard, combinato a ruote da 20” (sono quelle della Carrera S) con ammortizzatori a smorzamento attivo preselezionabile su due livelli (normale e sportivo), con sterzata posteriore disponibile in opzione. Sotto il compatto cofano posteriore, inoltre, il classico boxer sei cilindri di 3 litri biturbo è abbinato ad un eccellente cambio manuale a ben sette marce contraddistinto dalla rapportatura ravvicinata, mentre la trasmissione con trazione posteriore include di serie il differenziale autobloccante meccanico associato alla funzionalità di distribuzione della coppia alle ruote per influenzare attivamente il comportamento del veicolo tra le curve (Torque Vectoring). I cavalli non sono moltissimi, 370 a 6500 giri – dunque la potenza minima sulla gamma 911 – ma combinati alla coppia generosa (450 Nm tra 1700 e 5000 giri), al peso contenuto ed al cambio ravvicinato, sono più che sufficienti per conferire alla Carrera T un mordente di assoluta qualità in accelerazione.

Al volante, si respira un’atmosfera particolare…
Si prende confidenza con la “T” attraverso un abitacolo caratterizzato all’occorrenza da tanti dettagli nella tinta di carrozzeria, in vistoso contrasto alle note scure predominanti, mentre le cinghiette in tessuto per la chiusura delle portiere ed i sedili sportivi ad elevato contenimento laterale (tuttavia dotati di pratici registri elettrici) trasmettono subito le giuste “vibrazioni” sulla natura dell’auto, insieme al rombo possente del “tremila” boxer subito ben udibile dall’accensione. Dopo tanti automatici doppia frizione o convenzionali, dalla resa esemplare, tornare al classico comando manuale (con leva più diretta e corta rispetto a quanto previsto sulla Carrera base) assicura un sapore classico ma al tempo stesso intenso, perché con la necessità di ben coordinarsi tra frizione e leva si torna a dover lavorare di più sui comandi dell’auto, a tutto vantaggio del coinvolgimento. Con questa soluzione non si è più veloci né in accelerazione pura né nella guida sportiva rispetto all’automatico PDK offerto comunque in opzione, ma su un allestimento essenziale come questo la maggior manualità di controllo calza a pennello. E poi, sette marce manuali sono una rarità. Il comando è rapido, secco e con innesti piuttosto consistenti che impongono un minimo di forza da parte de conducente: non si sbaglia mai rapporto – nemmeno tra quinta e settima, entrambe in avanti – grazie all’estrema precisione del comando. Anche se siete virtuosi del punta-tacco, tuttavia, la doppietta la 911 T la esegue da sé a ogni cambiata: un automatismo eccezionalmente ben calibrato che rende tutti bravi velocizzando e raccordando al meglio il passaggio alla marcia inferiore. Tutti i rapporti sono inoltre ravvicinati, compresa l’ultima marcia non troppo lunga (2200 giri a 130 km/h indicati); la progressione è dunque notevole e contribuisce allo scatto da fermo in 4,5 secondi, mentre la punta massima raggiunge la ragguardevole soglia dei 293 km/h.

E la guida offre un coinvolgimento di gran carattere.
Pieno e vigoroso, il 3.0 boxer biturbo offre di suo il meglio ai regimi medio alti, con il massimo a 5000 giri dove mostra una risonanza particolarmente piena e coinvolgente. L’allungo verso la zona rossa è ugualmente rapido ma perde leggermente smalto; per ovviare servirebbero 30-50 cv supplementari. Questo però non toglie nulla alla guidabilità della vettura, agilissima come tutte le 911 quanto efficace nello scaricare a terra cavalli e coppia: l’estrema raffinatezza di sospensioni e bilanciamento si traduce in una spinta principalmente in avanti anche in uscita di curva, con il sovrasterzo di potenza avvertibile (e controllabile al millimetro col gas) solo quando si inizia volutamente ad anticipare con eccesso il dosaggio del gas in uscita di curva. Eccellente lo sterzo, progressivo, preciso e godibilissimo, insieme ad un avantreno sempre “granitico” nell’aderenza e nella progressione di appoggio. Senza mai sorprese. La frenata, infine, conferma l’eccellenza Porsche anche con i dischi standard da 330 mm, grazie al peso ridotto dell’auto. Tutto sommato confortevole quanto basta anche in autostrada, dove la rumorosità resta sempre entro limiti contenuti a sufficienza: essenziale e purista, la Carrera T si rivela di gran lunga tra le più ispirate della vasta gamma 911, nonostante la motorizzazione “base”.

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