Svizzera in testa alla classifica della ricchezza nel mondo, ma potrebbe presto trovarsi a cedere lo scettro all'Oriente, dove i giovani si mostrano più intraprendenti (e miliardari) degli occidentali
ZURIGO - Se alla fine l'Oriente batterà l'Occidente, nella sfida a generar profitto e patrimonio, lo dovrà ai suoi millennial. E viceversa: Europa e Stati Uniti avranno di che rimproverarsi per aver bruciato una generazione. Che spicca come la più sfortunata, nel calcolo di una ricchezza che anche quest'anno è salita del 6,4% e ha raggiunto i 280 triliardi nel mondo, per quasi 8'740'000 milionari guadagnati negli ultimi dieci anni (36 milioni in totale) e una media di 56'540 dollari a testa che in Svizzera, nazione più facoltosa, è quasi dieci volte tanto, 537'599 $ e 594'000 milionari.
Non guadagnano neanche la metà dei padri - Crisi finanziarie, case più care, regole più severe per l'accensione di un mutuo, ma soprattutto disparità di reddito, scarsa mobilità delle entrate nel corso degli anni, disoccupazione: il risultato è che i nati tra l'inizio degli anni '80 e la fine degli anni '90 sono incapaci di stare al passo con i padri, i cosiddetti baby boomers. Negli Usa le entrate di chi ha fra i 20 e i 30 anni (generazione Y) non sono pari neanche alla metà di quelle della generazione X; in Europa il divario persiste, anche se non così marcato, ma sono i debiti soprattutto a segnare la differenza. Cominciano da giovanissimi, per pagarsi gli studi, poi si appianano a stento.
In Cina invece crescono i miliardari under 30 - Si inizia dunque a intravedere la possibilità di un sorpasso. Una recente ricerca sui milionari under 30, condotta da Forbes, segnala come i numeri siano in crescita in Cina e in altri mercati emergenti. La ragione è fin scontata: si tratta di un'economia giovane, svincolata dal confronto con predecessori pressoché inesistenti. Resta il fatto che anche la ricchissima Svizzera potrebbe trovarsi presto a cedere lo scettro.
La sharing economy non aiuta - A salvare i millennial dell'Occidente, alle prese con un accesso più difficile alle pensioni e con prospettive destinate a peggiorare, non saranno lo stile di vita più sano o la sharing economy che li rendono virtuosi, in linea con tempi però ingenerosi nei loro confronti. Anche se, a voler approfondire, ci mettono del proprio: anche loro dimostrano di non sapersi gestire con lo stesso sprint e spirito di sacrificio dei baby boomers, certo spronati da condizioni più favorevoli.