Musk sotto accusa: Il sospetto che sia una boutade per far guadagnare il titolo, che ieri ha chiuso a Wall Street con un +11%, è forte
PALO ALTO - Quattro mesi fa e poco di più, scrisse testuale: «Tesla in bancarotta, nonostante una vendita straordinaria di uova di Pasqua per raccogliere finanziamenti». Era il primo d'aprile. Il titolo perse di botto il 7%.
Stavolta, invece, le quotazioni sono schizzate in alto, +11%. È bastato che Elon Musk affidasse a Twitter un'altra delle sue: «Sto pensando di privatizzare Tesla». Nove parole, 61 caratteri: l'intenzione, a quanto parrebbe, è reale. E se anche non lo fosse solo averla dichiarata ha sconvolto le Borse.
O, meglio, inquinate? È il sospetto, o la critica, che oggi viene mossa al ceo, il quale giura di voler puntare a 420 dollari per azione - ieri si sono raggiunti i 379. Wall Street ha reagito immediatamente, com'era prevedibile, tanto da sospendere il titolo per oltre un'ora.
Per qualcuno, però, si tratta di un comportamento poco serio, da stigmatizzare: «Musk non può assolutamente fare una falsa dichiarazione su Twitter e pensare di non passare dei problemi. Sarebbe una chiara e semplice violazione delle regole», dice un avvocato intervistato dal Financial Times, alludendo proprio al tweet di ieri, che potrebbe rivelarsi del tutto privo di fondamento e studiato ad arte per indirizzare gli andamenti in Borsa.
La nuova dichiarazione di Elon Musk in chiusura di giornata sembra però fugare i dubbi: la volontà è seria. «Sarebbe una grande opportunità»: ritirarsi dai giochi e liberarsi delle pressioni che ogni trimestre investono le società quotate.