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Dopo Levi's, è la catena spagnola a decidere di sostituire l'uomo con le macchine
MADRID - Archiviata Levi's, ecco Zara. Il ricorso ai robot al posto dell'uomo pare proprio sia prerogativa dell'industria dell'abbigliamento e della moda, più di altre. Dopo i laser per sbiancare i blue jeans, tocca alla catena spagnola, che ha deciso di affidare alle macchine la gestione delle merci restituite per diritto di recesso.
La scorsa settimana era stato il turno del marchio americano, intenzionato a sostituire entro il 2020 tutti gli operai dediti a bucare, sfilacciare e scolorire il tessuto. Questione di efficienza, dati alla mano: un essere umano impiega 7-8 minuti per ottenere l'effetto vintage, contro i 90 secondi del laser. «Nessun licenziamento, il personale sarà reimpiegato in altri settori», ha tranquillizzato l'azienda. Fatto sta che la rivoluzione è incominciata, nella direzione di cui si chiacchiera da tempo.
Sempre una questione di efficienza sta alla base dell'iniziativa di Zara, stavolta però non per incrementare la produzione e i guadagni, ma per lasciare più soddisfatti i clienti. Lunghe le code che finora sembra abbia dovuto sopportare chi andava a ritirare la merce acquistata online o la riportava nei negozi, utilizzati come punti "click and collect" o di restituzione. Che fare? Per snellire le procedure e accorciare l'attesa, non restava che la strada dell'automazione.
