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CANTONEL'auto elettrica? In Svizzera ha un futuro in rosa

08.08.16 - 06:55
Concluso il mese di permanenza a Lugano con uno store pop up: che ha visto tante donne, addirittura più decise degli uomini nella scelta
L'auto elettrica? In Svizzera ha un futuro in rosa
Concluso il mese di permanenza a Lugano con uno store pop up: che ha visto tante donne, addirittura più decise degli uomini nella scelta

LUGANO - Non lasciamoci ingannare dagli entusiasmi con cui ci si professa estimatori, pronti a difenderla da qualsiasi scetticismo. Neanche il 2%, da queste parti, oggi guida abitualmente un auto elettrica: percentuale bassina, a confronto con i Paesi del Nord Europa per esempio. Eppure ci sarà una ragione se l'auto elettrica punta sulla Svizzera.

Uno su 4 pronto a comprarla entro due anni - In realtà anche di più. Una persona su quattro s'immagina alla guida di una vettura elettrica nel prossimo paio d'anni; una su due vorrebbe almeno provarla. Il 41% dei giovani è convinto che sarà la sua prima macchina. Tre individui su quattro si dicono convinti che le batterie ricaricabili rivoluzioneranno il mercato. Il 47% confida in incentivi statali, il 69% pensa che le stazioni di ricarica dovrebbero essere incrementate. Può bastare?

Identikit del potenziale acquirente - Il sesto barometro dell'energia rinnovabile, studio dell'Università di San Gallo in collaborazione con Raiffeisen, già la dice lunga. Poi c'è Tesla, che sulla Svizzera ha scommesso e presto, assicura, potrebbe arrivare in Ticino con uno store stabile. Certo i risultati del recente esperimento di un negozio pop up a Lugano, conclusosi sabato, consolidano le intenzioni: se l'azienda è restia a rilasciare numeri, ammette però che non c'è stato giorno che non fosse carico di visite, appuntamenti e prove su strada. «Possiamo affermare che è stato un grande successo. Abbiamo visto di tutto: dal semplice curioso al fan venuto a condividere la propria esperienza. Persone di ogni età, genere, interesse: affascinati chi dalle prestazioni, chi dalla tecnologia, chi dalla sicurezza, chi dagli spazi. E, naturalmente, dall'aspetto ecologico: molto caro agli svizzeri».   

Non è mai troppo grande: o forse sì - Ebbene: Tesla dunque non si sbilancerebbe mai. Ma la connotazione femminile dell'appeal è qualcosa che non sfugge, dopo quattro settimane di contatto con la gente. Che ha manifestato anche perplessità, preteso risposte. Sarà anche per questo che le più decise si sono rivelate le donne: presentatesi al Centro congressi con le idee chiarissime, giacché il loro interesse primo era per un veicolo che non emettesse inquinanti. Su questo, nulla da eccepire. Unico dubbio, magari, gli spazi, così indispensabili a una madre e una famiglia. Ma se ne sono andate rassicurate, dopo aver appreso del bagagliaio anteriore: nel vano di norma riservato al motore a scoppio, che Tesla non possiede.

Non sarà che però le prestazioni... - Gli uomini, invece, stentano a credere a quei 100 km/h in tre secondi: temono ancora che l'alimentazione elettrica vada a discapito della prestazione, prima perplessità per cui cercano risposte. La seconda è legata all'autonomia: la paura di rimanere senza carica prima di giungere a destinazione è ancora rilevante. Eppure, la più scarsa Model S garantisce 400 km di percorrenza: entro i quali un supercharger si trova per forza, afferma Tesla, che ha inoltre in programma di raddoppiare il numero di stazioni. Impostando il navigatore, il computer di bordo calcola dove fermarsi per una ricarica veloce a un supercharger. Non si parte se non si ha modo di raggiungerla. 

Il pilota automatico, finalmente - Poi c'è il dubbio più grande. Tutti ne chiacchierano; ciascuno ne parla a modo suo: ma la tendenza è a metterlo sotto accusa, alla luce degli incidenti che il pilota automatico non ha saputo evitare. «Mai abbassare la guardia: è solo un assistente alla guida», ha provato a correggere l'azienda, che nonostante le pressioni ha deciso di non disattivarlo. Lo store pop-up di Lugano è stato dunque anche l'occasione per provare che cosa significa staccare le mani dal volante e lasciarsi condurre da un computer.

La perfezione sta nel mezzo - Ebbene, la prima notizia è che è solo un modo di dire. Le mani restano esattamente dove sono sempre state. E la tentazione continua è a riprendere il comando, invece che appoggiarle solamente: tanto sembra impossibile che l'auto – perfettamente al centro della corsia e con velocità adattata a quella di chi vi precede – possa davvero sterzare, man mano che la curva si avvicina e fino all'ultimo l'andatura sembra non adeguarsi al tracciato. La seconda notizia è che invece lo fa: se nel desiderio di sperimentare come funziona prendete coraggio e lasciate fare a lei.

Aspettando un modello di massa - Quanto al prezzo, si aspetta Model 3: soprattutto per vedere se quei 35mila dollari saranno davvero il prezzo finale. Resterebbero esclusi, in tal caso, i costi di ricarica: che attualmente Tesla si accolla per gli altri modelli. Ma anche con Tesla Model S si partì caricandoli sul cliente: tempo qualche mese e vennero integrati bel prezzo di listino. 

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COMMENTI
 

TI-Zen 7 anni fa su tio
Per far decollare questo mercato bisogna prendere ispirazione dai paesi del nord: niente imposta di circolazione, niente pedaggi autostradali, parcheggi dedicati (moti più di oggi) e corsie preferenziali nelle grandi città... ovviamente un costo del mezzo accessibile
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