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Lo rivela un sondaggio pubblicato da InvestinSwitzerland, che rivela come ottimisti, pessimisti e indifferenti si equivalgano
BERNA - Gli investimenti cinesi in Svizzera sono un'opportunità o un pericolo? Nei piani alti delle aziende non si è ancora cristallizzata un'opinione dominante, rivela un sondaggio pubblicato oggi: ottimisti, pessimisti e indifferenti si equivalgono.
Il 32% dà un giudizio positivo delle operazioni avvenute finora, il 31% negativo e il 33% ha un atteggiamento neutrale. L'analisi è stata effettuata online e ha coinvolto 1'200 persone: direttori o consiglieri di amministrazione di imprese che hanno sede nel polo economico esteso di Zurigo, spiega in un comunicato InvestinSwitzerland, una piattaforma creata nel 2014 per aiutare gli asiatici ad effettuare transazioni in Svizzera.
Non molto diverse sono le opinioni riguardo all'apporto che gli investimenti cinesi possono portare all'economia della repubblica alpina: per il 47% questo contributo è importante, per il 40% invece non lo è. La Cina è ritenuto un investitore molto importante nella Confederazione da parte del 28% degli interpellati, mentre il 47% considera il Paese asiatico meno importante e il 24% non importante.
Il tema è attualmente d'attualità: sulla base di un'iniziativa inoltrata dalla consigliera nazionale Jacqueline Badran (PS/ZH), le commissioni dell'energia dei due rami del Parlamento vogliono far sì che infrastrutture energetiche fondamentali - come le centrali idroelettriche o reti di distribuzione per la corrente e il gas - rimangano in mani svizzere. Il 60% degli interrogati nell'ambito del sondaggio è favorevole a questi sforzi, il 29% è contrario.
