Cerca e trova immobili

CANTONETentati dal Bitcoin? Non è una buona idea

31.05.17 - 06:18
Rilanciato (forse) dai cyber criminali, più che raddoppiato di valore in poche settimane, potrebbe non essere un affare per tutti. Il consiglio: «Investite in proporzione a quanto capite»
Fotolia
Tentati dal Bitcoin? Non è una buona idea
Rilanciato (forse) dai cyber criminali, più che raddoppiato di valore in poche settimane, potrebbe non essere un affare per tutti. Il consiglio: «Investite in proporzione a quanto capite»

LUGANO - Attenti a considerarlo un buon affare. La Borsa, o ancor più i titoli di giornale, ultimamente sembrano promuovere il tanto vituperato Bitcoin: che sarà pure, si dice e si accusa, la moneta dei traffici sospetti, ma dall'inizio dell'anno ha più che raddoppiato il suo valore. «Io però mi guarderei dal comprare qualcosa che non capisco bene».

Giacomo Zucco, esperto di tecnologie informatiche e Bitcoin già più volte ospite a Lugano, non lo sdogana come investimento per la massa, tentata dall'acquisto davanti a cifre che seducono. Primo record il 20 maggio, 2.000 dollari; chiusura a 2.500 giovedì, dopo aver toccato addirittura i 2.800. Il tutto più o meno in coincidenza con uno dei più grossi cyber attacchi che si ricordino a memoria e che chiedono riscatti in Bitcoin. 

Zucco, non ci sarà una relazione?

«Domanda legittima. La risposta è no. La stima parziale dei riscatti pagati dice che il bottino è molto modesto. Le cifre conosciute restano sotto i 100mila dollari; se anche si considerasse quello che non è venuto alla luce, possiamo ipotizzare che sarebbe comunque inferiore al milione di dollari. La capitalizzazione totale di Bitcoin, invece, dal momento dell'attacco WannaCry è salita stabilmente di quasi un quarto, raggiungendo oggi i 37 miliardi di dollari: in confronto alla quantità di ricchezza entrata i riscatti di WannaCry sono pulviscolo invisibile».

Ma la criminalità sul web incentiva gli scambi. Sicuro non c'entri nulla?

«Direi di no. L'effetto globale é nullo, anche se ci potrebbero essere piccoli effetti ma di direzione tra loro opposta. Da un lato, è vero, la necessità di pagare il riscatto ai ransomware genera una piccola pressione d'acquisto in Bitcoin, non compensata da vendite immediate: i criminali tendono a non vendere subito il bottino, dato che il Bitcoin é ad oggi molto tracciabile se lo si muove. Inoltre molte vittime, dopo un primo impatto negativo con i ransomware, imparano a usare il Bitcoin anche per altro. Queste dinamiche potrebbero spingere un po' il prezzo. D'altro canto, per una stramba confusione tra mezzi e fini, dopo questi casi eclatanti il Bitcoin é stato nuovamente spesso associato alla criminalità, generando un danno di fiducia e quindi di domanda. Molte istituzioni hanno chiuso le porte che stavano aprendo, alcuni investitori che erano pronti ad entrare si sono spaventati. Direi che i due fenomeni potrebbero alla fine compensarsi».

Sarà sempre così? I cyber attacchi destinati a incrementare agevoleranno o affosseranno il Bitcoin?

«Se il fenomeno dei ransomware crescesse senza accompagnarsi più a una cattiva reputazione dei Bitcoin, allora potrebbe diventare uno dei settori di adozione di questa innovazione, assieme a tanti altri. Chi rapina una banca quasi sempre scappa in auto, ma non per questo le auto vengono considerate responsabili di un reato o principalmente collegate con le rapine in banca».

Il Bitcoin è un investimento, oggi?

«Col senno di poi, possiamo dire che è stato il miglior asset d'investimento degli ultimi anni. Ma il futuro rimane incerto. Di sicuro si tratta di un investimento ad alto rischio e potenziale alto rendimento. È molto volatile, può far guadagnare molto come perdere. Chi é davvero esperto del tema tende a investirci cifre rilevanti, ma proprio perché esperto può prevedere e agire d'anticipo, tutelandosi. Agli altri io sconsiglierei di investire cifre rilevanti. È bene investire proporzionalmente a quanto qualcosa si capisce».  

Il Ticino sta pensando a una moneta virtuale tutta sua, il Ticinocoin. Che futuro può avere?

«Ovviamente non potrà mai avere le stesse performance del Bitcoin, che deve la sua fortuna al fatto di essere una moneta globale. La caratteristica locale di una moneta è un limite, che in qualche modo può essere desiderabile, ma resta una briglia. Le valute virtuali locali non potranno mai esprimersi in modo altrettanto potente. È un po' come il linguaggio. Anzi, la moneta è proprio una forma evoluta di linguaggio. L'inglese sará sempre molto piú potente di un dialetto locale, per quanto bello questo possa essere, proprio in virtú di un "effetto rete" mondiale».

Due anno fa ci disse che i Bitcoin potevano essere un'opportunità per le nostre aziende. Oggi, le aziende vengono violate da chi usa Bitcoin. Direbbe ancora la stessa cosa?

«Sì. Il Bitcoin é solo uno dei tanti strumenti usati per l'attacco, e l'attacco solo una delle tantissime cose che si possono fare con questi strumenti. I criminali che inviano i ransomware usano, per farlo, anche il computer, Internet e le e-mail, ma nessuno direbbe mai che sono connessi al crimine in modo particolare. Sono strumenti. Non ci fossero questi, se ne utilizzerebbero altri. I computer, Internet e le email sono un'opportunitá per le aziende, anche se vengono usati per i ransomware. Lo stesso vale per i Bitcoin».  

 

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE