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SVIZZERAMigros e Coop dichiarano guerra ai sacchetti di plastica

23.09.16 - 06:07
Il Parlamento non vieterà la distribuzione gratuita: ma i due supermercati li faranno comunque pagare 5 centesimi l'uno
Migros e Coop dichiarano guerra ai sacchetti di plastica
Il Parlamento non vieterà la distribuzione gratuita: ma i due supermercati li faranno comunque pagare 5 centesimi l'uno

BERNA - Alla fine, si pagheranno lo stesso. Cinque centesimi a sacchetto: dal 24 ottobre alla Coop, in dieci punti vendita della città di Zurigo per cominciare; dal 1° novembre alla Migros, che già dal 2013, nel Canton Vaud, ha deciso così di bandire la plastica. E qualche tentativo analogo ha fatto nei mesi scorsi anche in Ticino.

Indirizzare i consumatori - Nessun obbligo, in verità: proprio ieri il Parlamento ha rinunciato a vietare la diffusione gratuita delle buste che non siano biodegradabili. Ma, già un passo oltre, la grande distribuzione fa da sola: e prova a indirizzare le abitudini dei consumatori introducendo un prezzo d'acquisto.

Quattro su 5 disposti a rinunciare - Là dove l'esperimento è già stato avviato, pian piano pare essere riuscito nell'intento. I clienti, giura Migros, «si sono abituati rapidamente al cambiamento e da allora la richiesta si è notevolmente ridotta». L'auspicio di Coop, che entro la primavera del 2017 prevede di estendere l'iniziativa a tutti i negozi, è che si arrivi addirittura a un meno 80%: in linea con i sondaggi interni, che avrebbero evidenziato la disponibilità di quattro persone su cinque a dire basta al sacchetto di plastica, soprattutto nel momento in cui fosse diventato a pagamento. Senza alcuno scopo di lucro, precisa d'altro canto Migros: che con il ricavato intende «promuovere progetti esterni a sostegno dell'ambiente». Dichiarandosi comunque contraria a un divieto assoluto dell'utilizzo, che definisce «non ragionevole». 

Via dall'Ue da metà novembre - La pensa diversamente l'Ue: che opta per la severità e obbliga i Paesi membri ad abolirli entro metà novembre, pena multe severe. Per via indipendente, la Francia già lo fa da luglio: esenti solo i negozi di frutta e verdura, chiamati ad adeguarsi però dal 1° gennaio 2017. E fuori dall'Europa accade anche da molto più tempo: precursori, negli Usa, le Hawaii, fin dal 2015; in Asia, il Bangladesh. In Africa il Marocco era arrivato a consumarne addirittura 26 miliardi l'anno, 900 a testa: impossibile far finta di nulla. In Senegal, da gennaio, è proibita non solo la vendita, ma anche la produzione e l'importazione.

Solo l'1% è riciclato - Mali, Mauritania, Togo, Costa d'Avorio, Burkina Faso, Guinea Bissau, Niger, Gabon, Rwuanda, Cina, Taiwan: tutti hanno pronunciato condanne e preso provvedimenti, davanti ai secoli necessari perché i sacchetti di plastica abbandonati - solo l'1% viene riciclato, causa costi quattro volte superiori alla produzione - si dissolvano nell'ambiente. Meno intransigente, la Svizzera punta a ridurne la quantità. A Berna se ne parla almeno dal 2012, alla luce anche di numeri comunque troppo grossi: 240 milioni quelli che ogni anno distribuirebbero le sole Coop e Migros.

 

 

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COMMENTI
 

spank77 7 anni fa su tio
Ma toglieteli e basta ! Mi sono fornita dei sacchetti lavabili retati in vendita. Basta plastica...provate e fermarvi a guardare in 10 minuti quanti ne vanno...un sacchetto per un mela...un'altro per un peperone...ma basta !!!!!

volavola 7 anni fa su tio
Fortunatamente i politici timorosi nell’imporre regole all’economia sono salvati da imprenditori lungimiranti. Questo significa che le aziende hanno capito che siccome i politici hanno perso di vista lo scopo del loro incarico tocca ai capi d’azienda imporsi delle regole; anche se queste causano loro uno svantaggio economico.
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