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SVIZZERAIl commercio rallenta

21.08.18 - 09:03
In calo sia l'import sia l'export nel mese di luglio
Il commercio rallenta
In calo sia l'import sia l'export nel mese di luglio

BERNA - Dopo una fase di ristagno nel mese precedente, sia le esportazioni che le importazioni svizzere sono calate nel luglio 2018. In termini destagionalizzati si è registrata una diminuzione rispettivamente del 3,0% (a 18,21 miliardi di franchi) e del 2,8% (a 17,05 miliardi), si legge in un comunicato odierno dell'Amministrazione federale delle dogane (AFD).

Lo sviluppo negativo del settore chimico-farmaceutico ha gravato sui risultati complessivi di ambedue le direzioni di traffico. La bilancia commerciale ha chiuso con un surplus di 1,2 miliardi di franchi. In generale l'AFD parla di "rallentamento ad alto livello".

A livello geografico, il calo dell'export è da ricondurre soprattutto alle diminuzioni registrate verso l'Europa (-9,2%), in particolare in direzione Francia (-20,2%). In Asia (+7,2%) sono invece stati venduti molti più prodotti targati Svizzera. Bene in particolare la Cina continentale (+4,2%), Hong Kong (+14,6%) e Giappone (+19,2%). Anche il mercato americano registra dati positivi, anche se di poco (+0,7%).

Il settore chimico-farmaceutico, prima ramo dell'esportazione elvetica, ha visto le vendite all'estero calare del 4,5%. Anche il segmento macchine ed elettronica ha subito una contrazione del 2,8%, così come l'orologeria (-4,4%) e i gioielli (-10,4%). Solo gli strumenti di precisione hanno ottenuto una progressione (+1,1%).

Anche le importazioni sono state appesantite dal settore farmaceutico (-11,6%), che conferma così la volatilità dei mesi precedenti. Con una flessione dell'1,7%, il reparto metallurgico può essere considerato invece stabile, spiega l'AFD.

Pure l'import ha visto un rallentamento in provenienza dall'Europa (-3,9%), con un -4,5% dalla Germania, mentre dall'Asia si è registrato un incremento del 2,8%. Molto bene il Giappone, con un +30,9%. In Medio Oriente va sottolineato il balzo degli Emirati arabi uniti (+59,3%). Poco dinamico invece il Nord America (-6,7%).

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