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STATI UNITI/REGNO UNITO«Quando è troppo è troppo»: e adesso Facebook ha paura

23.03.18 - 06:10
Tremila inserzionisti inglesi pronti ad andarsene, oggi la decisione. «Mi dispiace, ho sbagliato, la tecnologia va regolamentata», dice Zuckerberg
«Quando è troppo è troppo»: e adesso Facebook ha paura
Tremila inserzionisti inglesi pronti ad andarsene, oggi la decisione. «Mi dispiace, ho sbagliato, la tecnologia va regolamentata», dice Zuckerberg

PALO ALTO - «Quando è troppo è troppo», hanno spiegato secchi. E Facebook-Cambridge Analytica rientra nella casistica. A qualche giorno dallo scandalo che non smette di fare discutere, tocca agli inserzionisti: che oggi rischiano di dare il colpo di grazia al social network.

Perché neanche Facebook, è chiaro, può esistere senza pubblicità, e gli inglesi hanno minacciato di andarsene. «Non è un bluff», assicura David Kershaw di Saatchi, fra le più importanti agenzie del mondo e uno dei 3'000 membri dell'Isba, l'associazione inglese che le rappresenta, riunitasi ieri per decidere il da farsi. 

Tutto rinviato ad oggi, quando i vertici incontreranno il vicepresidente europeo di Facebook Steve Hatch, per domandare ulteriori chiarimenti. «Proveremo a capire la portata e le conseguenze dell'inchiesta annunciata da Mark Zuckerberg», precisa il direttore generale dell'Isba Phil Smith.

Non sono bastate dunque le parole pubblicate sul profilo personale e quelle dette alla Cnn, i mea culpa e la promessa. «Sono responsabile di quello che succede sulla nostra piattaforma. Faremo ciò che serve per proteggere la nostra comunità. Impareremo da questa esperienza». Zuckerberg, che si è dichiarato «disponibile a testimoniare davanti al Congresso americano», ha ammesso che il lavoro è tanto e delicato e potrebbe comportare l'istituzione di nuove regole per i social network, che si sono mostrati in tutta la loro vulnerabilità e pericolosità per gli utenti.

«Mi dispiace, ho fatto tanti errori», ha detto alla Cnn, per poi aggiungere che «la tecnologia è sempre più importante nel mondo. Io penso che la domanda non sia se debba essere regolamentata o no. La domanda è come». Col senno di poi, non si transige. «C'è l'idea che Facebook in qualche modo venda i dati della sua gente. È uno dei più grandi malintesi. I dati delle persone non  devono uscire. Se accade, non va bene per loro, non va bene neanche per noi». 

Da Bruxelles, però, solo delusione. «Non basta una dichiarazione postata su Facebook per ricostruire la fiducia degli utenti», dice la commissaria europea alla giustizia, Vera Jourova. «Vogliamo due cose da Facebook: il pieno rispetto delle regole Ue ma anche qualcosa di più, la responsabilità sociale, con una cooperazione contro l'incitamento all'odio e la tutela dei consumatori».

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