Secondo le stime Ocse, ha la più alta percentuale di persone occupate: 86,1%. La Svizzera è seconda, ma il divario fra uomini e donne è ampio
REJKYAVIK - Sarà anche che la densità abitativa è così bassa, 350mila individui appena. Anche per questo, però, trovare lavoro in Islanda, con le sue distese verdi e i contadini a fare il fieno in estate, d'inverno chi lo sa, non è semplicissimo. Eppure è il Paese dove la percentuale delle persone occupate è più alta: l'86,1% della popolazione in età lavorativa, ripartita fra un 88% per gli uomini e l’83,5% per le donne. Tra i 15 e i 24 anni, lavorano tre su quattro; Tra i 25 e i 54 anni, si sfiora addirittura il 90%.
La Svizzera è subito dietro e sfiora l'80%. Più marcato, però, il divario fra uomini e donne, di quasi dieci punti percentuali: si passa da un 84% e oltre al 75%. Sotto questo aspetto meglio fa la Svezia, quarta però dopo la Nuova Zelanda. Il suo 76,8% è frutto di una media tra il 78,3% degli uomini e il 75,4 delle donne.
Nettamente peggio va però nell'Unione europea, che si è posta l'obiettivo del 75% entro il 2020. Gli uomini sono già al 78%, ma resta molto da fare per le donne, al momento intorno al 66,5%. Il numero però è in stabile e, per fortuna, in crescita.