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JEEP GRAND CHEROKEE TRAILHAWKQuando l’ammiraglia si sporca le mani

01.03.17 - 06:00
La più lussuosa tra le Jeep, oltre ad essere stata lievemente aggiornata, ottiene ora la sua versione dedicata al fuoristrada estremo.
Quando l’ammiraglia si sporca le mani
La più lussuosa tra le Jeep, oltre ad essere stata lievemente aggiornata, ottiene ora la sua versione dedicata al fuoristrada estremo.

L’inizio del nuovo anno porta novità anche per la storica ammiraglia Jeep, la Grand Cherokee che nella versione attuale è commercializzata in Europa dal 2011, con il principale cambiamento che interessa il suo lato più “rude”: anche se ha dovuto aspettare un po’ più delle altre, la grande 4x4 americana può anch’essa finalmente vantare una versione dedicata specificamente al fuoristrada, l’inedita Trailhawk. Nell’universo Jeep, infatti, il marchio “Trail Rated” certifica la capacità off-road del veicolo verificata su alcuni dei sentieri più difficili del pianeta. Il nuovo allestimento si inserisce, per la verità, nel contesto del leggero aggiornamento riservato all’intera gamma, distinguibile esteticamente per l’introduzione di lievi ritocchi estetici; tra cui spiccano calandra e paraurti ridisegnati, insieme a proiettori ritoccati. L’allestimento “stradale” di punta, Summit, può essere inoltre impreziosito con pacchetti extra inclusivi di rivestimenti integrali in pelle estesi a plancia, tunnel centrale, pannelli delle portiere, capaci di innalzare considerevolmente la ricercatezza dello spazioso ambiente di bordo.

Non cambiano invece meccanica e motorizzazioni, affidate sul mercato svizzero ad un unico diesel 3.0 da 250 cv affiancato da tre unità benzina (3.6 V6 286 cv, 5.7 V8 352 cv, 6.4 V8 468 cv della sportiva SRT); per tutte le unità propulsive, la trasmissione è automatica a otto rapporti. Su questa base si innesta dunque l’inedita versione Trailhawk, offerta con i due motori meno potenti (diesel e sei cilindri benzina, stesso prezzo) e caratterizzata da un “vestito” specifico: il rivestimento antiriflesso nero opaco sul cofano si combina al paraurti anteriore privo di spoiler in modo da incrementare l’angolo di attacco in fuoristrada (35,8°), mentre tecnicamente sono presenti protezioni inferiori metalliche ed un’unica gommatura specifica, GoodYear Adventure M+S su cerchio da 18” con rinforzi in Kevlar nella struttura per limitare il rischio di forature o danneggiamenti sugli ostacoli più aggressivi.

Non basta: la trazione integrale, con ridotte e differenziale posteriore a slittamento limitato controllato elettronicamente, riceve una taratura specifica, al pari delle sospensioni pneumatiche regolabili (altezza da terra fino a 27,5 cm) e del programma di controllo della motricità sui vari tipi di fondo (Selec-Terrain System); viene inoltre adottato il Selec Speed Control, col quale si può variare l’andatura minima (anche fino a 1 solo km/h) sia in salita sia in discesa. L’abitacolo non rinuncia ad alcuna raffinatezza, ma adotta sedili anteriori più avvolgenti con porzione centrale scamosciata per incrementare il contenimento laterale, il tutto impreziosito da cuciture rosse a contrasto.

Dedicata agli appassionati di 4x4 autentico, in fuoristrada tecnico la Grand Cherokee Trailhawk – che proviamo col 3.0 diesel – mostra in effetti un potenziale di tutto rispetto, in linea con le migliori fuoristrada vere del mercato, Range Rover in testa. I passaggi più impegnativi sono superati con sorprendente autorevolezza e notevole facilità di conduzione, che può quasi “falsare” il grado di difficoltà reale degli ostacoli; a bordo, sullo schermo centrale tattile da 8”4, specifiche schermate off-road permettono inoltre di tenere sotto controllo in tempo reale i movimenti delle articolazioni delle sospensioni e la distribuzione della coppia motrice tra le singole ruote.

Nonostante l’allestimento specifico, su strada la Grand Cherokee Trailhawk non impone grandi rinunce rispetto alle altre versioni, ad eccezione di uno sterzo ancora un po’ meno sensibile ed un po’ più lento. Ma di suo, indipendentemente dall’allestimento, la Suv americana a gasolio si conferma soprattutto una comoda passista; seppur veloce in accelerazione (0-100 km/h in 8”2, 7 l/100 km in media), se inutilmente “strapazzata” fa emergere inerzia ed un po’ di imprecisione tra le curve che non rendono giustizia al relax che sa offrire senza fretta. Meglio vanno i costosi ma possenti V8 benzina, perfettamente a loro agio con la massa dell’auto ed in grado di “sopportare” al meglio alcune incertezze del cambio automatico. La rinnovata Grand Cherokee è già disponibile con prezzi da 63’550.- CHF (Trailhawk da 67’500.- CHF).

 

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