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CONFEDERAZIONESalari reali in calo: è la prima volta in dieci anni

11.06.18 - 09:45
La flessione è dell' 0,1%: colpa di un'inflazione dello 0,5% che ha abbassato il potere d'acquisto
Salari reali in calo: è la prima volta in dieci anni
La flessione è dell' 0,1%: colpa di un'inflazione dello 0,5% che ha abbassato il potere d'acquisto

NEUCHATEL - I salari reali sono diminuiti l'anno scorso in Svizzera per la prima volta dal 2008. L'aumento dello 0,4 in termini nominali non è infatti riuscito a compensare un'inflazione che è stata dello 0,5%, cosicché in realtà il potere d'acquisto dei lavoratori è sceso dello 0,1%, informa in una nota odierna l'Ufficio federale di statistica (UST). Il tutto senza contare i premi delle casse malattia e altre voci non incluse nelle statistiche sull'inflazione.

Tale crescita nominale, registrata in uguale misura nel settore industriale e nel terziario con variazioni settoriali, ha confermato la tendenza alla moderazione salariale osservata dal 2010, con tassi annui che non hanno superato l'1%, scrive l'UST in una nota. Nel 2016 l'aumento era stato dello 0,7%, nel 2015 dello 0,4%.

Generalmente - rileva l'ufficio federale - le decisioni relative agli adeguamenti salariali per il 2017 erano state prese alla fine del 2016, quando l'economia svizzera aveva ritrovato un certo dinamismo. L'inflazione, che in quel periodo era stata stimata allo 0,3% per il 2017, alla fine, è stata dello 0,5%. Pertanto, il potere d'acquisto dei salari è leggermente calato, attestandosi a -0,1%. A titolo di paragone, l'incremento dei salari effettivi negoziato per il 2017 nell'ambito dei principali contratti collettivi di lavoro (CCL), cui è assoggettato quasi mezzo milione di dipendenti, è stato dello 0,5%.

Settore industriale con forti variazioni settoriali

Nell'industria i salari nominali sono aumentati dello 0,4% (+0,4% nel 2016, +0,5% nel 2015, +0,9% nel 2014), con forti variazioni settoriali. Gli incrementi maggiori sono stati registrati nel ramo delle industrie del legno, della carta e della stampa (+1,3%) e in quello delle altre attività manifatturiere, della riparazione e dell'installazione (+1,0%). Segue poi l'industria che fabbrica prodotti di elettronica, ottica, orologeria e apparecchi elettrici (+0,8%) e, in ultimo, quella che fabbrica macchinari, apparecchiature e mezzi di trasporto (+0,7%).

All'opposto, hanno subìto una riduzione dei salari nominali i rami della metallurgia e della fabbricazione di prodotti in metallo (-0,2%) e quello dell'industria degli articoli in gomma e in materie plastiche e di altri prodotti minerali non metalliferi (-0,3%).

Terziario più equilibrato

Anche il terziario ha registrato nel 2017 un aumento dei salari nominali dello 0,4% (+0,8% nel 2016, +0,3% nel 2015 e +0,7% nel 2014), ma con variazioni settoriali più contenute. I rami dell'editoria, degli audiovisivi, delle attività radiotelevisive e delle telecomunicazioni (+1,2%) e quello delle attività informatiche e altri servizi informativi (+0,8%), seguiti dalle assicurazioni (+0,7%), hanno beneficiato degli aumenti nominali più elevati. Il ramo dell'amministrazione pubblica (+0,1%) e quello delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento e delle altre attività di servizi (0,0%) sono stati i più svantaggiati.

Salari reali: +0,9% in media tra 2013 e 2017

Per quanto riguarda i salari reali, sia il settore secondario sia il terziario hanno registrato un tasso negativo dello 0,1% nel 2017. La maggior parte dei rami ha subìto una riduzione compresa tra lo 0,8% e lo 0,1%.

Negli ultimi cinque anni (dal 2013 al 2017) il ritmo annuo medio della progressione dei salari reali è stato comunque, per l'insieme dei salariati, dello 0,9%.

Durante questo periodo, nel settore secondario l'evoluzione reale annua media è stata del +0,8%. I cosiddetti rami "di media-alta tecnologia", che sono anche i grandi rami esportatori del settore industriale, sono quelli che hanno influito maggiormente sull'aumento dei salari reali nell'arco di questi cinque anni.

Si tratta dei rami della fabbricazione di prodotti di elettronica, ottica, orologeria e apparecchi elettrici (+1,2%), dell'industria chimica e farmaceutica (+1,2%) e della fabbricazione di macchinari, apparecchiature e mezzi di trasporto (+1,0%). Gli altri rami industriali hanno presentato tassi di crescita annui medi compresi tra +0,5% e +1,0%.

Nello stesso lasso di tempo il settore terziario ha registrato un incremento annuo medio dei salari reali dello 0,9%. Le rivalutazioni più marcate dei salari reali sono state osservate nei rami dei servizi finanziari e delle attività ausiliarie dei servizi finanziari assicurativi (+1,3%), delle attività informatiche e altri servizi informativi (+1,1%) e nel ramo delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento e delle altre attività di servizi (+1,1%).

Gli aumenti reali medi più contenuti sono stati per contro registrati nel ramo del trasporto e magazzinaggio (+0,4%) e in quello della sanità, degli alloggi sociosanitari e dell'assistenza sociale (+0,6%).

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