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SVIZZERALa BNS lascia invariata la politica monetaria

15.12.16 - 09:34
L'istituto d'emissione mantiene fermo fra il -1,25% e il -0,25% il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi, suo principale tasso di riferimento
La BNS lascia invariata la politica monetaria
L'istituto d'emissione mantiene fermo fra il -1,25% e il -0,25% il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi, suo principale tasso di riferimento

BERNA - All'indomani della decisione della Federal Reserve di aumentare il tasso direttore la Banca nazionale svizzera (BNS) mantiene perfettamente invariata la sua politica monetaria, orientata a un approccio espansivo e volta a diminuire le pressioni al rialzo sul franco svizzero. Vengono anche confermate le previsioni sulla crescita dell'economia elvetica.

«Il franco rimane nettamente sopravvalutato», afferma l'istituto in un comunicato odierno. Pure ribadita è l'intenzione della banca di rimanere se necessario attiva sul mercato delle divise, considerando l'insieme della situazione sui cambi. In combinazione con gli interessi negativi, questa disponibilità a scendere in campo serve a rendere meno attraenti gli investimenti in franchi e a diminuire di conseguenza le pressioni al rialzo sulla valuta elvetica.

«La politica espansiva della BNS persegue l'obiettivo di stabilizzare lo sviluppo dei prezzi e di sostenere l'attività economica», ribadisce la banca guidata dal presidente della direzione Thomas Jordan.

Concretamente, la BNS mantiene fermo fra il -1,25% e il -0,25% il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi, suo principale tasso di riferimento. Vengono anche confermati gli interessi negativi dello 0,75% sui conti giro presso l'istituto, che provocano non pochi grattacapi a casse pensioni, banche e risparmiatori.

Le decisioni comunicate oggi dalla banca centrale, che valuta la situazione monetaria quattro volte all'anno, non rappresentano una sorpresa: erano attese da tutti gli analisti. E sul mercato dei cambi non hanno praticamente lasciato traccia: in mattinata l'euro era sempre scambiato intorno a 1,0740.

La BNS non segue quindi le orme della Federal Reserve, che ieri ha operato un aumento del tasso di un quarto di punto, il secondo in dieci anni, lasciando inoltre intravedere la possibilità che procederà più velocemente del previsto nell'aumentare il costo del denaro: i ritocchi previsti per il 2017 sono infatti diventati tre, più dei due stimati in settembre.

D'altra parte l'istituto di Jordan più che alla Fed deve guardare alla Banca centrale europea (Bce). E l'Eurotower giovedì scorso ha marciato sul posto: il tasso principale rimane fermo al minimo storico dello 0,00%, quello sui depositi bancari a -0,40% e quello di rifinanziamento marginale a 0,25%.

In Svizzera i tassi rimangono peraltro stabili in un clima di conferma dell'attuale crescita economica. La BNS ha oggi ribadito le sue aspettative in materia: il prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe aumentare di «circa l'1,5%», la stessa indicazione della valutazione precedente.

«Complessivamente gli indicatori congiunturali mostrano un proseguimento della moderata ripresa», commenta l'istituto. Per la prima volta gli economisti della banca avanzano anche una previsione per il 2017, che è perfettamente in linea con quella dell'anno corrente: il prodotto interno lordo dovrebbe salire dell'1,5%. Questa stima - avverta la BNS - va però presa con cautela a causa dei notevoli rischi che sussistono a livello internazionale: le incertezze in materia riguardano in particolare il futuro della politica economica americana, le elezioni in diversi paesi e i negoziati della Brexit.

Sul fonte del rincaro, la previsione per il 2016 rimane immutata a -0,4%. Per il 2017 è per contro atteso un +0,1%, contro il +0,2% della valutazione di settembre. In calo (dal +0,6% al +0,4%) è anche l'aspettativa dell'inflazione nel 2018.

Sul fronte del mattone, negli ultimi sei mesi la crescita del mercato ipotecario e immobiliare è rimasta costante a un livello relativamente basso. Secondo la BNS gli squilibri nel settore sono leggermente diminuiti: rimangono comunque sempre così elevati come nel 2014, quando erano stati introdotti i cuscinetti anticiclici di capitale. L'istituto promette di continuare a seguire con attenzione gli sviluppi del mercato e di valutare regolarmente l'opportunità di cambiare i parametri dei cuscinetti anticiclici.

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