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CINA / STATI UNITIDazi, tariffe reciproche da 16 miliardi

23.08.18 - 07:30
Le misure, corrispondenti alla seconda tranche voluta dal presidente americano, sono entrate in vigore nelle scorse ore
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Dazi, tariffe reciproche da 16 miliardi
Le misure, corrispondenti alla seconda tranche voluta dal presidente americano, sono entrate in vigore nelle scorse ore

PECHINO - I nuovi dazi Usa al 25% sull'import 'made in China' sono entrati in vigore alla mezzanotte di giovedì 23 agosto, nel fuso orario di Washington (le 6.00 in Svizzera): è la seconda tranche dei 50 miliardi totali voluti dal presidente americano Donald Trump.

A stretto giro è divenuta anche operativa la mossa speculare della Cina, che ha messo nel mirino oltre 300 beni, sempre con dazi al 25%.

Le delegazioni dei due Paesi oggi a Washington terranno la seconda giornata di colloqui per scongiurare l'escalation dello scontro commerciale.

La mossa reciproca da 16 miliardi segue la prima da 34 miliardi di luglio e getta comunque le basi della rapida escalation della guerra commerciale tra le prime due economie del pianeta: gli Usa hanno in corso le 'pubbliche audizioni' su ulteriori dazi fino al 25% sull'import di beni 'made in China' per 200 miliardi e pende la minaccia di Trump su altri interventi fino a superare i 500 miliardi complessivi e raggiungere il valore dell'export cinese verso gli Usa.

In base alla comunicazione della Commissione tariffaria del Consiglio di Stato sui nuovi dazi Usa per 16 miliardi, la parte cinese «ha imposto tariffe al 25%, ufficialmente implementate alle 12.01 locali (6.01 in Svizzera)», ha reso noto il ministero del Commercio, ribadendo la «ferma opposizione» alle mosse Usa e la difesa del «libero scambio e del multilateralismo».

Pechino si riserva infatti di agire a difesa dei suoi diritti e dei suoi interessi legittimi non solo, se necessario, con azioni dirette, ma anche rivolgendosi direttamente all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

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COMMENTI
 

curzio 5 anni fa su tio
Non sono esperto in economia internazionale, ma su un paese applica dei dazi sulle importazioni, tali dazi verranno aggiunti al prezzo finale di vendita e alla fine vengono pagati dal consumatore che acquista il prodotto. Quindi, Trump sta punendo i propri cittadini se acquistano il "made in China"?

Mattiatr 5 anni fa su tio
Risposta a curzio
Non li sta punendo, li sta incitando a comprare made in USA. In fondo se un prodotto estero costa di più sei maggiormente spronato a comprare merce nazionale. In questo modo le imprese nazionali avranno maggiori vendite e di conseguenza la nazione diverrà più autonoma. Più merce verrà prodotta e consumata nella nazione.

Lonely Cat 5 anni fa su tio
Risposta a curzio
Esatto. Come fanno tutti i paesi del mondo, il nostro compreso. Però, più che punizione, la chiamerei protezione del mercato interno. Non credo proprio che i commercianti interni e i dipendenti delle loro aziende si sentano puniti.

MIM 5 anni fa su tio
Risposta a curzio
Si, alla fine chi paga è il cittadino. Ma i dazi vengono messi sulle importazioni per tentare di portarli agli stessi prezzi di quanto prodotto all'interno del paese. I dazi incassati dovrebbero servire al governo per incentivare le aziende e creare lavoro. Se poi funziona non è dato di sapere.

MIM 5 anni fa su tio
Risposta a curzio
"Gli usa predicano la globalizzazione"? Trump ha promesso di combattere proprio la globalizzazione.

curzio 5 anni fa su tio
Risposta a MIM
Combatte la globalizzazione... e i suoi berretti da baseball con lo slogan "Make America great again" sono made in china!

pulp 5 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Uno dei chiodi fissi di Trump infatti è imporre dazi sulle autovetture made in EU. Con la speranza che poi i cittadini andranno a comperare le auto della ford e della gm. Il problema di una politica di questo tipo è che potrebbe rivelarsi interessante nel corto termine, ma non nel lungo termine.... dove infatti poi ti troverai sicuramente confrontato con le contromosse dei paesi che sono stati colpiti da questi dazi. La apple o la coca-cola, non vendono solo negli usa..... Trump stà scherzando con il fuoco, vist'anche che una contromossa cinese, potrebbe essere quella di vendere titoli di stato americani (e ne hanno in abbondanza) creando una sorta di squilibrio fra l'attuale politica monetaria restrittiva (tapering) e l'ingente debito pubblico degli USA. Ne vedremo delle belle in futuro

curzio 5 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Ma visto che i dazi li applica anche sulle materie prime (alluminio, acciaio, ecc) anche il prodotto Made in USA avrà un costo maggiorato. E le ditte americane che producono all'estero? GM che produce in Messico, Apple che produce in Cina dovranno aumentare il prezzo di vendita oppure rinunciare ad una fetta di utile (per la gioia degli azionisti, elettori di Trump).

curzio 5 anni fa su tio
Risposta a pulp
Sono proprio le marche tedesche che hanno stabilimenti negli USA. Le marche americane producono in Messico. Comunque è interessante vedere come gli USA, che predicano la globalizzazione, il libero commercio, la libera concorrenza introducono dazi anche sulle materie prime che servono proprio alle industrie americane. In ogni modo, il cittadino sarà felice di pagare di più per finanziare i rantoli isterici di Trump. Contenti loro...

Lonely Cat 5 anni fa su tio
Risposta a curzio
Certo che il cittadino sarà contento. Gli ecologisti saranno contenti di pagare di più. Pensa a quante inquinanti navi in meno non devono più fare il giro del mondo per portare negli Usa le materie prime. O tutti quelli che predicano che sfruttiamo le risorse dei paesi poveri per pagare poco la roba. Ecco, Trump sta accontentando un sacco di gente invece. Tra cui anche te, se non mi sbaglio sul tuo pensiero :)
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