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SVIZZERAMa a che mi serve un orologio al polso?

20.03.18 - 05:59
Per i più giovani, l'ora è qualcosa che si legge sullo smartphone. Il monito alla vigilia di Baselworld: occorre provare a conquistarli, se non si vuole morire
Ma a che mi serve un orologio al polso?
Per i più giovani, l'ora è qualcosa che si legge sullo smartphone. Il monito alla vigilia di Baselworld: occorre provare a conquistarli, se non si vuole morire

BASILEA - «Del resto, oggi l'ora si può leggere anche sullo smartphone», diceva giusto di recente a tio.ch/20minuti Oliviero Pesenti, presidente dell'associazione ticinese industria orologiera. All'indomani della notizia secondo cui Apple, nell'ultimo trimestre 2017, aveva venduto più orologi dell'intera Svizzera, sfruttava questa considerazione a senso e fine inverso, per tranquillizzare: il prodotto svizzero è un'altra cosa, intramontabile, senza rivali. Anzi, per dirla esattamente a modo suo, «un'opera d'arte al polso».

Aspettando il 22 marzo - La medesima frase si legge ora sul Wall Street Journal, ma il finale è ben diverso. Il principale quotidiano economico americano ha deciso di riflettere sul futuro dell'industria orologiera elvetica, a partire da una domanda brutale: «Gli orologi svizzeri hanno i giorni  contati?». Alla vigilia di Baselworld, dal 22 al 27 marzo, la conclusione è che, se non si fa subito qualcosa, sì. Motivo? Quello lì. Oggi l'ora si può leggere da qualsiasi parte.

Meglio una vacanza in Costa Rica - «Hai 25 anni, ti stai crogiolando davanti alla tua prima promozione importante, perché non concederti un regalo di lusso? - scrive l'autore, Matthew Dalton - Tuo padre si sarebbe comprato un elegante orologio svizzero, ma a te neppure passa per la mente. Per gran parte della tua vita, hai usato il cellulare per controllare l'ora. Prenoti una vacanza in Costa Rica, di cui darai ampio conto su Instagram».

I giovani non comprano: non era mai successo - Chiaro? Non lo fosse abbastanza il caso poi neanche così estremo, arriva Jean-Claude Biver a rendere più esplicita la realtà. «È la prima volta che i giovani non acquistano orologi», lancia l'allarme l'amministratore delegato di Tag Heuer, membro del consiglio di amministrazione e azionista di minoranza di Hublot, che senza sapere parafrasa Pesenti. «Il tempo lo si trova dappertutto, perché questi bambini dovrebbero comprare un oggetto che dice loro la stessa cosa che possono ottenere ovunque?».

«Smettiamola di parlare in latino» - Il target su cui puntare se non si vuol morire è dunque, e un po' paradossalmente, proprio la generazione Y, i millennial: rivoluzionando però un modello di business troppo vecchio. «Se parli latino con persone che non lo capiscono, non ti meravigliare se poi un giorno non verranno più da te», dice Biver con metafora che prende spunto dalla storia ecclesiastica.

Il caso Swatch - D'altro canto, Swatch progetta progetta uno smartwatch che possa durare un mese e oltre senza essere ricaricato. Dovrebbe essere lanciato entro la fine del 2018, dice l'azienda, che la scorsa settimana ha presentato bilanci in netta ripresa: +27,3% dell'utile netto a 755 milioni e +24,5% dell'utile operativo a un miliardo di franchi.

Ma il punto di vista non cambia - «Attraversiamo dei mesi che possono essere considerati tra i migliori nella storia del gruppo», dichiara il ceo Nick Hayek, 6,97 milioni di franchi guadagnati nel 2017 (6,13 nel 2016), secondo cui «non c'è alcuna ragione per non continuare in questo senso». Anche lui, però, se pensa ai ragazzi sospira e ripete la stessa cosa. «Non ha senso riprodurre qualcosa che il tuo telefono cellulare può già fare».

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COMMENTI
 

Cash596 6 anni fa su tio
Un orologio Casio con quadrante Rolex fa il suo effetto, rispetto allo smartphone...
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