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DANIMARCALego sempre più digitale: ci giocano 100 milioni di bambini

01.03.16 - 20:00
Per Jorgen Vig Knudstorp, presidente e ceo, l'unico obiettivo dichiarato è quello di rendere il mattoncino sempre più globale, digitale e sostenibile
Lego sempre più digitale: ci giocano 100 milioni di bambini
Per Jorgen Vig Knudstorp, presidente e ceo, l'unico obiettivo dichiarato è quello di rendere il mattoncino sempre più globale, digitale e sostenibile

BILLUND - I bambini hanno bisogno di essere nutriti, educati ma sopratutto di giocare. Lego, dal danese LEg GOdt "giocare bene", ne ha fatto la sua "mission", è diventato partner di Unicef e lo scorso anno ha coinvolto oltre 100 milioni di bambini in tutto il mondo. Jorgen Vig Knudstorp, presidente e ceo del gruppo danese può vantarsi di aver messo a segno, per il decimo anno consecutivo una crescita a doppia cifra con ricavi a 4,8 miliardi di euro (+19%) e un utile netto di 1,23 miliardi di euro (+31%), è ottimista sul 2016, "un altro anno di grandi soddisfazioni" ma l'unico obiettivo dichiarato è quello di rendere il mattoncino sempre più globale, digitale e sostenibile.

La "crescita significativa delle vendite è guidata da innovazione ed espansione globale (350 nuovi elementi lanciati nel 2015), pur mantenendo la nostra attenzione sulla qualità e sicurezza del prodotto. Gli investimenti in capacità di produzione e organizzazione (2,8 miliardi nel 2015) - spiega il cfo John Goodwin - continueranno nel prossimo periodo".

A Billund, nel cuore dell'impero della famiglia Kristiansen (fondato da Ole Kirk e dal figlio Godtfred Kirk nel 1934, dal 2004 fuori dalla gestione ma, alla quarta generazione, senza interesse a quotarsi in Borsa) si continua a tenere uno stile low profile. Usciti da una piccola carpenteria che faceva della qualità il suo marchio di fabbrica i mattoncini hanno conquistato l'Europa e gli Usa ma i manager non vogliono parlare di quote di mercato ne della concorrenza sbaragliata di Mattel e Hasbro, unica concessione l'accenno all'andamento del settore cresciuto solo "a una cifra". Lego guarda oltre e punta dritto su Giappone e Cina senza preoccuparsi del rallentamento della crescita economica perché "è un continente così vasto che resta ancora attrattivo - risponde Jorgen Vig Knudstorp - intendiamo investire ancora e rimaniamo ottimisti nelle prospettive a lungo termine" che peraltro caratterizzano le strategie del gruppo in tutti i mercati.

Il focus resta sempre puntato su creatività e innovazione, senza paura che il digitale cannibalizzi i mattoncini perché "i due mondi possono prendere ispirazione l'uno dall'altro ed essere in sinergia" spiega il giovane manager. Un po' come dimostrano i dati di vendita del videogame Lego Dimension, "il secondo più popolare negli Usa con vendite molto forti" e l'accoglienza che, a due mesi dal lancio ufficiale, ha avuto la serie Nexo Knights, in cui il gioco fisico e quello virtuale (attraverso un'app) si alimentano a vicenda e moltiplicano le possibilità creative. "I due mondi possono prendere ispirazione l'uno dall'altro ed essere in sinergia" spiega Knudstorp.

E se le nuove generazioni sono il vero "stakeholder" di Lego, inevitabile mettere un accento forte sulla sostenibilità, vista come un investimento sull'ambiente che vogliamo lasciargli. "Uno degli annunci più significativi nel 2015 è stato il nostro impegno ad investire 1 miliardo di corone per trovare materiali plastici alternativi più sostenibili agli attuali materiali a base di petrolio che usiamo oggi per fare i mattoncini Lego" ricorda Goodwin e da questo progetto a Billund nascerà nel 2018 il Centro Materiali sostenibili, un centro di ricerca su un'area di circa 4'000 metri quadrati.
 

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