Trasformare lo scarto alimentare in qualcosa di prezioso: così la start-up zurighese WormUp tenta di diffondere il compostaggio domestico (e kit a base di lombrichi)
ZURIGO - Luiz «il guru»; Erich «il papà»; Nikolai «il capitano»; Sarah «la stratega». E Dennis, una carriera in Swisscom interrotta a ottobre per dedicarsi ai vermi. O a un sogno, che a lui è valso, fra gli amici, il nomignolo spassoso di «ambasciatore dei lombrichi»: ridurre quelle 500mila tonnellate di rifiuti organici che ogni anno in Svizzera finiscono nell'indifferenziata, invece di diventare buon concime per le piante.
I vermi? Fateveli amici - Per questo è nata WormUp: gioco di parole che riassume il senso e il fine di una start-up dove i cinque giovani, da Zurigo, provano a diffondere la cultura del riciclo domestico dell'umido, anche là dove – in città e negli appartamenti angusti – la carenza di spazio sembra renderlo proibitivo. Tutto è possibile, invece: a patto di superare personali idiosincrasie. Come quella nei confronti dei vermi, appunto: destinati ad arrivarti in casa assieme a un composter, 30 cm x 40 cm che bene si nascondono sotto il lavello della cucina e sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno di una famiglia di quattro persone, al prezzo di 59 franchi per un migliaio di esemplari.
Un'idea che va a ruba - Sono loro ad accelerare il processo che trasforma i rifiuti in terreno fertile: i primi due lotti del kit sono già andati esauriti e il crowdfunding, avviato per raccogliere fondi utili a finanziare il progetto, ha doppiato in breve tempo l'obiettivo. Erano necessari 32mila franchi: ne sono arrivati oltre 70mila, per 314 sostenitori talvolta molto generosi. Fra le cifre singole donate, spuntano anche importi superiori ai 1.000 franchi.
E così abbelliamo anche la città - «Perché distruggere sostanze nutritive preziose nell'inceneritore – provoca il ceo di WormUp – O lasciare che contribuiscano alla formazione di gas metano in discarica». Scarti di verdure, fondi di caffé, torsoli di mela, gusci d'uovo, bustine di té: meglio trasformarli in qualcosa di utile all'ambiente. Anche, anzi a maggior ragione, laddove domina il cemento e il traffico. «Una volta diventato concime, si può usare per le piante sul balcone o nel salotto. O, se non ci sono, perché non fare del bene alle piante di città».
Una domanda: «Perché?». E la risposta - Già: dal momento che la domanda posta anche dal consumatore idealmente più attento e responsabile, dinnanzi al suggerimento di portarsi dei lombrichi in casa, è, semplicemente, «perché». Perché convivere con qualcosa che, pur rinchiuso in un contenitore, sigillato e inodore, in teoria provoca disgusto: e per di più senza sapere poi che farsene. Dove portare quei 2,5 kg prodotti a settimana, 150 kg ogni anno, che riducono la spazzatura domestica «fino all'85%»: e farebbero «risparmiare anche tempo e soldi» spesi per mettere alla porta i sacchi neri.
Ingegnatevi a essere virtuosi - Nessuna paura, niente allarmismi. In fondo basta ingegnarsi, e neppure troppo: un'aiuola che abbellisce il lungolago è perfetta come destinazione ultima di una terra «molto più ricca di calcio, magnesio, azoto e fosforo rispetto agli standard: e capace nello stesso tempo di eliminare le tossine».
Verità o leggenda metropolitana? - Se poi qualcosa vi trattenesse ancora, per favore: chiedete lumi a Erich. Che una volta, giura, ha ingoiato un verme vivo davanti a una platea, pur di dimostrare che non c'è nulla da temere.