Crollo dei profitti, -25%. Che succede e, soprattutto, che succederà? La parola al direttore Fabrice Zumbrunnen
Fabrice Zumbrunnen, i profitti crollano. C'entra forse qualcosa il suo predecessore, Herbert Bolliger? L'errore è suo?
«No, certamente no. Ammiro tutto ciò che Bolliger ha fatto. Ha sempre detto che Migros avrebbe dovuto affrontare grandi sfide: questo risultato non è dunque una sorpresa. Ma adesso dobbiamo rimboccarci le maniche».
Per il personale significa qualcosa?
«La cosa più importante è continuare nel percorso di crescita del nostro core business. Sottolineo, siamo stati in grado di aumentare le vendite dell'1,2%. Migros è fondamentalmente un'azienda solida. Ora dobbiamo concentrarci sulle mosse giuste».
Vuol dire anche che non esclude tagli di posti di lavoro?
«Non posso escluderlo. In discussione attualmente non è la riduzione dei posti di lavoro. È l'efficienza dei nostri processi».
Avete lanciato un "programma di efficienza": Migros è forse troppo pigra?
«No, ma ogni azienda deve chiedersi di volta in volta se sta facendo bene e stabilire le corrette priorità. Nell'epoca della digitalizzazione, una società è sempre in movimento».
Il suo predecessore ha affermato a suo tempo che Migros non avrebbe mai acconsentito a prezzi dinamici. E lei?
«Condivido. Non ci saranno mai prezzi dinamici, da noi. Nel dna di Migros c'è una strategia di prezzi trasparente».
Migros ha intentato una causa contro Coop per il presunto plagio delle sue barrette Farmer.
«Sia chiara una cosa: abbiamo cercato di trovare un accordo con Coop. Sfortunatamente, non è stato possibile raggiungerlo. È legittimo proteggere i nostri marchi. Recentemente, fra l'altro, il tribunale ci ha dato ragione».
L'Handelszeitung ha scritto che Zumbrunnen è stato un gran lavoratore. Le è piaciuto?
«Quello che i giornali scrivono su di me in realtà non mi interessa. Se ha qualcosa a che fare con l'incarico che ricopro, va bene. Voglio proteggere però la mia vita privata».