Nel 1950 se ne consumavano 233 chilogrammi a testa, oggi appena 57. Al via una campagna per invertire la tendenza
ZURIGO - Gli svizzeri consumano sempre meno latte, ciò che ha conseguenze potenzialmente gravi per la salute dei bambini: lo riferisce la SonntagsZeitung.
Se nel 1950 nella Confederazione veniva bevuta una quantità di latte annua pari a 233 chilogrammi a testa, il volume è sceso a 57 chili nel 2017, spiega il domenicale rifacendosi alle cifre più recenti dell'organizzazione di categoria Swissmilk. Si tratta del livello più basso mai registrato.
Il calo si spiega con diversi motivi. Hanno avuto un impatto le discussioni sui grassi e sul colesterolo lanciate negli anni Ottanta e Novanta; poi è arrivato lo scandalo della mucca pazza; da dieci anni è di moda l'intolleranza al lattosio; e ora si parla di alimentazione vegana.
Swissveg, l'associazione che promuove il veganismo in Svizzera, lotta con veemenza contro il latte vaccino. Ma secondo la scienza dominante non vi è ragione per considerare non sano il prodotto. Sempre più spesso inoltre bambini vengono portati dal dottore o da dietologi per carenze alimentari provocate da genitori che non vogliono dare da bere latte ai loro figli, riferisce la SonntagsZeitung. A questo proposito sono già intervenute anche le autorità di protezione dei minori.
Per migliorare l'immagine del latte i produttori intendono ora lanciare una vasta campagna di marketing. Obiettivo: mostrare in spot televisivi e in opuscoli che le vacche elvetiche sono sane e felici.