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ITALIAScatta l'obbligo di origine per sughi e salse

25.08.18 - 20:48
Il provvedimento è mirato a rafforzare il rapporto tra produttori e trasformatori e a garantire i consumatori dall'inganno dei prodotti coltivati all'estero ed importati
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Scatta l'obbligo di origine per sughi e salse
Il provvedimento è mirato a rafforzare il rapporto tra produttori e trasformatori e a garantire i consumatori dall'inganno dei prodotti coltivati all'estero ed importati

ROMA  - In Italia, dal 27 agosto, ci vorrà una carta d'identità ben precisa per conserve e concentrato, sughi e salse composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. A dettare le nuove condizioni commerciali è l'entrata in vigore dell'obbligo di indicazione in etichetta dell'origine dei derivati del pomodoro attraverso un decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso febbraio.

Il provvedimento, mirato a rafforzare il rapporto tra produttori e trasformatori e a garantire i consumatori - dicono gli operatori - nel momento dell'acquisto dall'inganno dei prodotti coltivati all'estero ed importati per essere spacciati come italiani, introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per la pasta e per il riso e valida fino al 31 marzo 2020.

Le nuove regole che, secondo la principale associazione di rappresentanza dell'agricoltura italiana Coldiretti, tolgono dall'anonimato tutte le coltivazioni di pomodoro made in Italy estese su circa 72 mila ettari da 8 mila imprenditori agricoli e destinati a 120 industrie di trasformazione, prevedono per prima cosa «che le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta il nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato e il nome del Paese in cui il pomodoro è stato trasformato».

Nel garantire poi una massima trasparenza sulla produzione il decreto stabilisce che se le fasi di lavorazione «avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le diciture: Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue».

E' sottolineato inoltre che «se tutte le operazioni avvengono in Italia si può utilizzare la dicitura Origine del pomodoro: Italia». Viene infine precisato che «le indicazioni sull'origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili».

In ultimo il ministero per le Politiche agricole, alimentare e forestali (Mipaaf), nell'ambito del decreto entrato in vigore, ricorda che «l'82% degli italiani considera importante conoscere l'origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per i derivati del pomodoro». Il dato è emerso dalla consultazione pubblica online sulla trasparenza delle informazioni in etichetta dei prodotti agroalimentari, si è svolta sul sito del Mipaaf e hanno partecipato oltre 26 mila cittadini.

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COMMENTI
 

nordico 5 anni fa su tio
La Cina è un grossissimo esportatore di sugo di pomodoro. Conoscendo la (poca) attenzione per la pulizia dei cinesi, si può stare certi che dentro ci finisce di tutto. Però il sugo costa poco e così molte aziende lo importano e lo elaborano con spezie varie (in modo che il gusto originale non si senta più) e lo adoperano per condire una grande vaietà di prodotti in scatola. Leggete "Siete pazzi a mangiarlo" di Christophe Brusset, editore Piemme.
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