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BERNAConflitto fiscale tra Stati Uniti e Svizzera: segnali positivi, ma non ancora soluzioni

20.04.14 - 11:51
Il segretario di stato per le questioni finanziarie internazionali Jacques de Watteville parla di "segnali positivi". Ma poi relativizza: "Soluzioni non ce ne sono ancora"
Keystone
Conflitto fiscale tra Stati Uniti e Svizzera: segnali positivi, ma non ancora soluzioni
Il segretario di stato per le questioni finanziarie internazionali Jacques de Watteville parla di "segnali positivi". Ma poi relativizza: "Soluzioni non ce ne sono ancora"

BERNA -  Si muove qualcosa nell'ambito del conflitto fiscale con gli Usa: il segretario di stato per le questioni finanziarie internazionali Jacques de Watteville in un'intervista al "Matin Dimanche" e alla "SonntagsZeitung" parla di "segnali positivi" nei negoziati in corso con le autorità americane, ma nello stesso relativizza sottolineando che "soluzioni non ce ne sono ancora".

A margine del vertice del Fondo monetario internazionale (FMI), lo scorso weekend, Jacques de Watteville si è intrattenuto con rappresentanti del governo americano - il Dipartimento della giustizia (DOJ), il Tesoro e la Casa Bianca - sul programma che la giustizia ha messo in piedi per le banche elvetiche che hanno aiutato cittadini americani a nascondere il loro denaro.

Riferisce di "segnali positivi" e precisa che le discussioni tra il DOJ e le banche sono iniziate. "Ci aspettiamo che le banche svizzere siano trattate in modo imparziale, come altri istituti cui sono stati rivolti gli stessi rimproveri", afferma de Watteville. "Occorre tuttavia riconoscere che gli Stati Uniti mostrano sempre meno comprensione nei confronti delle banche che non rispettano le regole". Riguardo all'accordo fiscale tra Stati Uniti e Svizzera è sempre bloccato in Senato. "Qualche tempo fa una commissione l'ha accettato", ma resta sempre l'opposizione di principio di un senatore, indica de Watteville.

De Watteville annuncia d'altra parte che lo scambio automatico di informazioni avverrà prima di quanto previsto: "un incontro ministeriale si terrà all'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ndr) all'inizio di maggio per discutere il tema. In settembre gli Stati del G20 adotteranno la norma e in ottobre in occasione di una seduta del Global Forum, centoventi Stati dovranno dichiarare se "vogliono utilizzare questa norma o no".

I primi stati potrebbero introdurre lo scambio automatico di informazioni nel 2016 o 2017. La Svizzera non sarà forse tra i primi, ma de Watteville pensa che potrebbe essere "nel nostro interesse adottare rapidamente lo scambio automatico".

Per quanto riguarda la Germania, un nuovo accordo fiscale non è all'ordine del giorno. "Sia il ministro delle finanze tedesco sia noi abbiamo l'impressione che ciò non sia più necessario", constata de Watteville, che era in Germania quindici giorni fa.

Motivo: "in seguito al fallimento dell'accordo fiscale con Berlino ci sono state molte autodenunce", precisa. La maggior parte dei patrimoni tedeschi attualmente in Svizzera sono stati regolarizzati, conclude de Watteville.

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